Parotite: tutto quello che c'è da sapere

Il miglior modo per prevenire la parotite è senz'altro il vaccino MPR. Questo vaccino combina le dosi per prevenire il morbillo, la parotite e la rosolia. È una protezione sia individuale sia collettiva.
Parotite: tutto quello che c'è da sapere

Ultimo aggiornamento: 05 novembre, 2022

La parotite è una malattia contagiosa che può essere cronica e che colpisce una o entrambe le ghiandole parotidi, il cui compito è quello di produrre la saliva. Si trovano dietro i rami ascendenti della mascella.

Questa malattia è causata da un virus di genere Paramycoviridae ed è spesso frequente tra i bambini e gli adolescenti, anche se può causare infezioni negli adulti più sensibili. La parotite può anche colpire altre ghiandole del corpo, come il sistema nervoso e i testicoli.

Prima dell’introduzione della vaccinazione universale, la parotite è stata una malattia endemica in tutto il mondo. Colpiva la maggior parte dei bambini tra i 2 e i 15 anni di vita.

Dopo l’introduzione del vaccino, l’incidenza è diminuita nettamente, con occasionali focolai in America del Sud. Generalmente, la parotite è trasmissibile tra uno e due giorni prima che le ghiandole si infiammino e fino a 7 o 9 giorni dopo il contagio.

Poiché si tratta di una malattia causata da un virus respiratorio, la trasmissione avviene attraverso le gocce che vengono espulse durante lo starnuto, la tosse o mentre si parla.

Quali sono i suoi sintomi?

Bambina con asciugamano in viso.

Alcune persone affette dal virus della parotite non presentano alcun sintomo o hanno sintomi generalmente lievi. In caso di sintomatologia, questa si presenta di solito due o tre settimane in seguito all’esposizione al virus.

Il sintomo principale della parotite è l’infiammazione delle ghiandole salivari che causa gonfiore alle guance. Oltre a questa caratteristica infiammazione, i pazienti possono anche presentare i seguenti sintomi:

  • Dolore a carico delle ghiandole salivari infiammate su uno o entrambi i lati del viso.
  • Dolore durante la masticazione o la deglutizione.
  • Febbre.
  • Mal di testa e dolori muscolari.
  • Debolezza e affaticamento.
  • Inappetenza

Complicazioni

In genere le complicazioni della parotite sono poco frequenti. Tra queste vi sono:

  • Perdita dell’udito.
  • Aborti spontanei nelle donne incinte.
  • Anomalie nel battito cardiaco.

Anche se non sono molto frequenti, possono essere potenzialmente gravi. Le maggiori implicano infiammazioni di alcune parti del corpo.

Oltre alle ghiandole salivari, circa un terzo degli uomini colpiti da parotite sviluppa anche l’infiammazione di uno o di entrambi i testicoli. Questa complicazione è conosciuta con il nome di orchite e può causare sterilità, anche se è rara.

Un’altra possibile complicazione è l’infiammazione delle ovaie nelle bambine, anche se è un sintomo meno frequente.

D’altro canto, in rare occasioni, anche il sistema nervoso centrale può essere colpito dall’infiammazione e causare meningite o encefalite se a carico del cervello.

Prevenzione della parotite

Bambino che si gratta.

Il miglior modo per prevenire la parotite è sottoporsi al vaccino MPR. Quest’ultimo combina le dosi per prevenire il morbillo, la parotite e la rosolia. È una protezione sia individuale che collettiva.

Il vaccino MPR è incluso nel calendario delle vaccinazioni infantili. Si somministrano due dosi: una a 12 mesi e una a 3 anni. A questo punto, occorre ricordare che la vaccinazione non protegge al 100%, in quanto possono generarsi alcuni casi isolati.

È necessario menzionare che nell’anno 2019 si è verificata una recrudescenza dei casi di parotite. I vaccinati durante gli anni dal 1995 al 1998 e dal 1985 e il 1988 hanno una protezione significativamente minore.

Come può essere curata la parotite?

Poiché si tratta di un’infezione virale, il trattamento va orientato verso la riduzione dei sintomi. Si somministrano soprattutto farmaci FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e riposo.

Non si devono somministrare antibiotici, medicinali efficaci solo per le infiammazioni batteriche e non per quelle virali. In presenza di un focolaio, è raccomandabile rivalutare, caso per caso, il bisogno di rivaccinare.

D’altro canto, è necessario menzionare che la dieta e altri fattori hanno un ruolo importante. Dipenderà dalle condizioni del paziente escludere determinati cibi, in genere la dieta viene ridotta ad alimenti morbidi. Se però la masticazione è possibile, non sarà necessario.


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