Cheratosi seborroica: cos'è e come si cura?

La cheratosi seborroica è una malattia benigna che non richiede trattamento, se non per ragioni estetiche. Tuttavia, è simile ad alcuni tumori della pelle.
Cheratosi seborroica: cos'è e come si cura?

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

La cheratosi seborroica è una lesione cutanea che, nella maggior parte dei casi, ha un impatto unicamente estetico. Ha l’aspetto di un’escrescenza cutanea dal colore che va dal bianco al marrone e persino al nero. In genere, si manifestano più lesioni contemporaneamente.

Solitamente, la cheratosi seborroica colpisce aree come la testa, il collo, il petto o la schiena. Interessa per lo più le persone di mezza età o gli anziani. Si stima, infatti, che il 75% delle persone oltre i 70 anni soffra di questo disturbo.

La cheratosi seborroica è anche nota con il nome di verruche seborroiche. Queste protuberanze sono innocue, non richiedono un trattamento e non sono contagiose. Hanno un aspetto simile al melanoma, motivo per cui viene spesso si procede a biopsia prima di confermare la diagnosi.

Principali cause della cheratosi seborroica

La scienza non ha ancora stabilito la causa esatta della cheratosi seborroica. Di fatto, presenta alcune mutazioni genetiche simili a quelle del mieloma multiplo o del cancro alle ovaie.

Tuttavia, in questo caso non vi è alcun potenziale maligno. I fattori che possono influire sulla formazione si queste lesioni, sono:

  • Radiazioni solari: le lesioni si manifestano spesso sulle aree più esposte alla luce solare, motivo per cui si ritiene che possano essere coinvolti i raggi ultravioletti (UV).
  • Genetica: le escrescenze cutanee sono spesso ereditarie.
  • Età: vi è un legame tra la manifestazione delle lesioni e l’invecchiamento. La cheratosi può comparire a qualsiasi età, ma è molto più frequente dopo i 50 anni.

Categorie a rischio

Le persone più esposte al rischio di sviluppare la malattia sono, prima innanzitutto, quelle che presentano una storia familiare di cheratosi seborroica. Come già accennato, questo disturbo è spesso ereditario.

D’altro canto, è altrettanto frequente che si manifesti nelle persone di mezza età e negli anziani. Di conseguenza, il rischio aumenta con l’invecchiamento.

Anche le persone che si espongono frequentemente alla luce solare, rientrano tra i gruppi di maggiore rischio. Coloro i quali lavorano all’aperto o svolgono regolarmente attività all’esterno, presentano maggiori probabilità di sviluppare queste lesioni.

Radiazioni ultraviolette.
Le radiazioni solari danneggiamo la pelle in diversi modi, provocando cambiamenti nelle cellule che sfociano in lesioni specifiche.

Che aspetto ha la cheratosi seborroica?

In una prima fase la cheratosi seborroica si presenta come un’escrescenza ruvida e di piccole dimensioni. In seguito, cresce, si ispessisce e assume un aspetto simile a una verruca. In genere è di colore marrone, ma può anche assumete altri colori.

La forma è ovale o rotonda e compare più spesso sul petto, sul cuoio capelluto, sulla schiena, sull’addome o sul viso. Esistono diversi tipi di lesioni da cheratosi seborroica, ciascuna con caratteristiche proprie:

  • Cheratosi seborroica acantosica: la forma più comune, in cui le lesioni appaiono come attaccate alla pelle e sono molto simili a una verruca. Al tatto hanno la consistenza della cera o del velluto.
  • Dermatosi papulosa nigra: si manifesta con la presenza di brufoli neri in rilievo. È più frequente tra le donne e le persone dalla pelle scura.
  • Stucco cheratosi: Le lesioni sono grigie e sono simili a delle verruche ruvide. Sono più frequenti tra gli uomini e tendono a comparire sugli avambracci e sulle gambe.
  • Piatta: presenta macchie ovali e marroni piatte che aumentano di numero con l’avanzare dell’età.
  • Peduncolata: lesioni scure che presentano un peduncolo. Compaiono più frequentemente sulle ascelle o sul collo.

Quando è necessario rivolgersi al medico?

In linea di massima, la cheratosi seborroica non è pericolosa e non richiede trattamento. Tuttavia, è sempre bene non trascurare le escrescenze cutanee.

