Salute delle vie respiratorie e COVID-19

Proteggere le vie aeree è fondamentale per superare la pandemia da COVID-19 nel migliore dei modi. Il Coronavirus attacca i polmoni, motivo per cui bisogna fare più attenzione.
Salute delle vie respiratorie e COVID-19
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

Il SARS-Cov-2, responsabile dell’attuale pandemia, colpisce principalmente i polmoni. Proteggere la salute delle vie respiratorie è quindi, in questo momento, uno dei temi centrali.

Sappiamo che il virus del Covid entra nel corpo attraverso le goccioline respiratorie espulse da una persona infetta. All’interno di queste gocce, simili a un aerosol, il Coronavirus intraprende il suo viaggio verso le vie aeree del nuovo ospite oppure resta sulle superfici degli oggetti di uso comune.

Una volta all’interno dell’apparato respiratorio, il SARS-Cov-2 raggiunge gli alveoli dei polmoni. Qui arreca i danni maggiori, provocando infiammazione e i sintomi che ben conosciamo: tosse, febbre, difficoltà respiratorie e stanchezza estrema.

La salute delle vie respiratorie è un pilastro della prevenzione del COVID-19. Dobbiamo anche considerare che non tutti sviluppano la malattia nello stesso modo. Alcune persone accusano gravi forme di infezione polmonare che richiedono un ricovero in terapia intensiva. Se le prime misure di intervento falliscono, diventa necessaria la ventilazione artificiale.

Tra le categorie a rischio di soffrire di una grave forma di Covid, vi sono i malati cronici di patologie respiratorie; tra questi, gli asmatici o chi soffre di una malattia polmonare ostruttiva cronica. Anche i fumatori possono essere considerati soggetti vulnerabili.

La salute delle vie respiratorie nei pazienti BPCO e COVID-19

Le BPCO (broncopneumopatie croniche ostruttive) comprendono patologie come l’asma, la bronchite cronica, l’enfisema e la atelectasia. Tutte queste condizioni hanno in comune un’ostruzione dei bronchi al passaggio dell’aria.

Un paziente con BPCO in genere viene trattato con farmaci che favoriscono l’apertura bronchiale; la terapia può essere su base giornaliera oppure vi si ricorre durante una crisi acuta. I casi più gravi richiedono il ricorso alla bombola d’ossigeno, da utilizzare per gran parte della giornata o soltanto durante la notte.

Come è logico, un paziente con queste caratteristiche è vulnerabile nell’attuale pandemia. Un’infezione da SARS-CoV-2 può significare un peggioramento delle sue condizioni e il rischio reale di dover essere ricoverato.

La salute delle vie respiratorie nei pazienti BPCO è più importante che mai. Se il Coronavirus si stabilisce su un tessuto polmonare già lesionato, può causare più danni del previsto.

In caso di ricovero in ospedale e necessità di ventilazione artificiale, i pazienti con una BPCO partono, quindi, in una situazione di svantaggio. I bronchi consentono il passaggio di meno aria, riducendo la disponibilità di ossigeno.

Questa categoria a rischio deve dunque prestare molto attenzione alle proprie abitudini; soprattutto non deve sospendere la terapia senza aver consultato il medico; tanto meno violare il distanziamento sociale. In caso di sintomi simil-influenzali devono mettersi subito in contatto con il medico di base o con il numero verde fornito dal governo, evitando di recarsi di persona in ambulatorio.

Donna con inalatore
I pazienti con BPCO seguono spesso un trattamento farmacologico; i loro tessuti polmonari sono più vulnerabili al COVID-19.

Il pericolo del fumo durante la pandemia

Il fumo è un potente fattore di tossicità con effetti totalmente contrari a ciò che possiamo definire salute respiratoria. È in grado di agire sul meccanismo di pulizia delle cellule della mucosa del sistema respiratorio, riducendo in questo modo le difese naturali.

Precedenti esperienze con l’influenza H1N1 hanno permesso ai ricercatori scientifici di valutare gli effetti del tabacco sui pazienti. È emersa una stretta associazione tra fumo e rischio di ammalarsi di influenza.

Dobbiamo quindi tenere valide queste considerazioni nell’attuale pandemia. I fumatori dovrebbero cercare di ridurre il consumo di tabacco o, ancora meglio, approfittare di questa occasione per smettere. Sebbene la quarantena sia stressante e porti a fumare di più, un atteggiamento determinato è basilare per resistere alla tentazione.

Mano femminile e sigaretta
Il fumo è un agente di tossicità che ci rende più vulnerabili al Coronavirus.

Le malattie dell’apparato respiratorio non legate al Coronavirus

Anche se in questo momento sembra che il COVID-19 sia l’unica malattia presente, dobbiamo ricordare che continuano a esistere altre patologie, comprese quelle delle vie aeree. Continuiamo a prendere il raffreddore e a soffrire di sinusite, bronchite acuta o rinite allergica.

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In caso di dubbio, il medico ci aiuta a differenziare i sintomi. L’automedicazione non è invece consigliata, neanche in questo momento, men che meno ricorrendo a medicinali avanzati in casa da precedenti condizioni.

Dovremo inoltre fare attenzione a eventuali sintomi alla chiusura della quarantena. Quando cominceremo di nuovo a muoverci con relativa normalità, tutti i quadri respiratori circoleranno con noi.

Nel frattempo, avremo acquisito buone abitudini di igiene. Abbiamo imparato a lavarci spesso le mani, a tossire o starnutire nella piega del gomito, a mantenere le distanze se sviluppiamo qualche sintomo.

Salute delle vie respiratorie e COVID-19: serve il nostro impegno

Abbiamo spesso sentito dire e detto che la salute è responsabilità di tutti. Lo stesso vale per la salute delle vie respiratorie in questo momento delicato. Non riguarda solo il paziente con BPCO, ma l’intera comunità che deve preoccuparsi di proteggere i gruppi più vulnerabili.


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