Dopo il parto e quando si entra in contatto immediato con il neonato, è molto comune notare come la sua pelle sia ricoperta da uno strato biancastro. Si chiama vernix o vernice caseosa, inizia a formarsi intorno alla 20a settimana di gravidanza e la sua funzione principale è quella di agire da barriera protettiva.
Nell’utero protegge il feto dalla macerazione del liquido amniotico e lo aiuta nelle fasi di maturazione della pelle. Appena nato, il bambino continua a beneficiarne, poiché lo mantiene idratato e lo protegge da infezioni o lesioni.
Per questo motivo è comprensibile che molti reparti maternità scelgano di posticipare di qualche ora il bagnetto del bambino. L’obiettivo è mantenere intatto questo strato di crema naturale senza che sia un impedimento al primo contatto pelle a pelle.
Che cos’è la vernice caseosa?
Questo strato è una specie di copertina che copre la delicata pelle del bambino dall’ultimo trimestre di gravidanza fino a pochi giorni dopo la nascita. È costituito da secrezioni prodotte delle ghiandole sebacee e resti dell’epidermide fetale.
È composto per l’81% di acqua, il 9% di lipidi e il 10% di proteine, come indicato dalla ricerca “Svelare il mistero della vernix caseosa”. Il 39% delle proteine identificate sono componenti dell’immunità innata e il 29% ha proprietà antimicrobiche.
Può coprire l’intero corpo del bambino, oppure solo la schiena, il petto e le pliche. In questo influisce notevolmente la settimana di gestazione in cui avviene il parto, poiché verso la fine della gravidanza la vernix scompare. Viceversa, prima avviene il parto, più il neonato ne avrà.
La vernice caseosa funziona da sistema di difesa, poiché contiene proteine antimicrobiche che forniscono protezione antimicotica e inibizione delle proteasi, nonché inattivazione dei parassiti.
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Le funzioni della vernice caseosa
Tra le principali funzioni c’è quella di agire da protezione naturale del bambino, dal grembo materno fino a pochi giorni dopo la nascita. È anche uno strumento per adattarsi al mondo extrauterino dal punto di vista della temperatura.
Nella vita intrauterina, questo strato svolge le seguenti funzioni:
- Poiché ingerita, la vernice caseosa stimola lo sviluppo dell’intestino del bambino, grazie agli amminoacidi contenuti.
- Facilita la crescita epidermica.
- Ha un effetto impermeabilizzante sul feto.
Dalla nascita, le funzioni più importanti sono:
- Azione antiossidante, poiché contiene melanina e alfa-tocoferolo (vitamina E).
- Protegge la pelle del neonato, che è priva di flora batterica.
- Agisce come cicatrizzante contro qualsiasi ferita o graffio, poiché vi è la glutammina tra i suoi amminoacidi.
- Mantiene la pelle del bambino idratata, grazie alla sua consistenza acquosa.
- Favorisce la termoregolazione nel neonato, nel periodo di adattamento alla temperatura extrauterina.
Quando fare il primo bagnetto al neonato?
Su questo punto non esiste un consenso unanime. Dipende dalla decisione dei genitori, secondo le raccomandazioni del pediatra o dal reparto maternità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di attendere circa sei ore. Posticipare il bagnetto prolunga i benefici della vernice caseosa, che verrà in parte riassorbita dalla pelle del bambino.
Dipende quindi dai criteri del personale sanitario. Cercare di rimuovere la vernice caseosa può essere un’azione inutilmente aggressiva, poiché scomparirà naturalmente pochi giorni dopo il parto. Può essere pulita delicatamente con un panno umido per rimuovere i principali residui.
Fare il bagno al bambino anche una settimana dopo la nascita, non porterà alcun inconveniente. Gli specialisti raccomandano di non iniziare fino a quando la temperatura del bambino non sia stabile. Sarà inoltre essenziale usare un sapone neutro, privo di profumo.
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Ritardare il primo bagno
In conclusione, non è consigliabile eliminare immediatamente la vernice caseosa come misura igienica. È sufficiente detergerla in modo superficiale, soprattutto se sono presenti macchie scure indicative di tracce di meconio.
Contrariamente al bagno di rito che si usava per presentare il neonato alla madre, gli studi indicano sempre più che è meglio non farlo. Lasciare che questo manto protettivo naturale venga assorbito per una migliore idratazione della pelle del bambino è l’ideale.
Ciò garantisce una maggiore protezione contro i batteri e l’ambiente esterno dopo il parto.
Bibliografia
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