Molte persone si pentono in punto di morte. Provano una sensazione di vuoto perché non hanno sfruttato appieno il tempo a disposizione. È comune, infatti, avere rimpianti e rimorsi prima di morire.
Sembra che solo quando stiamo per morire ci rendiamo conto del valore della vita. Non ha senso a questo punto. Possiamo evitarlo.
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Rimpianti e rimorsi in punto di morte: non serve a nulla
Pentirsi quando si è vicini alla morte non ha alcun senso. Quali sono i motivi principali che suscitano rimpianti e rimorsi?
Annotarli su un foglio di carta è un modo per evitare di vivere con il pilota automatico inserito senza prestare attenzione alle cose che contano davvero.
Vediamo quali sono i rimpianti e rimorsi più comuni.
1. Non ho vissuto la vita che volevo
È uno dei rimpianti più comuni, risultato dell’insicurezza quando si tratta di prendere decisioni in qualsiasi ambito della vita.
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Il bisogno dell’approvazione altrui, i vari “guarda che è pericoloso!”, “non vale la pena di spendere tanti soldi per questo!”, “sei sicuro di voler portare avanti questa idea?”, alimentano la nostra insicurezza, dunque è facile fare qualche passo indietro.
Quante persone hanno fatto gli studi che si aspettavano i genitori? Quante hanno fatto un lavoro che aveva “più sbocchi”? Tuttavia, niente di tutto ciò le ha rese felici.
Diamo troppa importanza a quello che gli altri pensano di noi, senza renderci conto che così facendo perdiamo numerose occasioni di vivere la nostra vita come vogliamo.
2. Ho lavorato troppo
Ecco un altro motivo per cui le persone si pentono in punto di morte: una vita dedicata solo al lavoro, invece di lavorare per vivere e basta.
Per molte persone il lavoro può essere una priorità, tanto da mettere da parte famiglia e amici.
Con il passare del tempo, si rendono conto di non aver visto crescere i loro figli, di aver perduto la complicità con il partner a causa della troppa distanza e di non aver coltivato le proprie amicizie.
I rapporti personali hanno un grande valore per chiunque. Diamo essi l’importanza che meritano. Il lavoro è importante, ma le relazioni interpersonali lo sono molto di più.
3. Avrei dovuto fare più pazzie
Voltarsi indietro e scoprire quante pazzie ci sono passate per la testa e che non abbiamo fatto per paura, insicurezza o altre scuse ci lascia con l’amaro in bocca.
Perché non abbiamo fatto bungee jumping quella volta? Perché non abbiamo girato il mondo con lo zaino in spalla come volevamo?
Tutti i desideri non realizzati sono motivo di pentimento in punto di morte.
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Fare una pazzia vuol dire uscire dalla zona di comfort, quello spazio in cui ci sentiamo tanto al sicuro, ma che al tempo stesso ci limita.
Viviamo solo una volta, perché non farlo intensamente?
4. Magari avessi manifestato i miei sentimenti
Sin da piccoli, ci insegnano a reprimere i nostri sentimenti, a non piangere in pubblico, a non alzare troppo la voce, a restare composti…
Questo significa che quando il momento lo richiede, non siamo in grado di manifestare le nostre emozioni nell’intimità della nostra casa.
È importante imparare a esprimere quello che proviamo, capire le nostre emozioni e saperle gestire adeguatamente.
“Perché non gli ho detto che lo amavo?”, “Magari avessi pianto quella volta, mi sarei liberato del dolore che avevo dentro”. Non aspettiamo di arrivare alla fine per vivere queste esperienze.
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Dopo aver letto questo articolo, avrete capito che è giunto il momento di cambiare il vostro stile di vita.
Solo così un domani potrete chiudere gli occhi con il sorriso sulle labbra, soddisfatti di come l’avete vissuta.
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