Strongiloidiasi: che cos'è e come si trasmette

Le persone immunodepresse sono più esposte alle complicanze di questa malattia. Rientrano in questo gruppo i pazienti con HIV o che seguono una terapia con steroidi.
Strongiloidiasi: che cos'è e come si trasmette

Ultimo aggiornamento: 20 marzo, 2021

La strongiloidiasi è l’infezione causata dallo Strongyloides stercoralis, un parassita in grado di riprodursi all’interno dell’intestino. Di solito di lieve entità, la malattia può arrivare a essere mortale in caso di sistema immunitario debole.

Si tratta di un problema sanitario nei paesi in via di sviluppo, ma si registrano focolai in tutto il mondo. Vi interessa saperne di più? Continuate a leggere.

Sintomi della strongiloidiasi

Sono diverse le manifestazioni di questa parassitosi, molte delle quali aspecifiche. La diagnosi potrebbe pertanto richiedere un po’ di tempo, a meno che il soggetto non provenga da una zona endemica.

Tra i sintomi più comuni troviamo dolore addominale diffuso, sangue nelle feci, diarrea e vomito occasionale. Altri sintomi non intestinali sono malessere, eruzioni cutanee e dimagrimento immotivato.

Le persone immunodepresse tendono a presentare una forma più grave di questa malattia, come vedremo più avanti.

Cause

L’infezione da Strongyloides stercoralis è la causa della malattia. Questo parassita è caratterizzato da vari cicli vitali durante i quali muta aspetto. In altre parole, si riproduce in modo continuo, fintanto che esiste un ambiente ideale alla sua riproduzione.

L’aspetto più sorprendente di questo parassita è la sua capacità di sopravvivenza nel corpo umano. L’infezione può perdurare per mesi o anni, pur non entrando nuovamente in contatto con il parassita che si riproduce all’interno dell’organismo.

Quest’ultima caratteristica permette di spiegare perché molti casi di strongiloidiasi vengono importati da altri paesi. La sua diffusione è inoltre legata a cambiamenti nelle condizioni di vita degli ambienti rurali.

Donna si sottopone a controllo dell'addome.
I sintomi digestivi causati dalla parassitosi possono estendersi ad altri organi se il parassita riesce a superare la parete intestinale.

Fattori di rischio

Al di fuori del corpo umano, il parassita è in grado di sopravvivere nella terra. Si trova più frequentemente nelle località in cui vi è l’abitudine di defecare all’aperto.

La via di ingresso più comune è la pelle, soprattutto quando si cammina a piedi nudi su un terreno contaminato. Da qui il parassita penetra nel circolo sanguino e nel sistema respiratorio, infine nell’apparato digerente, dove le larve trovano le condizioni ideali per maturare e riprodursi. Pertanto i fattori di rischio principali sono:

  • Vivere in campagna.
  • Cattive condizioni socioeconomiche.
  • Soffrire di qualche forma di immunodepressione.

Diagnosi

Sono diverse le tecniche diagnostiche. Tra queste ricordiamo:

  • Emocromo completo: potrebbe rivelare un aumento degli eosinofili nel sangue, un tipo di cellula legata alla risposta alle infezioni da parassiti.
  • Esame delle feci: sebbene spesso risulti negativo, esistono tecniche specifiche in grado di rilevare il parassita. La più efficace è la tecnica di Baermann.
  • ELISA: è una tecnica di biologia molecolare che permette di identificare gli anticorpi contro il parassita.

Trattamento della strongiloidiasi

Esistono diversi trattamenti specifici per la malattia; oltre a ciò sarà anche necessario controllare le altre condizioni che causano l’immunosoppressione. I farmaci più prescritti sono:

Possibili complicanze

Se il sistema immunitario è indebolito, la riproduzione del parassita risulta accelerata. Ciò potrebbe tradursi in una complicanza chiamata sindrome da iperinfestazione, in cui i parassiti riescono a superare le pareti dell’intestino.

In questo modo raggiungono altri organi come il cervello, il fegato e le vie urinarie. Ognuna di queste forme è di solito associata a diarrea, dolore intenso, febbre e deperimento cronico.

I sintomi tendono a comparire nei periodi di immunodepressione e in caso di terapia a base di corticosteroidi.

Campione per esame delle urine.
Gli esami delle feci permettono di individuare alcune forme di parassitosi, se presenti nell’intestino.

Decorso della malattia e prevenzione

In pochi casi questo tipo di infezione evolve un in quadro clinico grave. La malattia, infatti, può persistere senza manifestare sintomi per anni, grazie alla capacità del parassita di vivere e riprodursi nell’intestino dell’uomo.

Nonostante ciò, a causa dei potenziali effetti negativi sulla salute che possono scaturire nei casi più gravi, in alcune aree geografiche si consiglia una diagnosi preventiva della strongiloidiasi prima di iniziare alcuni trattamenti steroidei.

Altre misure preventive di base includono l’uso di calzature di sicurezza per i lavoratori nelle zone rurali e un’adeguata igiene personale. Sarà bene, inoltre, educare i bambini sui rischi di portare le mani sporche di terra alla bocca durante le attività all’aperto.

Strongiloidiasi

Sebbene la maggior parte dei casi sia stata registrata nei paesi in via di sviluppo, esistono ancora zone endemiche nei paesi sviluppati. Incoraggiare corrette abitudini igieniche è di solito una prevenzione sufficiente. In ogni caso è sempre consigliabile rivolgersi al medico curante se si sospetta questa malattia.


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