Neuropediatria: intervista a Manuel Antonio Fernandez

La neuropediatria favorisce il corretto sviluppo del bambino individuando tempestivamente i possibili disturbi a carico del sistema nervoso.

Manuel Antonio Fernandez esperto in neuropediatria.

La neuropediatria prende in considerazione un gran numero di patologie che colpiscono il neonato, il bambino e l’adolescente. Specialisti in neurologia pediatrica come il Dottor Manuel Antonio Fernandez ci ricordano l’importanza di quest’area specializzata sui disturbi del sistema nervoso dei più piccoli.

La maggior parte dei genitori ignora del tutto questa disciplina. I disturbi neurologici, anche lievi, esistono e sono più comuni di quanto si pensi: ritardi motori o del linguaggio, disturbi del sonno, mal di testa, iperattività, etc.

Condizioni di questo tipo sono causa di dubbi e incertezze per le famiglie. Sapere che esistono degli specialisti che si occupano proprio di questi disturbi è importantissimo. Trattandoli con tempismo, di fatto, si può favorire il migliore sviluppo neurologico del bambino.

“Grazie ai progressi nel campo della genetica e delle tecniche di diagnosi oggi possiamo individuare meglio le cause, i sintomi e la prognosi di molte malattie neurologiche che prima ignoravamo.”

-Manuel Antonio Fernandez-

Oggi riportiamo un’intervista all’esperto in neuropediatria Manuel Antonio Fernandez, uno dei principali esponenti di questa branca fondamentale della pediatria.

Intervista al dottor Manuel Antonio Fernandez

Se si parla di neuropediatria, è quasi inevitabile far riferimento al Dottor Manuel Antonio Fernandez. Riconosciuto come il miglior pediatra della Spagna dal MioDottore Awards iberico, nonché uno dei professionisti più apprezzati dalle famiglie e degli altri esperti del campo, è ammirato soprattutto per la sua attenzione e vicinanza al paziente e per la sua vasta esperienza.

Disturbi del comportamento e apprendimento, autismo, disturbo dell’attenzione con o senza iperattività, evidenti ritardi a deambulare o gattonare… Come ci spiega il Dottor Fernandez, i disturbi neurologici infantili possono essere molteplici, e la neuropediatria è la scienza che si occupa di individuarli, trattarli e aiutare la famiglia ad affrontarli insieme al bambino.

Sapere che tutto andrà bene, che esistono degli esperti in questo ramo scientifico della pediatria è un supporto fondamentale.

Bambino con ADHD.

G. Cos’è la neuropediatria?

Sapevi che la maggior parte dei genitori ignora l’esistenza dei neuropediatri? Una delle prime problematiche in questo ambito è proprio il fatto che i genitori non sanno chi siamo. A volte non hanno neanche mai sentito questa parola. È fondamentale mettere chiarezza su questo punto affinché i genitori sappiano a chi rivolgersi se il loro figlio ha dei problemi.

La neuropediatria o neurologia pediatrica è la branca della pediatria che controlla il corretto sviluppo del sistema nervoso e tratta le eventuali alterazioni riscontrate. Il periodo di riferimento va dal concepimento alla fine del processo di sviluppo, che può durare fin oltre i 18 anni.

G. Quando consultare un esperto in neuropediatria?

Non appena ritengono necessario verificare che lo sviluppo neuronale dei propri figli sia normale, o se notano un segnale di allarme. Gli esempi di disturbi più noti ai genitori sono quelli di patologie neurologiche comuni, quali:

  • L’epilessia.
  • L’emicrania.
  • Le convulsioni febbrili.
  • I disturbi del sonno.

Altri quadri frequenti ma che i genitori tendono a non associare alla neuropediatria sono quelli relativi ai disturbi del neurosviluppo:

  • Ritardo del processo maturativo.
  • Autismo e altri disturbi dello spettro autistico (come la sindrome di asperger).
  • L’ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività).
  • Disturbi dell’apprendimento come la dislessia.
  • Problemi di comunicazione e altri ritardi del linguaggio.
  • Tic e altri movimenti alterati (come le stereotipie o la sindrome di Tourette).

