Asma in gravidanza: possibili rischi per la madre e il feto

L'asma in gravidanza rappresenta un fattore di rischio per la madre e per il feto e deve essere tenuta sotto controllo fin dall'inizio.
Asma in gravidanza: possibili rischi per la madre e il feto
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

L’asma in gravidanza rappresenta un fattore di rischio per il feto e per la madre. Si calcola che tra il 3 e il 6% della popolazione mondiale soffre di questa malattia; ciò la rende un quadro clinico molto frequente.

Per asma si intende un’ostruzione dei bronchi. Questa ostruzione provoca difficoltà nella meccanica respiratoria, soprattutto nell’espirazione, ed è di natura infiammatoria.

Si tratta, inoltre, della malattia respiratoria che tende a presentare maggiori complicazioni durante la gestazione, come riportato dallo studio pubblicato sulla Revista Española de Alergología e Inmunología Clínica. Secondo le statistiche, tra il 4 e il 7% delle gestanti presenta, in una fase della gravidanza, complicazioni associate all’asma. È tuttavia improbabile che la malattia si manifesti durante il parto.

Il periodo peggiore coincide con la fine del secondo trimestre, per l’esattezza tra la 17a e la 24a settimana di gravidanza. Proprio in questa fase è documentata la maggiore quantità di visite per asma in gravidanza. Al contrario, il numero più basso si registra nell’ultimo mese di gestazione.

Conseguenza dell’asma in gravidanza

Se la gestante asmatica non si sottopone ai necessari controlli, possono presentarsi diverse complicazioni a causa di un’insufficiente quantità di ossigeno. La donna condivide l’ossigeno in circolo nel suo sangue con il feto, dunque una riduzione dello stesso interessa entrambi.

L’asma in gravidanza, come sottolinea una ricerca pubblicata sulla Revista de asma, può causare alla donna i seguenti disturbi:

  • Iperemesi gravidica: consiste nella comparsa, prolungata nel tempo, di episodi di vomito. Non si tratta della tipica nausea mattutina del primo trimestre. In questo caso, gli episodi sono frequenti e provocano dimagrimento.
  • Preeclampsia: è conosciuta anche come tossiemia gravidica. Si tratta di una sindrome caratterizzata da un aumento della pressione sanguigna della madre, edemi dovuti alla ritenzione idrica e perdita di proteine attraverso l’urina (proteinuria).
  • Ipertensione gestazionale: l’aumento dei valori della pressione arteriosa.
  • Parto prematuro: sebbene l’asma non si presenti con frequenza durante il parto, il travaglio potrebbe sopraggiungere precocemente a causa di tale condizione.
Asma in gravidanza e misurazione della pressione.
La preeclampsia è una delle complicazioni dell’asma in gravidanza. Comporta seri rischi, di conseguenza bisogna intervenire al più presto.

Nel nascituro, invece, l’asma durante la gravidanza può causare:

  • Ritardo della crescita intrauterina: la consistente mancanza di ossigeno rallenta lo sviluppo del feto che potrebbe essere più piccolo rispetto alla media in base all’età gestazionale.
  • Sottopeso alla nascita: associato alla limitata crescita intrauterina, il bambino nasce sottopeso.
  • Ipossia perinatale: al momento del parto, il bambino potrebbe ricevere un apporto insufficiente di ossigeno. Avrà quindi bisogno di assistenza intensiva neonatale accompagnata da somministrazione esterna di ossigeno.
  • Aumento della mortalità perinatale: se l’asma in gravidanza non viene tenuta sotto controllo, aumentano i rischi di morte per il bebè.

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Medicinali per l’asma durante la gravidanza

Durante la gestazione, è importante scegliere insieme al medico i medicinali da assumere. Non tutti i farmaci sono innocui per la madre e per il bambino, ecco perché l’assistenza medica è fondamentale.

È stato dimostrato che la maggior parte dei medicinali contro l’asma non sono nocivi per la gestante. Si ritiene, di fatto, che sia più pericolosa un’asma non tenuta sotto controllo rispetto ai possibili effetti indesiderati dei farmaci. Questo aspetto viene segnalato in un articolo pubblicato sulla Revista Colombiana de Neumología.

In alcuni casi si ricorre alle iniezioni per le allergie con lo scopo di ridurre le crisi asmatiche. Se la gestante ha iniziato a sottoporsi alle suddette iniezioni prima di rimanere incinta, dovrà proseguire il trattamento. Risulta controindicato iniziare la terapia dopo il concepimento.

Infine, la madre asmatica può tranquillamente allattare al seno; di fatto è sconsigliato abbandonare la terapia durante questa fase.

Come prevenire le complicazioni

La donna affetta da asma può adottare alcune misure preventive durante la gravidanza. Questi provvedimenti devono essere sempre accompagnati dall’assistenza professionale e da un trattamento indicato dal medico.

Ragazza che spezza una sigaretta.
Evitare le sigarette e il fumo in generale poiché peggiora le crisi di asma e favorisce gravi complicazioni nella madre e nel feto.
  • Non fumare: il tabacco complica e peggiora l’asma, oltre ad aumentare il rischio di sindromi congenite per il feto.
  • Tenere sotto controllo i fattori scatenanti: l’asma si manifesta a seguito di alcune sostanze che è meglio evitare. Tra queste, possiamo citare polvere o pulviscolo, il fumo di sigaretta e il pelo di alcuni animali.
  • Sottoporsi alle visite di controllo: la donna asmatica incinta deve sottoporsi a controlli più frequenti.
  • Fare attenzione ai segnali di allarme: il medico fornirà alla gestante un elenco di sintomi, la cui comparsa indica il bisogno di farsi visitare il prima possibile. Tra i tanti, mancanza di aria, tosse intensa che si cronicizza e febbre.
  • Tenere sotto controllo il reflusso gastroesofageo: le gestanti soffrono spesso di malattia da reflusso gastroesofageo. Tale condizione può intensificare l’asma. Risulta pertanto necessario prevenire il reflusso tenendo la testa sollevata in posizione sdraiata, consumare pasti poco abbondanti, non andare a letto subito dopo aver mangiato ed evitare il consumo di alimenti irritanti.

L’asma in gravidanza

L’asma in gravidanza è un fattore di rischio per la madre e per il feto. È importante consultare il medico e seguire il trattamento indicato.  Allo stesso modo, bisogna prestare la dovuta attenzione a qualunque sintomo che possa indicare eventuali complicazioni.


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