I chirurghi che devono praticare l’asportazione dell’utero a una donna possono scegliere tra diversi tipi di isterectomia. Questa scelta sarà basata sul quadro clinico della paziente e sul suo stato di salute nel momento in cui l’operazione deve essere realizzata.
È importante che la donna sia parte attiva della decisione sul tipo di isterectomia che verrà praticata. Bisogna capire, infatti, che le conseguenze che ne derivano non sono uguali per tutte le modalità disponibili.
L’esecuzione di un’isterectomia rappresenta una decisione difficile. Per quanto esistano indicazioni precise e, in generale, si tratti di un’operazione inevitabile per determinate patologie, non si tratta mai di una scelta piacevole.
L’isterectomia, come indica il nome stesso, consiste nell’asportazione dell’utero dal corpo della donna. Una volta che l’intervento chirurgico è stato realizzato, di qualunque tipo si tratti, la persona perde la capacità di riprodursi. In altre parole, non potrà avere mai più figli.
Proprio per questa ragione, nell’ordinamento legislativo della maggior parte dei paesi del mondo, si stabilisce chiaramente che la donna deve fornire il proprio consenso informato in maniera chiara e inequivocabile. Nessun medico può praticare un’isterectomia senza che la paziente firmi il proprio consenso.
Casi in cui si effettuano i vari tipi di isterectomia
Come abbiamo appena detto, in molti casi l’isterectomia rappresenta una scelta inevitabile. Purtroppo, alcune patologie non possono trovare altra soluzione diversa dall’asportazione dell’utero.
Prima di vedere in dettaglio quali sono i diversi tipi di isterectomia, iniziamo illustrandovi alcune delle indicazioni più comuni che portano a questo intervento chirurgico.
Cancro dell’utero
È la malattia che più di frequente porta all’isterectomia. Anche se esistono opzioni che prevedono l’impiego di chemioterapia e radioterapia, è possibile che l’estrazione dell’organo sia assolutamente necessaria.
Nonostante i progressi realizzati nel trattamento di questa patologia, se identificata in stato avanzato o se le terapie adottate falliscono, non c’è altra scelta che ricorrere all’isterectomia.
Prolasso dell’utero
Nel prolasso, l’utero scende dalla sua posizione normale provocando diversi sintomi e disturbi nella donna. Se il prolasso non è molto grave, è possibile risolvere il problema ricorrendo ad altri procedimenti chirurgici. Se però si tratta di un prolasso grave che peggiora la qualità della vita, allora l’isterectomia rappresenta una scelta praticabile.
Leiomioma
I leiomiomi dell’utero costituiscono, in realtà, una tumescenza del muscolo e del tessuto fibroso che si sviluppa nella parete uterina.
Provocano la deformazione dell’organo e, a volte, emorragie abbondanti e dolorose. L’isterectomia non rappresenta la terapia più indicata per il trattamento di questi casi, ma potrebbe essere necessaria.
Endometriosi
Questa patologia prevede la crescita di tessuto endometriale al di fuori dell’utero, che è la zona in cui normalmente si trovano queste cellule. I sintomi sono molto variegati, così come le possibilità di trattamento.
Se però le misure conservative falliscono, è necessario ricorrere a un tipo di isterectomia definito radicale, che consiste nell’asportazione di quasi tutti gli organi genitali femminili.
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Quali sono le conseguenze dei vari tipi di isterectomia?
Dopo un intervento di isterectomia, i cicli mestruali si interrompono definitivamente. Il che significa che la donna smette di avere le mestruazioni, anticipando così la menopausa, nel caso di una persona ancora in età fertile.
In assenza di cicli mestruali, si annullano le possibilità che si verifichi una gravidanza. Per questa ragione, in questi casi si parla di menopausa precoce. Ma è possibile che l’isterectomia venga praticata anche a donne che si trovano già in menopausa e in questi casi l’infertilità non viene anticipata.
Esiste un tipo di isterectomia che prevede la conservazione delle ovaie; di conseguenza la produzione ormonale non viene interrotta. Anche se in questi casi la menopausa non si presenta subito, è stato osservato che il periodo della perimenopausa viene anticipato.
Per quanto riguarda il test di Papanicolaou, le donne che hanno subito un’isterectomia parziale devono continuare a sottoporsi a questo screening. Nell’isterectomia parziale, infatti, non viene rimosso il collo dell’utero, dove può insediarsi il cancro da virus del papilloma umano.
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Tipi di isterectomia
Nelle prossime righe vi illustriamo i tipi di isterectomia disponibili. Dobbiamo distinguere tra le vie di accesso attraverso le quali viene effettuato l’intervento chirurgico e le tecniche impiegate.
Per quanto riguarda il primo punto, le possibili vie di accesso sono l’addome e la vagina, a cielo aperto o con laparoscopia. Poi, però, è possibile scegliere tra diversi approcci finali:
- Totale. L’isterectomia totale veniva in passato chiamata isterectomia semplice. Consiste nell’asportazione dell’intero utero, lasciando le ovaie e le tube di Falloppio.
- Sopracervicale. Si conserva il collo uterino, asportando solo la parte superiore dell’utero. Vengono mantenute anche le ovaie e le tube di Falloppio.
- Radicale. È la forma di isterectomia più aggressiva. Si estirpano l’utero completo, le ovaie e le tube di Falloppio. È nota anche con il nome di svuotamento completo.
In conclusione
Esistono diversi tipi di isterectomia. Il medico curante ha il compito di proporre la tecnica più adatta al caso clinico in questione, ma la donna deve sempre fornire il proprio consenso informato.
Dopo l’isterectomia, non si avranno più le mestruazioni e la menopausa verrà anticipata. Purtroppo, a volte non rimane nessun’altra opzione terapeutica ed è necessario ricorrere all’asportazione per salvare la vita della paziente.
Bibliografia
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