In generale, le ferite sono lesioni sulla superficie esterna del nostro corpo. Possono essere definite anche come perdita di continuità della pelle causata da un agente esterno. In base alle caratteristiche, l’equipe medica sceglie la tecnica per la chiusura delle ferite più opportuna.
Una delle tecniche più utilizzate nella chiusura delle ferite è la sutura. Tuttavia, all’interno di questo metodo esistono diverse varianti. Al medico spetta il compito di scegliere la più indicata per il tipo di lesione.
Chiusura delle ferite in base al tipo di lesione
Classificazione delle ferite
Il primo fattore è la pulizia della ferita. Una lesione pulita è recente, non contaminata da corpi estranei e non infiammata. Una ferita sporca, d’altra parte, può essere anche successiva al trauma e apparire strappata, contaminata o con presenza di corpi estranei.
Un’altra classificazione delle ferite tiene conto dell’elemento che ha causato la lesione (arma bianca, arma da fuoco, etc.). Oppure si possono suddividere in funzione dell’aspetto, se ha coinvolto altre strutture oltre la pelle, etc.
Fasi di guarigione delle ferite
Di solito le ferite seguono un preciso schema di rigenerazione o guarigione.
- Fase infiammatoria. È chiamata anche fase di reazione ed è presente nei primi giorni. In questa fase i vasi sanguigni si dilatano e aumenta la permeabilità vascolare. Viene filtrato liquido sieroso e i leucociti formano una strato protettivo, la crosta.
- Fase proliferativa. Altro nome per indicare la fase di rigenerazione o granulazione. Inizia circa tre giorni dopo il trauma e termina una o due settimane dopo. Il corpo comincia a sostituire il collagene perso e avviene il recupero dei vasi linfatici e sanguigni.
- Fase di maturazione. Corrisponde in genere alla fase di rimodellamento della ferita. Inizia alcune settimane dopo il trauma e termina, in alcuni casi, anni dopo. In questo arco di tempo la cicatrice diminuisce di profondità e dimensioni. Al termine la ferita assumerà una colorazione più chiara rispetto alla zona circostante.
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Come trattare una ferita?
In ogni caso, l’equipe medica deve seguire la procedura di base per il trattamento delle ferite. Si deve stilare una classifica di priorità, soprattutto in caso di incidente o altre emergenze.
In primo luogo, se necessario, al paziente deve essere somministrata l’anestesia per ridurre il dolore causato dalla chiusura della ferita. Può essere somministrata per via locale o sistemica, a seconda della gravità della lesione, ad esempio con farmaci a base di lidocaina.
In seguito, occorre rimuovere con attenzione e delicatezza eventuali corpi estranei all’interno della ferita. A tale scopo sono necessari strumenti appropriati e sterili. Un lavaggio a base di abbondante soluzione fisiologica completa la fase di pulizia.
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Tecniche per la chiusura delle ferite
Se necessario, il medico procede con la sutura per unire i tessuti che si sono discostati. A seconda delle caratteristiche della lesione, l’equipe medica stabilisce il tipo di sutura più adeguato:
- Tecnica di avvicinamento con punti di sutura adesivi. Vengono applicati, in senso perpendicolare alla ferita, una serie di cerotti che vengono tirati fino ad accostare i lembi. In genere si staccano da soli qualche giorno dopo, soprattutto se la pelle è umida.
- Punti metallici. Sono piccole graffette metalliche che mantengono ferma la ferita e accostati i lembi, allo scopo di stimolare la rigenerazione dei tessuti. La rimozione viene eseguita con un dispositivo speciale.
- Suture con il filo. Esiste una grande varietà di fili e tipi di nodo che lo specialista può utilizzare a seconda del tessuto da trattare e della forma della ferita. In questo caso, sarà necessario l’uso di un ago per cucire l’intera superficie della lesione.
Bibliografia
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