Nel caso specifico, questo disturbo è molto simile al melanoma, pertanto è meglio sottoporsi a un controllo medico per fugare ogni dubbio. È consigliabile consultare il professionista anche nei seguenti casi:

  • Variazioni nelle dimensioni o nell’aspetto della lesione.
  • Crescita accompagnata da un colore strano: blu, viola o nero rossastro.
  • Bordi irregolari.
  • Irritazione o dolore legato alla crescita.
  • Secrezioni.
  • Sviluppo di più escrescenze in breve tempo.
  • Sanguinamento delle lesioni.

Trattamenti possibili per la cheratosi seborroica

Come anticipato, la cheratosi seborroica in sé non richiede un trattamento dal punto di vista dermatologico. Tuttavia, le lesioni possono causare fastidi per via dello sfregamento con gli indumenti o altre superfici. Oppure, possono rappresentare un problema estetico.

In questi casi, l’approccio consiste nella rimozione dell’escrescenza, attraverso una delle seguenti procedure.

Criochirurgia

Consiste nel congelare l’escrescenza con l’azoto liquido. L’applicazione si effettua con un tampone di cotone o con una pistola a spruzzo. Una volta congelata, la lesione cade da sé in pochi giorni.

A seguito della procedura, potrebbe formarsi una vescica o una crosta che poi cade da sola. Non è procedura sempre efficace, soprattutto con le escrescenze più grandi e spesse.

Curettage

Consiste nel raschiamento della superficie cutanea. Si anestetizzata prima la zona, per poi procedere con la lama del bisturi.

La lama è denominata curette e ha una forma rotonda. In alcuni casi, questo metodo viene abbinato all’elettrocauterizzazione, quando necessario.

Elettrocauterizzazione

La rimozione avviene attraverso la corrente elettrica. L’area viene prima anestetizzata e poi si applica l’elettricità per cauterizzare la lesione. Se non eseguita correttamente, questa procedura può lasciare delle cicatrici. È indicata per le lesioni più spesse.

Laser sui talloni.
La rimozione della cheratosi seborroica con il laser, la fotocoagulazione o la crioterapia risponde a esigenze prettamente estetiche.

Ablazione

Consiste nel vaporizzare la lesione attraverso l’uso del laser. Si utilizza un flusso di radiazioni basso. La superficie della pelle viene riscaldata con conseguente evaporazione dell’escrescenza. Può richiedere o meno l’anestesia, e, di fatto è una procedura che dà risultati di grande precisione.

Perossido di idrogeno

È una soluzione da applicare sulla lesione ed è altamente efficace per rimuovere la cheratosi seborroica. Tuttavia, può irritare la pelle. Inoltre, la sostanza va maneggiata con cura perché può danneggiare gli occhi, se vi entra in contatto.

Recupero e prognosi

Dopo la rimozione, l’area in cui compariva l’escrescenza potrebbe apparire un po’ chiara, ma tornerà normale nel tempo. La cheratosi seborroica non comparirà più nella zona in cui è stata rimossa, ma potrebbe ricomparire in altre parti.

I trattamenti indicati per questa lesione hanno generalmente successo e non lasciano cicatrici. Le variazioni di colore della pelle, dopo la rimozione, sono generalmente più evidenti nell’area del torso.

La cheratosi seborroica non è un problema grave

In genere, il medico esegue la diagnosi della cheratosi seborroica attraverso un esame fisico di routine. Tuttavia, in caso di dubbi, può richiedere una biopsia cutanea per confermare la diagnosi.

Se la cheratosi seborroica si presenta molto sottile, vi è la possibilità che si tratti di un tipo di tumore della pelle noto come lentigo maligna. Se si manifestano più lesioni in un breve lasso di tempo, è essenziale consultare il medico, in quanto potrebbe altrettanto trattarsi di tumore.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Carter, E. L., Coppola, C. A., & Barsanti, F. A. (2006). A Randomized, Double‐Blind Comparison of Two Topical Anesthesic Formulations Prior to Electrodesiccation of Dermatosis Papulosa Nigra. Dermatologic surgery, 32(1), 1-6.
  • Miller, A. J., & Mihm Jr, M. C. (2006). Melanoma. New England Journal of Medicine, 355(1), 51-65.
  • Mendez Mathey, V. E. (2017). Queratosis seborreica. Revista Medica Herediana, 28(4), 266-266.
  • Calderón, Luz, et al. “Melanoma cutáneo: 12 años de experiencia.” Dermatología Revista Mexicana 61.3 (2017): 179-189.
  • Samaniego, E., and P. Redondo. “Lentigo maligno.” Actas dermo-sifiliográficas 104.9 (2013): 757-775.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.