La Candida auris è il nome dato al fungo della famiglia delle candide. È diventato tristemente famoso nella comunità scientifica per la sua capacità di sviluppare resistenza agli antimicotici utilizzati spesso nella pratica clinica.
I focolai causati da questo fungo sono quasi sempre scoppiati in ospedali o in case di cura per anziani. Inoltre, sono stati di una gravità allarmante, a tal punto da sfociare in setticemia, ovvero nella diffusione dell’infezione attraverso il sangue del paziente.
Il microrganismo è stato isolato per la prima volta nel 2009. Ha ricevuto il nome di auris perché è stato isolato da un campione del canale uditivo di un paziente originario della Corea del Sud. In seguito, altri focolai di questo tipo di candida esplosi negli ospedali hanno provocato uno stato di allerta nel 2016 e nel 2017.
I focolai più gravi sono stati registrati nei reparti di terapia intensiva. Questo ha portato a irrigidire le misure precauzionali tra il personale sanitario in modo da frenare il contagio; tuttavia, la capacità di resistenza del fungo ha rappresentato un ulteriore problema.
Vista la sua capacità di sopravvivere ad ambienti ospedalieri, si ritiene che la sua resistenza al farmaco sia notevole. Campioni prelevati da pavimenti ospedalieri, da mobili collocati in camere di ospedale e persino dai computer del personale sanitario sono risultati positivi alla Candida auris.
I casi di Candida auris nel mondo
A seguito della conferma del primo caso di Candida auris nel 2009, i ricercatori hanno ammesso che precedenti infezioni non identificate potrebbero essere state causate da questo patogeno. Un caso in particolare aveva destato sospetti, relativo a un cittadino della Corea del Sud nel 2008.
Proprio a partire da quel momento, con le conoscenze scientifiche acquisite, sono poi stati individuati casi in India, in Sudafrica, in Venezuela, nel Regno Unito, in Israele e negli Stati Uniti. Questi ultimi due Paesi, insieme alla Spagna e alla Colombia, ne hanno registrato qualcuno nel 2016, un anno che ha visto la presenza di diversi focolai.
Per quanto riguarda i casi di pazienti ricoverati, due sono significativi. Il primo si è verificato presso l’ospedale Royal Brompton di Londra nel 2015, l’altro presso l’ospedale La Fe di Valencia, nel 2016. Entrambi i focolai hanno colpito un numero considerevole di ricoverati.
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Fattori di rischio
Non tutti i pazienti esposti alla Candida auris contraggono l’infezione e manifestano sintomi gravi. Si conoscono casi di persone portatrici sane del fungo che non sviluppano sintomi. Questa situazione è nota come colonizzazione e, per quanto non sia grave per il portatore, il soggetto è potenzialmente contagioso per gli altri.
Il principale fattore di rischio di infezione è essere ricoverati e sottoposti a uno strumento invasivo, che sia un sondino o un catetere. Altri fattori di rischio sono:
- Ricovero presso una casa di cura per anziani
- Sottoporsi spesso a cicli di antimicotici
- Recarsi con frequenza in ospedale, sia per problemi di salute personali sia come visitatori di un paziente ricoverato
La resistenza della Candida auris ai farmaci
Una caratteristica sorprendente della Candida auris è la sua capacità di resistenza ai farmaci antimicotici, aspetto che preoccupa non poco epidemiologi e infettivologi. I focolai ospedalieri destano allarme perché, almeno in un primo momento, non è dato sapere quanto sarà difficile sradicare il fungo che si è diffuso.
Quasi tutte le varianti della Candida sono sensibili al fluconazolo. Ad esempio, le infezioni da Candida albicans vengono spesso trattate con questo farmaco. Ebbene, nel caso della Candida auris la resistenza al fluconazolo è immediata.
Sono state registrate ulteriori forme di resistenza ad altri antimicotici, tra cui quelle all’anfotericina B e al voriconazolo. Secondo test scientifici, circa il 90% dei ceppi di Candida auris registrati sono resistenti a una classe di antimicotici, mentre un terzo di questi resistono a oltre due farmaci diversi.
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Trattamento
Allo stato attuale, un gruppo di antimicotici in particolare ha dimostrato una relativa efficacia per eliminare la Candida auris. Questi farmaci sono le echinocandine, e le più conosciute sono tre: anidulafungina, caspofungine e micafungina.
Eppure, questi medicinali non sono sempre reperibili e sono stati riportati casi di ceppi resistenti anche a questi ultimi. Qualora si verificasse questa situazione, il protocollo propone la somministrazione al paziente infetto di un misto di antibiotici a dosi più alte del comune.
Conveniamo anche sul fatto che questi pazienti soffrono già di una malattia che ha richiesto il ricovero. Di conseguenza, il loro sistema immunitario risulta debilitato e c’è coesistenza di altre patologie. L’equipe medica incaricata dovrà definire le modalità di combinazione di farmaci in base al caso.
La criticità della situazione ci ricorda quanto è importante essere cauti nell’assunzione di farmaci. Sia i pazienti che i medici devono attenersi alle linee guida prescritte, in modo da evitare che si sviluppi resistenza microbica.
Bibliografia
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