
Le tradizioni di capodanno nel mondo ci ricordano che ogni inizio è sacrosanto ed eterno. Lo festeggiavano già i nostri…
Se nel nostro ambiente è presente una persona passivo-aggressiva, dobbiamo cercare di aiutarla. Invece di allontanarci, dobbiamo fare in modo che trovi una soluzione a quella frustrazione che si porta dentro.
La persona passivo-aggressiva soffre in realtà di un disturbo della personalità.
Le sue principali caratteristiche comportamentali risiedono nell’ostinazione continua, nel reagire in modo forte di fronte alle richieste degli altri e nel mostrare sempre un atteggiamento negativo e disfattista, passivo o aggressivo.
Convivere con loro è complesso e spossante.
Come sempre succede nei disturbi della personalità, c’è chi mostra meno caratteristiche e chi le accumula tutte. Tuttavia, è chiaro è che la sua capacità di manipolazione è talmente debole che costruisce relazioni marcate sempre da grande sofferenza e infelicità.
È possibile che attualmente stiate convivendo con una di queste persone. Magari avete anche un familiare o un collega di lavoro con questo tipo di disturbo.
Se così fosse, è bene che sappiate che esistono strategie per affrontarlo e adeguate terapie psicologiche con cui ridurre tali comportamenti negativi e ostili, causati quasi sempre da due fattori piuttosto fondamentali: l’ira e la frustrazione.
Oggi nel nostro blog vi proponiamo di scoprire un po’ più su questo tipo di disturbo.
Innanzitutto, una cosa che dobbiamo chiarire è che non tutte le persone con questo tipo di disturbo si caratterizzano per i comportamenti che abbiamo messo in evidenza in questo articolo.
Una cosa, però, che sfoggia immediatamente il passivo- aggressivo è l’arte di mettere in pratica una chiara ostilità ricoperta da “zollette di zucchero”.
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Ciò significa che è in grado di farci del male in modo ardente simulando affetto quando in realtà ciò che cela questo atteggiamento è un desiderio espresso di umiliare, controllare o ridicolizzare.
Ecco dunque le caratteristiche fondamentali di coloro che soffrono di tale disturbo.
Questa è la prima cosa che pensiamo. Perché agiscono in questo modo se, a lungo termine, ciò che ottengono è una maggiore frustrazione e relazioni sociali disfunzionali?
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Ecco alcune spiegazioni:
Probabilmente, la prima cosa che ci viene in mente è quella di fuggire da questo tipo di persone.
Ebbene, sappiate che questa non è la soluzione adeguata, per varie ragioni.
La prima è che potremmo essere noi a soffrirne e la seconda è che non sempre possiamo o dobbiamo fuggire da ciò che ci turba o ci risulta difficile da gestire.
Dobbiamo essere espliciti con loro, mettere dei limiti, essere ragionevoli e suggerire opzioni corrette al loro comportamento.
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La persona passivo-aggressiva soffre di una grave sindrome di inferiorità, una gestione immatura delle sue emozioni e un’autostima molto bassa.
Nessuno può essere competente né a livello sociale né affettivo con queste carenze e con questi limiti. Per questo è importante trovare il coraggio di chiedere aiuto ad un professionista.
La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, in questi casi è consigliabile.
È necessario ricordare che il passivo-aggressivo non è un malato, è solo qualcuno che dietro la propria armatura antipatica e il suo comportamento manipolatore nasconde un essere fragile che deve essere aiutato.
Cerchiamo, pertanto, di fare un passo verso il benessere e verso la chiara volontà di voler migliorare mediante una buona terapia.
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