Uso del plasma dei pazienti guariti dal Covid

Studiare il sangue dei pazienti guariti dal Coronavirus potrebbe essere utile per la trasfusione di anticorpi a un'altra persona ancora affetta dall'infezione. Cosa sappiamo al riguardo? Ne parliamo in questo articolo.
Uso del plasma dei pazienti guariti dal Covid
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

Il Sars-Cov-2 è il virus responsabile della pandemia che sta affliggendo il mondo. Poiché si tratta di un virus nuovo, non esiste alcuna terapia comprovata né se ne conoscono bene tutte le caratteristiche. Per questo motivo sono in corso diversi studi sul possibile uso del plasma dei pazienti guariti dal Covid, nel tentativo di giungere a un possibile trattamento.

A essere precisi, i Coronavirus sono una famiglia di virus. Il nuovo Coronavirus ha avuto origine nella città di Wuhan, nel dicembre 2019. Come dicevamo, trattandosi di una situazione inattesa, non esistono ancora studi che possano effettivamente dare certezza su un qualche aspetto relativo al virus.

Tuttavia, grazie a tutte le ricerche in corso, ogni giorno sappiamo qualcosa in più su vari aspetti della malattia. Per esempio, i fattori di rischio che inducono alla morte o quali farmaci potrebbero essere più efficaci per i vari pazienti.

In questo articolo approfondiremo lo studio attualmente in corso sull’analisi del plasma dei pazienti guariti dal Coronavirus, in vista di trasfusioni destinate ad altri pazienti ancora infetti. Si tratta di una tecnica altamente efficace per altre malattie.

Perché fare uso del plasma dei pazienti guariti dal Covid?

Scienziata che realizza una analisi al microscopio
La trasfusione di sangue appartenente a soggetti guariti dal Coronavirus ha lo scopo di sfruttare gli anticorpi in esso sviluppatisi al fine di contrastare il virus presente nel corpo dei pazienti in condizioni critiche.

La trasfusione di sangue proveniente da pazienti guariti da Covid è una tecnica già attualmente in uso e che è oggetto di studi. Questa stessa tecnica era già stata applicata in passato per altre infezioni, come l’ebola.

Questo trattamento si basa su un meccanismo che prende il nome di immunità passiva. Una persona guarisce da un’infezione grazie ad alcune molecole specifiche che reagiscono al virus responsabile della malattia. Ci riferiamo agli anticorpi.

Questi anticorpi circolano nel sangue del paziente e sono in grado di neutralizzare il virus. L’idea è che introducendoli nell’organismo di una persona colpita dall’infezione, la si potrebbe aiutare nella lotta contro il virus.

Al momento attuale questa tecnica è in fase di sperimentazione negli Stati Uniti e in alcune città della Spagna ed è applicabile solo su pazienti in situazione critica. Prima di procedere, inoltre, bisogna dimostrare che non vi sia alcuna traccia di Coronavirus nel corpo del soggetto a cui fare il prelievo.

Come avviene l’uso del plasma dei pazienti guariti?

Trasfusione di sangue e uso del plasma dei pazienti guariti da covid
Prima di eseguire questa tecnica, è fondamentale accertarsi che il paziente guarito abbia smaltito del tutto il virus dal proprio corpo. Oltretutto, l’esame va eseguito solo su pazienti in condizioni critiche.

Per poter impiegare il sangue come trattamento di un paziente affetto da Coronavirus è necessario che vengano soddisfatti determinati criteri. Innanzitutto, come già detto, è fondamentale verificare che il corpo dell’altra persona si sia liberato del tutto del virus.

Per esserne certi, verrà eseguito un esame chiamato PCR. Al tempo stesso, il soggetto non dovrà presentare alcun sintomo di infezione. Inoltre, il paziente che riceverà il sangue dovrà trovarsi in stato critico, visto che gli scienziati non sono ancora certi dell’efficacia del trattamento.

In realtà, il campione estratto dalla persona guarita consiste in infusioni di plasma. Il plasma è il liquido presente nel sangue, privato delle cellule ematiche. Questo plasma contiene gli anticorpi teoricamente necessari a neutralizzare il virus.

Gli scienziati misurano i livelli di anticorpi e verificano l’assenza di altre malattie nel plasma. Una volta fatto tutto questo, si procede alla trasfusione dello stesso nel corpo del paziente colpito da infezione attiva.

Trasfusioni di sangue in caso di coronavirus: cosa bisogna mettere in chiaro?

L’uso del plasma contenente anticorpi in caso di infezione è una tecnica piuttosto antica e ha dato buoni risultati durante l’influenza spagnola o l’ebola. Per quanto riguarda il nuovo Coronavirus, tuttavia, si tratta di uno studio ancora in corso.

In seguito a ciò, sebbene si possa ipotizzare un possibile trattamento e si stia iniziando a testare questa tecnica, non possiamo ancora assicurarne l’efficacia. Visti gli esiti precedenti, però, la maggior parte degli scienziati è speranzosa.


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