
Le stomie sono aperture create chirurgicamente in modo da permettere la fuoriuscita di sostanze di scarto. In alcuni casi vengono…
Dopo il trapianto della cornea è necessario osservare in modo scrupoloso una serie di attenzioni, al fine di evitare di prolungare inutilmente il recupero.
Il trapianto della cornea, chiamato anche cheratoplastica, consiste nella sostituzione del tessuto corneo danneggiato o malato con altro tessuto proveniente da donatore.
Lo scopo principale è migliorare la capacità visiva del paziente. L’intervento permette di ripristinare la struttura della cornea e di eliminare il tessuto infiammato che non risponde più a trattamento medico.
Il trapianto di cornea è l’unica soluzione quando questa parte dell’occhio è danneggiata in modo molto grave. Tuttavia, vale la pena di sottoporsi a questa operazione solo quando l’interno dell’occhio, ovvero la retina e il nervo ottico, funzionano ancora in modo adeguato. Tra i fattori che possono lesionare la cornea ricordiamo:
L’occhio è costituito da una serie di complesse strutture, tra cui la cornea che permette il passaggio della luce all’interno dell’occhio. La sua presenza garantisce la protezione dell’iride e del cristallino.
La cornea è dotata di proprietà ottiche di rifrazione; una struttura trasparente e una tipica curvatura le permettono di svolgere le sue funzioni:
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Esistono due tipi principali di trapianto della cornea:
La seconda sta diventando sempre più diffusa e preferita rispetto al trapianto di tipo penetrante.
È l’unica soluzione nel caso in cui tutti gli strati della cornea siano danneggiati. Presenta un notevole svantaggio: l’endotelio trapiantato è una delle cause principali di rigetto.
Questo intervento prevede un periodo di recupero molto lento, talvolta fino a 12 mesi. La maggior parte dei pazienti operati, tuttavia, comincia a notare un miglioramento già dai primi giorni successivi all’operazione.
Trascorso un anno, il chirurgo rimuove i punti di sutura residui. Si conoscerà il risultato definitivo solo dopo l’eliminazione completa dei punti. Il paziente si sottoporrà a un minimo di dieci visite dopo l’intervento. Circa il 15% dei pazienti avrà bisogno di ricorrere alle lenti, il 10%, invece, dovrà correggere un astigmatismo residuo.
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Possiamo distinguere due tipi di intervento:
Al fine di rendere più veloce ed efficace la guarigione, sarà bene: