La congiuntivite tra i sintomi del Covid-19 ha guadagnato spazio nelle notizie degli ultimi giorni. Sebbene si tratti di un sintomo che diverse associazioni mediche avevano già segnalato dall’inizio della pandemia, la sua presenza è ora confermata.
Sono state per prime l’equipe sanitarie americane a lanciare l’allarme. In ogni caso, né i CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) né l’OMS hanno incluso la congiuntivite nel protocollo diagnostico. Nella letteratura scientifica esistono due studi sull’argomento:
- Una ricerca pubblicata sul Journal of Medical Virology ha isolato il SARS-CoV-2 nelle secrezioni oculari di alcuni pazienti, suggerendo la presenza del Coronavirus nella congiuntiva dell’occhio.
- Un’altra ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, ha estratto i dati di 1099 pazienti cinesi con Covid-19 confermato. Nell’1 per cento dei casi si è registrata una congestione congiuntivale.
Che cos’è la congiuntivite?
Senza tenere conto del Coronavirus, la congiuntivite è una delle patologie dell’occhio più frequenti. Si tratta, in genere, di una condizione lieve che guarisce in poco tempo.
Consiste in un’infiammazione della congiuntiva dell’occhio, una membrana mucosa molto sottile che si trova all’interno delle palpebre e che copre il bulbo oculare nella sua porzione esterna. Quando è infiammata, i piccoli vasi sanguigni si dilatano e l’occhio appare rosso.
La congiuntive in questione tra i sintomi del Covid-19 è da attribuire al SARS-COv-2. Al di fuori dell’attuale pandemia, invece, può essere causata da batteri o fattori ambientali.
Tale sintomo, quindi, può essere di origine virale, batterica o allergica. Esistono anche altre patologie associate alla congiuntivite, come la sindrome di Sjögren, una malattia cronica autoimmune.
Potrebbe interessarvi anche: Il Coronavirus attacca i polmoni: come e perché
La congiuntivite tra i sintomi del Covid-19 secondo l’Accademia americana di oftalmologia
La AAO ha pubblicato un comunicato accogliendo le informazioni inviate dagli operatori coinvolti in prima linea. La congiuntivite è da considerare sintomo di Coronavirus.
L’ipotesi a supporto è che l’aerosol che veicola il virus del COVID-19 si deposita sulla congiuntiva dell’occhio. Ricordiamo che la trasmissione del virus avviene mediante le goccioline respiratorie emesse da persone infette.
Non avviene solo per trasmissione diretta, dobbiamo anche considerare le particelle che si depositano sulle superfici e che inavvertitamente portiamo al volto con le mani. Ecco perché è essenziale disinfettare gli ambienti e lavarsi le mani.
Secondo l’American Academy of Ophthalmology, il paziente che manifesta congiuntivite e febbre, più uno dei sintomi respiratori, deve essere subito considerato potenziale malato Covid-19. Ancor più se ha un legame epidemiologico, in altre parole è stato a contatto con pazienti infetti o proviene da zone geografiche a rischio.
Sulla base di questi dati, l’Academy raccomanda alle equipe sanitarie di proteggere anche gli occhi e non solo il naso e la bocca. Questo nuovo sintomo della malattia modifica le misure di protezione rendendole più rigorose.
Leggete anche: Evitare di toccarsi il viso durante la pandemia
La congiuntivite tra i sintomi del Covid-19 insieme a diarrea e anosmia
Oltre alla congiuntivite, sono stati ravvisati altri sintomi che potrebbero essere indicativi di Coronavirus, oltre ai sintomi classici. La Sociedad Española de Neurología, ad esempio, suggerisce di isolare le persone che accusano una perdita improvvisa dell’olfatto.
Sulla stessa linea, sono da considerare i disturbi digestivi, soprattutto la diarrea, presente in quasi il 50 per cento delle persone infette.
Come affrontare i nuovi sintomi del Coronavirus?
Sia la congiuntivite sia la perdita di olfatto e gusto, e la diarrea sono da considerarsi con attenzione nel contesto attuale. Sebbene l’OMS non li abbia ancora inseriti nella lista dei sintomi principali, le associazioni mediche consigliano di realizzare un tampone a coloro i quali accusano tali malesseri.
Trovandoci in uno stato di pandemia, è obbligatorio adottare misure tempestive che riducano il tasso di contagio. Per questo motivo, la allerta è massima e l’attenzione che va riservata a questi sintomi è più alta del solito.
Chi avverte uno di questi sintomi del Coronavirus dovrebbe contattare il medico, il pediatra o la guardia medica. Come indicato dal Ministero della Salute, in caso di dubbi non bisogna recarsi dal medico o al pronto soccorso. Se non si riesce a contattare il medico di base, cliccando qui trovate i verdi regionali predisposti.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Xia, Jianhua, et al. “Evaluation of coronavirus in tears and conjunctival secretions of patients with SARS‐CoV‐2 infection.” Journal of medical virology (2020).
- Guan, Wei-jie, et al. “Clinical characteristics of coronavirus disease 2019 in China.” New England Journal of Medicine (2020).
- Sun, M. D., et al. “Clinical characteristics of COVID-19 patients with digestive symptoms in Hubei, China: a descriptive, cross-sectional, multicenter study.”
- Altamirano, S., et al. “Recomendaciones para Médicos de Emergencias sobre la situación actual de Coronavirus (2019-nCoV) en Argentina.” (2020).
- Reviglio, Víctor Eduardo, et al. “2019-nCoV y oftalmología:¿ un nuevo capítulo de la misma historia?.” Oftalmología Clínica y Experimental (2020).