Presenza di nitriti nelle urine: cosa significa?

La presenza di nitriti nelle urine è indicativa di un'infezione urinaria. Non sempre l'esame specifico viene richiesto di routine, ma è possibile che il medico lo prescriva in caso di dubbio per orientarsi nella formulazione della diagnosi. Scoprite in questo articolo come viene realizzato.
Presenza di nitriti nelle urine: cosa significa?
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

I nitriti sono sostanze che possiedono un’importanza diagnostica utile per orientarsi in caso di sospetta infezione urinaria. Normalmente, non dovrebbe esservi presenza di nitriti nelle urine degli esseri umani. La loro presenza è dunque considerata anomala.

L’urina è il liquido che i reni producono per espellere i rifiuti inutili per l’organismo. Grazie all’espulsione verso l’esterno, è possibile impiegare la filtrazione del sangue come strumento di difesa.

Tra le sostanze che vengono espulse con le urine ci sono i nitrati. Anche se il loro nome assomiglia a quello dei nitriti, non sono uguali. Per via delle loro proprietà chimiche, la presenza dei nitrati nelle urine viene considerata normale, mentre non lo è quella dei nitriti.

Quando i nitrati dell’urina si trovano accompagnati da determinati batteri, si trasformano in nitriti. È per questo motivo che l’esame dei nitriti viene associato alle infezioni urinarie, perché la loro presenza è giustificata da quella dei batteri.

I nitriti, però, non si formano solo a causa dei batteri. Sostanze come il nitrito di potassio o il nitrito di sodio vengono impiegati nell’industria alimentare, per esempio, per ravvivare la colorazione rossa della carne.

D’altra parte, le verdure in genere contengono nitrati tra i loro composti. Quelle a foglia verde, la barbabietola e le rape sono ricche fonti di nitrati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (l’OMS) ha stabilito come limite di consumo quotidiano da parte degli esseri umani la quantità di 3,7 milligrammi per chilogrammo di peso.

I nitrati che il corpo non può utilizzare e che elimina attraverso l’urina possono essere impiegati da determinati batteri ed essere trasformati in nitriti, come abbiamo detto in precedenza. Non tutti i batteri, però, possiedono questa capacità. Di solito, ne sono repsonsabili quelli che provocano con maggiore frequenza infezioni urinarie:

  • Escherichia coli
  • Enterobacter
  • Proteus mirabilis
  • Enterococcus

Quando viene prescritto l’esame per rilevare la presenza di nitriti nelle urine?

Alcuni sintomi sono caratteristici di un’infezione urinaria e fanno sospettare la presenza di queste sostanze. I medici orientano la propria diagnosi verso la cistite quando il paziente riferisce la presenza di alcuni sintomi classici. Alcuni di questi sintomi sono:

  • Disuria: difficoltà a urinare.
  • Dolore o bruciare durante la minzione.
  • Alterazioni nella colorazione dell’urina.
  • Pollachiuria: necessità impellente di urinare con eccessiva frequenza.
  • Febbre.

Di fronte a un quadro clinico che presenta alcuni di questi sintomi, è possibile che il medico prescriva l’esame per rilevare la presenza di nitriti nelle urine. Quest’ultimo non viene effettuato in forma isolata, bensì fa parte dell’esame biochimico completo a cui viene sottoposto il campione di urine.

È consuetudine realizzare l’esame dei nitriti nell’urina in combinazione con il test dell’esterasi leucocitaria. Un risultato positivo in entrambi gli esami è un forte indicatore della presenza di infezione del tratto urinario.

L’esterasi leucocitaria è un enzima prodotto dai neutrofili, i basofili, gli eosinofili e i monociti. Tutti questi termini indicano tipi diversi di globuli bianchi. Un risultato positivo fornito dall’esame delle urine indica indirettamente la presenza di globuli bianchi dovuta a un’infezione.

Presenza di nitriti nelle urine per infezione delle vie urinarie
I nitriti nelle urine rappresentano un indicatore di infezione urinaria.

Come si esegue l’esame dei nitriti nelle urine?

Dopo che il medico ha prescritto un esame completo delle urine, compreso quello dei nitriti, ha inizio il compito di raccolta del campione. Si tratta di un aspetto molto importante affinché il lavoro del biochimico possa fornire risultati attendibili.

Dalla raccolta deve essere scartato il primo getto di urina, che si elimina nel water, mentre bisogna raccogliere in un recipiente la seconda parte. Se si raccoglie un campione dopo diverse ore trascorse senza urinare, il risultato sarà più affidabile. Per esempio, al risveglio.

Il biochimico introduce uno stick reattivo nelle urine che intende analizzare. Gli stick reattivi contengono sostanze che cambiano colore quando rilevano la presenza della sostanza che si desidera misurare.

In genere, gli stick reattivi non misurano un unico elemento, bensì contengono diversi reagenti, in modo da rendere più efficace il procedimento. Grazie all’impiego di un solo stick reattivo, è possibile rilevare la presenza di nitriti, glucosio, esterasi e proteine.

Sebbene si tratti di un aspetto variabile a seconda della marca, di solito i reagenti per rilevare la presenza di nitriti nelle urine si tingono di rosa in caso di esito positivo. Ad ogni modo, ogni produttore specifica sul contenitore degli stick i colori utilizzati e l’interpretazione che bisogna darne.

Campioni di urine da analizzare
Spesso i reagenti per rilevare la presenza di nitriti nelle urine si tingono di rosa in caso di esito positivo.

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Come bisogna interpretare i risultati?

Che cosa accade, allora, se l’esame dei nitriti nell’urina produce un esito positivo? Diciamo, per esempio, che una persona si rivolga al proprio medico perché manifesta febbre e bruciore durante la minzione. Le viene prescritto un esame generale delle urine e il laboratorio riferisce di aver rilevato la presenza di nitriti. Cosa cosa bisogna fare?

Il risultato positivo suggerisce la presenza di un’infezione urinaria. Se a questo aggiungiamo un’esterasi leucocitaria positiva, all’atto pratico disponiamo già di una diagnosi. Il medico potrà indicare un trattamento antibiotico senza attendere i risultati di un’urinocoltura. In ogni caso, si riserverà la possibilità di modificare in seguito l’antibiotico scelto.

È importante sottolineare che l’esito positivo dell’esame non esclude un’urinocoltura. Quest’ultima rappresenta infatti la prova necessario per confermare la diagnosi di infezione urinaria e stabilire il tipo di antibiotico da prescrivere.


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