
Esiste un grande gruppo di frutti che si ossidano rapidamente a contatto con l’aria. Questa ossidazione non significa che il cibo non sia più adatto al consumo, ma che si sono verificati alcuni cambiamenti che devono essere presi in considerazione.…
Alcuni pesci sono molto grassi e questo fa sì che vi si concentrino alti livelli di mercurio e che siano, quindi, pericolosi per la nostra salute
Una delle carni più sane e gustose è quella del pesce, un alimento che dovrebbe far parte della nostra dieta regolare. Viene consigliato da medici e nutrizionisti, tuttavia al momento dell’acquisto ci sono alcuni fattori da considerare e invece sottovalutati, soprattutto per alcuni tipi di pesce. Uno di questi è la presenza del mercurio.
È da tempo, ormai, che diversi studi hanno confermato la presenza di metalli pesanti nel pesce, tra cui spicca il metilmercurio (composto organico derivato dal mercurio). È un elemento molto pericoloso per la nostra salute, naturalmente se ingerito in alte quantità.
La potenziale tossicità però non si ferma solo al mercurio: nel grasso del pesce, infatti, si depositano altri agenti nocivi. Si tratta di elementi inquinanti, che i pesci assumono dall’ambiente.
Derivati della plastica o sostanze chimiche varie sono responsabili della contaminazione dei pesci che finiscono sulle nostre tavole come alimento “sano”.
Occorre tenere presente che un elemento come il mercurio non può essere smaltito; si accumula fino a raggiungere concentrazioni pericolose.
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Prendendo in considerazione il grado di inquinamento dei pesci, è bene conoscere in quali specie si concentra maggiormente il mercurio.
Uno dei pesci più facilmente reperibili sul banco del pesce è il tonno, di cui esistono diverse specie. In questo caso è meglio evitare di mangiare troppo spesso il tonno rosso.
Questo consiglio riguarda soprattutto i bambini e le donne in gravidanza. Il tonno rosso andrebbe consumato al massimo una volta alla settimana.
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Tra le varietà di pesce meno sane, troviamo il pangasio. Proviene dal Vietnam ed è apprezzato soprattutto perché è facile da mangiare, avendo una carne priva di spine. È simile alla sogliola ma costa meno.
Per prima cosa, il suo valore nutrizionale è poco convincente, a cominciare dalla scarsa quantità di acidi grassi omega 3.
Inoltre, il pangasio è risultato inquinato dal trifluralin, un diserbante pericoloso per la nostra salute.
È uno dei più comuni sulle nostre tavole, cucinato anche come variante più economica del pesce spada; tuttavia, le sue grandi dimensioni rappresentano uno svantaggio.
La grande quantità di grasso, infatti, favorisce l’accumulo di cadmio e di mercurio, entrambi tossici. È bene, pertanto, limitarne il consumo.
Anche lo sgombro viene consumato regolarmente ed è spesso presente nei menù dei ristoranti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha dichiarato però un alimento a rischio.
Si tratta, infatti, di uno dei pesci a tasso più elevato di mercurio: meglio evitarlo o, per lo meno, meglio non mangiarlo regolarmente.
Se i pesci menzionati finora sono comuni, che dire della tilapia? È senza dubbio uno dei più commercializzati e consumati.
Si tratta, purtroppo, di uno dei pesci più pericolosi per il nostro organismo. Oltretutto la tilapia, che si può paragonare alla pancetta in quanto a contenuto di grasso, favorirebbe la comparsa del colesterolo LDL o cattivo.
Meglio, quindi, mangiarla con moderazione specialmente se soffrite di artrite, asma o malattie cardiache.
Il pesce spada si ciba di pesci più piccoli e raggiunge notevoli dimensioni. Questo lo rende un enorme deposito di grasso e quindi di mercurio. Anche in questo caso sarebbe bene limitarne o evitarne il consumo.