
Sebbene sia una malattia poco comune, il pemfigo volgare è sempre stato oggetto di studio degli esperti. Il suo trattamento è a lungo termine e può ancora causare la morte seppur diagnosticata in tempo. Trattandosi di una malattia della pelle…
Esistono diversi tipi di crisi epilettiche. Oltre alle variabili riconducibili al singolo individuo, l'epilessia in quanto patologia ha espressioni diverse. In questo articolo tratteremo la classificazione delle crisi epilettiche riconosciute dalla medicina.
Sono diverse le crisi epilettiche che la medicina ha classificato fino ad oggi. Si conoscono più di cinque manifestazioni, ciascuna con le proprie manifestazioni.
L’epilessia è un disturbo neurologico nel quale si verificano delle scariche elettriche a partire dal sistema nervoso verso tutto il corpo. Tali scariche sono brusche e si manifestano all’improvviso, interrompendo le altre funzioni dei neuroni.
Come vedremo più avanti, avere una crisi epilettica non equivale a soffrire di epilessia. Un soggetto può manifestare una crisi a un certo punto della sua vita, senza soffrire di tale patologia.
Le crisi epilettiche hanno in genere breve durata e una risoluzione altrettanto rapida con il recupero delle normali funzioni. Tale risoluzione è completa e priva di postumi; in caso contrario, si dovrà prendere in considerazione la presenza di cause sottostanti.
Si stima che, indipendentemente dalla tipologia di crisi epilettica, l’1% della popolazione ne abbia sofferto almeno una volta. Un quinto dei pazienti diagnosticati come epilettici e sotto trattamento non riesce a tenere sotto controllo le convulsioni nonostante i farmaci. Le crisi epilettiche si dividono in due grandi gruppi:
Il primo grande gruppo riguarda le crisi epilettiche generalizzate. Sono crisi che coinvolgono scariche simultanee di neuroni in modo massivo. Tra esse troviamo:
Leggete anche: Quali sono le aree del cervello e che funzioni hanno?
Tra gli attacchi epilettici parziali, nei quali la scarica elettrica proviene da alcuni neuroni in aree specifiche, abbiamo:
Può interessarvi anche: Prevenire le malattie neurodegenerative: 7 consigli
Come anticipato: avere un attacco epilettico non significa necessariamente soffrire di epilessia. Per poter formulare una diagnosi di epilessia, è necessario effettuare dei test neurologici complementari.
Le crisi epilettiche che a volte colpiscono le donne in gravidanza generalmente non sottendono l’epilessia. Per l’esattezza, i sintomi sono dovuti a una condizione nota come eclampsia e, una volta terminata la gestazione, scompaiono.
L’esame più spesso richiesto dai medici per escludere l’epilessia o individuare il tipo crisi è l’elettroencefalogramma. Attraverso la registrazione a opera di uno strumento, si ottengono le tracce delle onde cerebrali. Se necessario, lo studio può essere integrato con immagini diagnostiche del cervello. Lo scopo di questo esame è quello di individuare un’eventuale lesione cerebrale che può essere causa dell’epilessia, come ad esempio un tumore.