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Uno dei maggiori problemi che riguardano l'autismo è la mancanza di integrazione e di sensibilizzazione da parte della società. Dobbiamo fare il possibile per creare una situazione più sostenibile.
Ogni genitore che deve crescere ed educare un figlio affetto da autismo sa bene di non avere un compito facile, ma è anche vero che i trionfi personali offrono grandi soddisfazioni.
Il disturbo dello spettro autistico viene diagnosticato a 1 persona su 68. Dato il diverso grado con cui può colpire ogni individuo, possono esserci anche adulti a cui viene diagnosticato questo problema in età avanzata.
Si tratta di un disturbo del neurosviluppo caratterizzato soprattutto dall’alterazione dell’interazione sociale e della comunicazione. È essenziale che il problema venga diagnosticato il prima possibile per permettere al bambino di potenziare tutte le sue capacità al massimo.
La finalità ultima, come sempre, è quella di facilitare la sua totale inclusione affinché possa condurre una vita felice il più autonomamente possibile, sentendosi parte integrante della società. Per questo motivo, è necessaria una sensibilizzazione maggiore su questo tema.
Per una famiglia non è semplice collegare le particolarità del proprio figlio all’autismo. Diverse associazioni che si occupano di questo disturbo affermano che molti genitori preferiscono pensare che il loro bambino abbia problemi di udito o che abbia un carattere molto difficile.
Per questo motivo, in quanto genitori, dobbiamo osservare bene ed essere particolarmente sensibili riguardo a diverse caratteristiche che potrebbero indicarci l’esistenza di un disturbo dello spettro autistico.
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Una cosa che molta gente pensa dei bambini autistici è che siano dei geni con qualche comportamento asociale. Non è vero o almeno non in tutti i casi.
Non c’è un bambino autistico uguale all’altro. A seconda della gravità del disturbo presenterà più o meno limiti, atteggiamenti o aspetti da potenziare.
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I bambini autistici hanno sentimenti come tutti, pertanto dobbiamo facilitare la loro inclusione, il loro riconoscimento e la loro felicità.
Siamo tutti educatori nella nostra società. Fare in modo, all’interno del nostro contesto più vicino, che tutti si sentano integrati, valorizzati e rispettati è essenziale.
Se ce ne occupiamo in modo corretto, possono sviluppare al massimo il loro potenziale, anche se purtroppo oggi l’80% di loro è disoccupato.
È necessario, dunque, essere coscienti e ricettivi verso questo e altri collettivi in modo da poter rendere il nostro mondo un luogo in cui tutti possano sentirsi importanti. Un luogo dove ognuno di noi conta.