Se uno di questi problemi è evidente o sospetto, il neuropediatra è lo specialista a cui rivolgersi. In linea di massima, parliamo di qualsiasi problema che causa difficoltà a livello del rendimento scolastico, delle relazioni sociali o di condotta e comportamento.

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G. Quali sono i disturbi neurologici più comuni nei bambini di oggi?

Avresti mai immaginato che i disturbi neurologici infantili più frequenti sono quelli legati all’apprendimento e al comportamento?

Il 7% dei bambini tra i 6 e i 14 anni soffrono per problemi di deficit dell’attenzione o di iperattività (ADHD). Il 9% di dislessia. Quasi il 10% dei bambini rientra nella classificazione di superdotati.

Le gravi conseguenze emotive, sociali e personali provocati a lungo termine da questi disturbi rende fondamentale diagnosticarli e trattarli tempestivamente. Non possiamo dimenticare altre patologie frequenti come il mal di testa, l’epilessia o i disturbi del sonno.

G. E i più gravi?

Anche se quelli appena descritti possono avere conseguenze gravi, i disturbi che implicano un rischio per la vita sono principalmente i tumori al cervello, le malattie genetiche e le malattie metaboliche. 

I tumori al cervello nei bambini sono una frequente causa di malattia e decesso in età pediatrica. Per l’esattezza, sono la seconda causa di malattia nei bambini con età inferiore ai 15 anni. Sono più frequenti che negli adulti.

La maggior parte delle malattie genetiche gravi che si presentano durante l’infanzia sono considerate rare. Sono molte e poche frequenti. Di loro si sa ben poco, e la maggior parte non ha nemmeno un trattamento. Alcuni esempi sono la sindrome di Rett, la sindrome di Alport o la neurofibromatosi di tipo 1, ma ne esistono centinaia.

G. Potrebbei spiegarci le cause più frequenti dei disturbi neurologici nei bambini?

La maggior parte di questi disturbi si deve a un’alterazione del funzionamento o della struttura del sistema nervoso.

Immaginiamo questo sistema come una grande città. Qui troviamo una serie di strutture visibili come gli edifici, le vie, le strade o i ponti, su cui circolano veicoli come macchine, moto e autobus, che trasportano le persone.

Le persone possono essere paragonate ai neurotrasmettitori del cervello. Hanno il compito di portare i nostri pensieri, gli ordini del cervello, a destinazione affinché vengano realizzati.

Qualsiasi problema che danneggia una di queste strutture o intralcia la circolazione dei passeggeri attraverso i mezzi di trasporto, può provocare gravi problemi e portare la città al collasso. Affinché lo sviluppo neurologico sia corretto, l’insieme dei meccanismi deve funzionare correttamente.

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G. Perché le diagnosi di questi disturbi sono aumentate rispetto al passato?

Alcuni studi affermano che il numero di bambini a cui è stato diagnosticato un disturbo dello sviluppo si è moltiplicato negli ultimi anni. È vero, ma ciò non è dovuto a un’epidemia o a un reale aumento, bensì al fatto che sono più conosciuti, più riconoscibili e, soprattutto, al progresso della tecnologia.

Tutto questo ha favorito enormi avanzamenti in ambito di genetica e di tecniche di diagnosi, come la risonanza magnetica.

Le scoperte a cui si è giunti grazie agli studi del DNA e del genoma hanno reso molto più facile risalire alle cause, prima sconosciute, della maggior parte dei problemi dei bambini. L’avanzamento scientifico permette oggi di riscontrare meglio le cause, i sintomi e la prognosi di molte malattie neurologiche che prima neanche conoscevamo.

In ultimo, società avanzate come la nostra sono centrate sullo sviluppo a 360° del potenziale di ogni persona. Viviamo in un mondo altamente tecnologico, con tassi di esigenza, domanda e competizione altissimi. La capacità e la velocità di apprendimento sono diventati fattori fondamentali per il successo e lo sviluppo personale.

