Alcune parole straniere aiutano a favorire la crescita personale. Quando impariamo il loro significato scopriamo anche il modo in cui le altre culture organizzano il loro mondo, la loro percezione della vita e il loro universo personale.
Nella cultura giapponese sono presenti alcuni termini che racchiudono delle idee che sorprendono sempre noi occidentali. Ci attraggono e attirano la nostra attenzione.
Ci invitano a realizzare una profonda riflessione, ad incorporare determinati concetti adatti a favorire la crescita personale, il cambiamento, a considerare nuove prospettive.
Soprattutto, ci arricchiscono dal punto di vista culturale e psicologico. Oggi vogliamo farvi conoscere alcune parole giapponesi. Siamo sicuri che ne rimarrete sorpresi.
7 parole giapponesi per favorire la crescita personale
1. Ikigai, la nostra ragione di vita
Dovremmo avere tutti il nostro ikigai. Un motivo, un proposito, una speranza o un obiettivo di vita. Qualcosa che ogni mattina ci dia la forza e l’energia per vivere la giornata. Per i giapponesi, è importante che ogni persona abbia il proprio ikigai, la propria ragione di vita.
Tuttavia, come bene sappiamo, non tutti hanno scoperto la propria ragione di vita. Magari è capitato anche a voi di sentirvi persi per un periodo, di non avere una direzione o una motivazione che vi spingesse verso una felicità reale e tangibile. Un concetto senza dubbio interessante su cui dovremmo riflettere.
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2. Kintsukuroi, riparare le ferite con l’oro
La filosofia del kintsukuroi ha molto a che vedere con la resilienza, con l’arte delicata e precisa di riparare le proprie ferite e di risollevarsi più forti, più degni, più belli di prima.
- Nella cultura giapponese, il kintsukuroi fa riferimento ad una particolare tecnica il cui obiettivo è quello di riparare i cocci di porcellana.
- Invece di buttarli, gli artisti incollano i pezzi usando una pasta che contiene polvere d’oro.
- Le crepe dorate rimangono, quindi, visibili a dimostrazione della forza e dell’unicità di un oggetto che racconta la propria storia.
3. Mono no aware, la tristezza della fugacità
La vita scorre veloce, non aspetta nessuno, è fugace, intensa e a volte implacabile. Gli amori a volte finiscono, le amicizie pure, quello che prima sembrava così sicuro ora è giunto al termine, obbligandoci a ricominciare da capo.
Tutte queste situazioni rispecchiano il concetto di aware, una delle parole più trascendenti della lingua giapponese. Trasmette la tristezza che si prova nei confronti della fugacità delle cose. Allo stesso tempo mostra anche la necessità di andare avanti. Concludere i vecchi capitoli per cominciarne dei nuovi.
4. Majime, la persona che sa essere responsabile
In giapponese, majime significa letteralmente “persona seria”. Non pensiamo al classico profilo poco spontaneo, chiuso e in apparenza rigido o burbero.
Questo concetto suggerisce piuttosto l’idea di una persona dal carattere affidabile. Si tratta di una persona su cui possiamo fare affidamento, perché è molto responsabile, non giudica gli altri e non fa drammi.
5. Nankurunaisa, una delle parole più belle
Nankurunaisa è senza dubbio una delle parole più belle del giapponese antico, adatta a favorire la crescita personale. Fa riferimento a un’idea tipica della psicologia motivazionale e anche della spiritualità perché spinge ad avere fiducia nel futuro.
Abbiamo vissuto tutti periodi difficili in cui non avevamo altra scelta se non quella di sperare, di avere fiducia. Dobbiamo capire, quindi, che il tempo che passa, insieme alla nostra volontà d’azione e al nostro coraggio. Sistemerà ogni cosa, guarirà ogni ferita e nuove opportunità si manifesteranno all’orizzonte.
6. Gaman, sopportare con dignità le difficoltà
Gaman è un termine legato alle radici del buddismo. Ci invita a riflettere su una filosofia nuova, quella di vedere la vita in un modo diverso dal solito. Questa parola raccoglie in realtà diverse idee:
- Capacità di autocontrollo.
- Bisogno di avere pazienza.
- Resistenza o sopportazione nei periodi duri e complessi.
- Bisogno di essere resilienti, di unire forza e dignità.
- Capacità di superare i momenti difficili e di fare qualcosa di nuovo ogni giorno per sentirsi un po’ meglio.
Il termine gaman, in più, racchiude anche un’altra idea molto importante, quella di non trascurare gli altri. Non bisogna essere di peso per gli altri o motivo di disagio. Dobbiamo mostrarci persone comprensive che, pur avendo dei problemi di cui occuparsi, sanno anche tenere in considerazione chi sta loro attorno.
7. Wabi-sabi, la bellezza dell’imperfezione
Wabi-sabi è un altro termine molto interessante che affonda le sue radici nell’estetica, nell’arte e nella natura. Tuttavia, lo si può applicare senza problemi anche alla propria realtà personale e alla psicologia quotidiana.
Fa riferimento alla bellezza che esiste in tutte quelle cose che in apparenza sembrano imperfette. Trasmette anche l’idea che le cose davvero belle sono le più semplici, le più elementari e le più pure, indipendentemente dai piccoli difetti o imperfezioni.
Possiamo di certo mettere in pratica questo approccio alla nostra vita quotidiana. Così da correggere la comune ossessione di idealizzare la bellezza, di cercare la perfezione in ogni cosa, nella vita, nel corpo o anche nei rapporti interpersonali. Sicuramente si tratta di una frase per favorire la crescita personale.
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Accettiamo il fatto di essere meravigliosamente imperfetti. Accettiamo il fatto che commettiamo errori. Impariamo ad applicare queste semplici, ma interessanti idee della cultura giapponese nella nostra vita di tutti i giorni.
Bibliografia
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- Ishida, R. (2012). Reducing anxiety in stutterers through the association between “purpose in life/Ikigai” and emotions. Glob J Health Sci, 4(5), 120–124. https://doi.org/10.5539/gjhs.v4n5p120
- Tomás Navarro. (2017). Kintsukuroi: El arte de curar heridas emocionales
- Koren, Leonard (1994). Wabi-Sabi for Artists, Designers, Poets and Philosophers. Stone Bridge Press.