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La ritenzione urinaria postoperatoria ha una incidenza compresa tra il 12% e il 50% a seconda delle caratteristiche del singolo paziente, del tipo di intervento chirurgico e dell'anestesia utilizzata.
La ritenzione urinaria postoperatoria è piuttosto comune nei pazienti anziani, soprattutto dopo interventi di chirurgia addominale e ortopedica. Ha una incidenza compresa tra il 12% e il 50% a seconda delle caratteristiche del singolo paziente, del tipo di intervento chirurgico e di anestesia.
I fattori di rischio più comuni sono l’immobilità, il dolore, i farmaci, l’età avanzata e il sesso maschile. Ciò nonostante, deve essere sempre presa in considerazione la storia clinica urologica.
La ritenzione urinaria è una complicazione postoperatoria comune. È molto frequente nei pazienti che si sottopongono a interventi chirurgici perianali e di riparazione dell’ernia. Le cause di questa condizione possono essere varie e includono:
L’inserimento di un catetere vescicale a dimora è sconsigliabile. È preferibile ricorrere a tecniche di minzione programmata e rieducazione vescicale.
Può verificarsi ritenzione urinaria anche durante il ricovero. Soprattutto nel caso di anziani debilitati o con compromesse funzionalità pelviche.
Nel caso di ritenzione urinaria postoperatoria, si avvertono pressione e dolore nell’area interessata. La percussione sovrapubica rivela pienezza e sensibilità. Inoltre, potrebbero essere presenti altri sintomi come:
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Per la diagnosi, si procede con un esame obiettivo. Disagio e dolore nella parte inferiore dell’addome possono indicare ritenzione urinaria postoperatoria. La palpazione e la percussione dell’area sovrapubica sono altri metodi utilizzati per la diagnosi, sebbene non siano affidabili per misurare il volume urinario residuo.
D’altra parte, il catetere vescicale viene usato sia per la diagnosi sia per il trattamento. L’ecografia permette invece di misurare il volume urinario contenuto nella vescica in modo molto preciso. Per questo motivo, se il volume è superiore ai 600 ml, è consigliato l’inserimento di un catetere.
Nella maggior parte dei casi la ritenzione urinaria postoperatoria è un’anomalia reversibile. Può comparire a causa di mancata coordinazione dei muscoli trigono e detrusore come conseguenza del dolore e del disagio postoperatori.
In genere, il problema si risolve utilizzando un catetere. Le linee guida del trattamento della ritenzione urinaria prevedono il posizionamento iniziale di un catetere a punta dritta o di un catetere di Foley.
Questa procedura è indicata soprattutto per i pazienti anziani e che hanno subìto una precedente resezione, in quanto potrebbero non essere in grado di percepire la sensazione di pienezza provocata dalla ritenzione urinaria.
I farmaci colinergici, in combinazione con un sedativo, possono aiutare. Per prevenire la ritenzione urinaria acuta, è fondamentale tenere conto del tempo trascorso dall’ultima minzione. Non dovrebbero trascorrere più di 6-7 ore senza urinare.
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Alcuni fattori di rischio favoriscono la ritenzione urinaria dopo aver subito un’operazione. Ciò non significa che se il paziente ne presenta qualcuno soffrirà sicuramente di ritenzione urinaria; aumentano soltanto le possibilità di soffrirne.