La comunicazione a livello mondiale è migliorata radicalmente rispetto a soli 10 anni fa. Il 5G ha comportato un enorme passo avanti circa le possibilità a nostra disposizione. Tutto questo facilita un miglior sviluppo delle conoscenze in ambito di salute, in particolar modo nel campo delle neuroscienze.

G. Puoi spiegarci come funziona la diagnosi?

La diagnosi della maggior parte dei disturbi del neurosviluppo si basa sull’analisi delle conseguenze che si presentano sul piano accademico, delle relazioni sociali o nei modelli di condotta o comportamento.

Quando si presentano problemi in queste tre aree, bisogna indagare. Ma non basta fare un colloquio con i genitori e osservare il bambino: occorre realizzare delle analisi precise per individuare la causa del problema.

In alcuni casi può essere necessario implementare la diagnostica per immagini come la TAC o la risonanza magnetica. In altri casi, possono servire un elettroencefalogramma o dei test analitici. Dipende dal caso. La tecnologia attuale senz’altro permette di verificare elementi impensabili fino a qualche anno fa.

La realtà virtuale permette di misurare funzioni mentali come l’attenzione selettiva, il controllo degli impulsi mentali, la velocità con qui il cervello processa le informazioni o persino il livello di attività del corpo.

Ciò consente di sapere con certezza se un bambino soffre per un deficit di attenzione o iperattività. Non ci si basa più soltanto sul parere dei genitori o del medico di base. Questo è un esempio di come il progresso tecnologico abbia contribuito allo sviluppo della medicina e delle neuroscienze.

Bambina con disturbi neuro pediatrici con visore.

G. Sulla base della sua esperienza, come reagiscono i genitori quando scoprono nei loro figli un disturbo legato al neurosviluppo?

Dipende sempre dal tipo di disturbo del neurosviluppo di cui si parla. Chiaramente è difficile per tutti ricevere la conferma che il proprio bambino soffre di qualche tipo di problema. Il modo in cui lo affrontano cambia però a seconda che si tratti di un disturbo dell’attenzione, di autismo, di asperger… Dipende anche dalla situazione particolare della famiglia.

In alcuni casi i genitori sono consapevoli del fatto che il figlio è afflitto da un problema serio, ma non riescono a capire quale. Vanno di specialista in specialista senza mai ottenere una risposta chiara. Sottopongono il figlio a tantissime analisi che non portano da nessuna parte.

In questi casi, i genitori hanno avuto tempo di assimilare il problema. Quando finalmente gli dai un nome, molto spesso si sentono sollevati. In altri casi, non badano neanche al nome e chiedono soltanto tutto l’aiuto per il loro bambino.

I bisogni e il modo in cui famiglie diverse affrontano problemi simili cambia a seconda della personalità di ognuna.

G. Per concludere, potrebbe rivelarci consigli o segreti per i genitori?

Pensate sia normale che un bambino di 17 mesi non riesca a sollevarsi in piedi? Non lo è. Avete presente quando si dice che i paragoni sono fastidiosi?

Ebbene, io sono totalmente in disaccordo con quest’idea quando si parla di neurosviluppo. È evidente che ogni bambino segua un ritmo di sviluppo personale per crescere e maturare. Tuttavia, i paragoni sono la base per poter identificare i problemi il prima possibile.

Qualche anno fa visitai una bambina piccola che arrivava dal pronto soccorso pediatrico. I genitori ce l’avevano portata perché aveva il raffreddore e la febbre. Quando il pediatra l’ha visitata, era nella carrozzina. Disse ai genitori di tirarla fuori per pesarla prima di poterla vistare.

La loro risposta fu che non potevano farlo perché la bambina non si reggeva in piedi. La collega si è allarmata e, dopo una visita di controllo, ha detto loro di portarla in neuropediatria. Quella situazione non era normale.

Non capisco come il pediatra di base non sia stato in grado di individuare il problema; dopo le dovute analisi, le ho riscontrato una malattia genetica grave. La sindrome di Rett è una patologia degenerativa che colpisce gravemente lo sviluppo.

La miglior raccomandazione che posso dare ai genitori è di informarsi sui corretti passaggi dello sviluppo dei bambini. Se notate qualche anomalia, consultate rapidamente un esperto in neuropediatria.

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