Analisi delle urine: quali disturbi è possibile rilevare?

L'obiettivo principale di questo esame medico è stabilire la presenza o l'assenza di determinati componenti nelle urine.
Analisi delle urine: quali disturbi è possibile rilevare?
Leonardo Biolatto

Revisionato e approvato da il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 05 novembre, 2022

Le analisi delle urine aiutano a stabilire la presenza o l’assenza di determinate sostanze nelle urine e, quindi, di una possibile malattia o di un disturbo. Quest’informazione è essenziale per formulare una diagnosi.

Si tratta di un test diagnostico volto a rilevare diversi disturbi di salute. Queste analisi esaminano l’aspetto, la concentrazione e il contenuto di un campione di urina. I risultati possono suggerire la presenza di una malattia che verrà poi confermata con altri metodi.

È importante notare che le analisi delle urine non consentono, da sole, di ottenere una diagnosi definitiva. Sarà, infatti, il medico a interpretare i risultati. Vengono eseguite per stabilire la presenza di un disturbo, ma anche per prevenirlo o monitorarlo.

Le analisi delle urine rilevano sostanze che il corpo non è in grado di trattenere o, viceversa, che devono essere eliminate. Con solo 10 millilitri di urina, è possibile ottenere chiare indicazioni di un buon numero di malattie come diabete, mieloma multiplo e insufficienza renale.

A cosa servono le analisi delle urine?

In termini generali, il medico richiede le analisi delle urine per uno dei seguenti scopi:

  • Valutare la funzionalità dei reni: la densità delle urine consente di stabilire se i reni funzionano correttamente o meno.
  • Rilevare la presenza di germi: in caso di sospetta infezione alle vie urinarie, verranno prescritte le analisi delle urine per rilevare la presenza di germi e/o per identificare il tipo esatto di germe che è presente grazie a una successiva urinocultura.
  • Rilevare la presenza di alcune sostanze: ci sono sostanze che in condizioni normali non dovrebbero essere presenti nelle urine. Se lo sono, possono indicare un disturbo di salute.
  • Valutare l’impatto di alcune malattie o farmaci: la presenza o i livelli di alcuni elementi consente di stabilire se una malattia è migliorata o peggiorata o se un farmaco ha causato un effetto collaterale indesiderato.
Prescrizione delle analisi delle urine

Tipi di analisi delle urine

Esistono diversi tipi di analisi delle urine a seconda della procedura utilizzata per eseguirle e dello scopo per cui vengono prescritte. I più comuni sono i seguenti:

  • Urinoscopia: è l’analisi dell’aspetto delle urine a occhio nudo. Colore, torbidità e odore forniscono dati importanti, ma non definitivi.
  • Sedimento urinario: si effettua in laboratorio e consiste nella separazione dei liquidi dai solidi presenti nelle urine. Questi ultimi vengono esaminati al microscopio per determinare la presenza di determinate particelle o elementi cellulari.
  • Esame biochimico: si effettua in laboratorio e consente di stabilire la presenza di alcune sostanze o elementi che possono essere indicativi di una malattia. È un’analisi più approfondita condotta da biochimici con tecniche speciali.
  • Esame microbiologico: si tratta dell’esame colturale delle urine, anche chiamato urinocoltura, in grado di stabilire se vi è un’infezione, nonché di identificare il germe che la provoca.

I risultati delle analisi delle urine

Diagnosi del medico in base ai risultato delle analisi delle urine
Il medico indicherà quali analisi fare e in quale momento dell’iter diagnostico.

La prassi è quella di effettuare un’osservazione generale delle urine per rilevare eventuali caratteristiche anomale nell’aspetto. In condizioni normali, le urine sono trasparenti e non emanano un forte odore. Se appaiono torbide o emette un odore molto forte, si può sospettare un problema.

In seguito a questa prima analisi superficiale, si procede con una striscia reattiva. Si applica, quindi, un piccolo campione di urine e si osservano le strisce: se cambiano colore significa che è  presente una sostanza che non dovrebbe trovarsi nelle urine; viceversa, è tutto sotto controllo. Questo strumento rileva:

  • Acidità o pH: se è anomalo, suggerisce problemi al livello del tratto urinario o dei reni.
  • Densità: l’alta densità è un sintomo di disidratazione.
  • Proteine: l’elevata presenza di proteine ​​suggerisce un problema ai reni.
  • Glucosio: se le urine contengono glucosio, il paziente potrebbe soffrire di diabete.
  • Corpi chetonici: anch’essi indicativi di diabete e, in particolare, di scompensi che potrebbero essere gravi.
  • Bilirubina: la sua presenza suggerisce la presenza di malattie epatiche o danni al fegato.
  • Sangue: può essere un segno di infezione, disturbo ai reni, calcoli renali, tumore ai reni o alla vescica. È un segno che richiede l’esecuzione di metodi di analisi più precisi per formulare la corretta diagnosi.
  • Nitriti o leucociti esterasi: suggeriscono la presenza di un’infezione.

In conclusione

La presenza di alcune sostanze nelle urine richiede un’analisi di laboratorio più dettagliata, come quella del sedimento urinario, un esame biochimico o microbiologico. Sarà il medico a determinare i passaggi da seguire. È essenziale seguire le sue istruzioni per evitare di saltare qualsiasi passaggio e soprattutto rivolgersi sempre al professionista se si notano alterazioni nelle urine.

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  • del Carmen Laso, M. (2002). Interpretación del análisis de orina. Archivo argentino pediatría, 100(2), 179.

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