
Prima di parlare di neutropenia febbrile, dobbiamo definire esattamente cosa si intende per “febbre” e per “neutropenia”. Una volta chiariti…
Le infezioni del tratto urinario sono patologie comuni, soprattutto tra le donne. Sono facili da diagnosticare e, con il giusto trattamento antibiotico, sono facilmente gestibili. In questo articolo parliamo degli aspetti più importanti di queste patologie.
Le infezioni del tratto urinario (IVU) sono riconosciute come malattie infettive di qualunque tratto dell’apparato urinario umano. Questo sistema di escrezione inizia con i reni e termina con l’uretra.
L’apparato urinario umano è preparato per depurare il corpo ed espellere le sostanze di scarto. I reni filtrano il sangue per trasformare in urina gli scarti che si trovano in esso. L’urina scende attraverso gli ureteri, che sono una sorta di tubi, giù fino alla vescica. Dopo l’immagazzinamento nella vescica, attraverso l’uretra, l’urina fuoriesce.
Sebbene la maggior parte delle infezioni del tratto urinario interessino la parte inferiore, con vescica e uretra, qualunque tratto può essere colpito. Nella parte superiore, ovvero nei reni, i sintomi sono più aggressivi e le complicazioni più pericolose. In tal modo, possiamo classificare le infezioni del tratto urinario e seconda dell’area colpita:
Le donne sono più propense a soffrire di infezione del tratto urinario rispetto agli uomini. Ciò è dovuto all’anatomia femminile, che presenta un’uretra più corta e, dunque, maggiore vicinanza tra i sistemi riproduttivi e urinario.
Per descrivere cosa prova la persona affetta da un’infezione del tratto urinario, possiamo nominare sintomi generali e sintomi specifici per ciascun tratto. Non sono gli stessi, infatti, se l’infezione interessa i reni o l’uretra.
Per quanto riguarda i sintomi generali, abbiamo:
Se l’infezione colpisce i reni, allora si parla di pielonefrite e i sintomi aggiuntivi sono:
Invece se l’infezione colpisce la vescica, sotto forma di cistite, si aggiungono:
Infine, in caso di uretrite, il sintomo per eccellenza è la secrezione. A seconda delle caratteristiche della stessa, può esserci il sospetto che il batterio si sia installato nell’uretra.
In genere, il sistema urinario è sterile. Questo significa che non c’è presenza di batteri che risiedono nei reni o nella vescica. Si tratta di un apparato chiuso, che ha come principale sistema di difesa il flusso dell’urina.
Quando i batteri vi accedono senza poi essere espulsi nel modo corretto, si scatenano infezioni del tratto urinario. Ci riferiamo spesso ai batteri perché sono i più comuni, ma esistono anche infezioni da funghi.
Il batterio responsabile del maggior numero di infezioni del tratto urinario è l’Escherichia coli (E. coli). Al secondo posto, ma con bassissima frequenza, c’è il Proteus mirabilis. A seguire gli altri: Enterococcus fecalis, Streptococcus agalanctiae, Staphylococcus sopraphytico.
L’apparto gastrointestinale rappresenta la fonte principale dell’E. coli. Questo batterio vive nell’apparato digerente umano e convive nella normale flora intestinale, ma se si sposta ed entra nell’apparato urinario, provoca i sintomi di una IVU.
Per questo motivo determinate condizioni facilitano la contaminazione delle vie urinarie. Nelle donne è la loro predisposizione anatomica. Influiscono anche certe abitudini igieniche e sessuali.
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Alcuni di fattori sono considerati favorevoli alla manifestazioni di infezioni del tratto urinario. Tra queste possiamo evidenziare:
Le infezioni del tratto urinario vengono diagnosticate attraverso gli esami delle urine. In genere il medico richiede, innanzitutto, una raccolta di urine, in modo da individuare le prime anomalie e, poi, una coltura delle stesse per confermare il batterio responsabile.
Visto che l’esame colturale richiede più di cinque giorni, quando la raccolta delle urine indica già l’infezione, si inizia subito il trattamento. Una volta ricevuto il risultato dell’urinocoltura, si può confermare se il trattamento farmacologico prescritto è corretto o se va cambiato.
Il trattamento consiste nell’assunzione di appositi antibiotici per distruggere il batterio che infetta le vie urinarie. Il medico deciderà il miglior antibiotico a seconda del caso, e tenendo conto dell’età e del sesso del paziente, ma anche della posizione del batterio all’interno del tratto urinario.
Nel caso della semplice cistite, la cura antibiotica è breve: da uno a tre giorni. Se la paziente è in gravidanza, sarà preferibile un trattamento più lungo, e questo vale anche per le persone con diabete, per le quali si va dai sette ai quattordici giorni di antibiotici.
Per gli uomini il trattamento prolungato è obbligatorio se si vuole evitare che l’infezione si estenda e colpisca la prostata. Le prostatiti sono pericolose e di difficile soluzione. Per un uomo con infezione del tratta urinario non andrebbero prescritti antibiotici per meno di quattordici giorni; il trattamento potrebbe persino essere esteso a quattro settimane.
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Quindi ricordate: se avete sintomi che vi fanno sospettare un’infezione delle vie urinarie, la dovete rivolgervi a un medico che potrà prescrive gli esami alle urine necessari. Poi bisognerà assumere gli antibiotici a seconda degli orari e per il numero di giorni indicato.