L’HIV è sempre stata una malattia implacabile. Tuttavia, le ricerche condotte fino a oggi allo scopo di scoprire una cura hanno dato come risultato un vaccino anti-HIV che inizierà a essere testato sugli esseri umani a partire dal 2019.
I ricercatori continuano gli studi per trovare la giusta cura per le diverse malattie che inizialmente sembrano non dare via di scampo. Ricordiamo i vaccini (Cervarix e Gardasil) contro il virus del papilloma virus, e il 2019 potrebbe essere l’anno di svolta con il vaccino anti-HIV.
Grandi miglioramenti si sono verificati anche per quanto riguarda il trattamento del tumore al seno. Nel giugno 2018 uno studio pubblicato su Nature Medicine testimonia il caso di una donna con metastasi che è riuscita a guarire sottoponendosi a immunoterapia.
Gli incoraggianti risultati del vaccino anti-HIV
I ricercatori dell’Istituto Nazionale Allergie e Malattie Infettive degli Stati Uniti si sono avventurati nella sperimentazione di un vaccino in laboratorio. Il vaccino contro l’HIV è il risultato di numerosi studi e ha dato esito positivo su topi, porcellini d’india e scimmie.
Il successo di questi ultimi anni dà ai ricercatori delle speranze sulla possibilità che possa funzionare sugli esseri umani, e anche molto bene. La procedura portata a termine per elaborare il vaccino anti-HIV è la seguente:
- Individuare gli anticorpi: i ricercatori si sono dedicati allo studio e alla scoperta degli anticorpi in grado di neutralizzare il ceppo dell’HIV.
- Aumentare gli anticorpi: dopo il passaggio appena descritto, sono stati aumentati gli anticorpi immuni alla struttura proteica della malattia.
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La proteina dell’HIV
I ricercatori si sono resi conto che per elaborare il vaccino avrebbero avuto bisogno che si legasse a una proteina presente sulla superficie del virus dell’HIV. Questo elemento è conosciuto come peptide di fusione dell’HIV-1.
È importante sottolineare che i ricercatori hanno individuato questo peptide per la prima volta nel 2016, quando già circolava l’idea di un possibile vaccino anti-HIV e grazie a un paziente che conviveva con questa malattia già da diversi anni. L’analisi degli anticorpi che il corpo del paziente produceva spontaneamente e che paralizzavano l’HIV è stato il punto di partenza.
Il sistema immunitario e l’HIV
Il vaccino contro l’HIV è stato provato prima di tutto sui topi, quindi sui porcellini d’india e, infine sulle scimmie Rhesus. I risultati furono sorprendenti e lasciarono i ricercatori entusiasti della scoperta fatta.
Il sistema immunitario degli animali, ricevuto il vaccino, iniziò a produrre anticorpi che si legavano alla proteina di fusione neutralizzando il virus. Il successo ottenuto sui porcellini d’india e sulle scimmie è un grande indicatore del fatto che il vaccino potrebbe funzionare sugli esseri umani.
Tuttavia, i ricercatori si sono dati un margine di tempo lungo per continuare a eseguire test, in modo da verificare l’efficacia del vaccino; lo scopo è studiarne gli effetti sugli umani e ottenere risultati positivi come quelli riscontrati sull cavie da laboratorio.
Dovremo attendere fino alla metà del 2019 affinché il vaccino contro l’HIV diventi accessibile e inizi a essere testato sugli umani. Per il momento, però, tutto fa ben sperare nel successo della cura.
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L’impatto dell’HIV oggi
Sebbene oggi esistano metodi per prevenire l’HIV, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) questa malattia continua a essere un grave problema in alcune parti del mondo in cui non sono presenti le risorse necessarie per la prevenzione.
Fino a oggi, la medicina è riuscita a prevenir ed evitare la trasmissione dell’HIV da madre a figlio. Contemporaneamente è migliorata la qualità di vita delle persone sieropositive grazie alle terapie antiretrovirali.
La possibilità di un vaccino contro l’HIV ci fa ben sperare che questa malattia sia in procinto di scomparire del tutto. Qualcosa di impensabile solo fino a qualche anno fa, quando causava la morte di numerose persone.
Bibliografia
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