Angelica ha sei anni e per la prima volta va a scuola. In aula non interagisce con gli altri bambini e pare non seguire le istruzioni della maestra. Lo psicologo scolastico e la maestra convocano i genitori perché intravedono un possibile disturbo dell’apprendimento.
I genitori di Angelica si incontreranno tre volte con il personale scolastico per parlare di questo problema. A casa Angelica è una bimba loquace e mostra interesse per ciò che la mamma o il papà le insegnano: lo stesso non avviene quando si trova a scuola.
La segnalazione ha allarmato i genitori, che decidono di portare la bambina da un neuropsichiatra infantile. Dopo la valutazione, il medico diagnostica che in lei non c’è niente di anormale. Semplicemente, Angelica è diversa dai suoi compagni, proprio come lo sono tutti i bambini.
Nel giro di poco tempo avviene il “miracolo”: Angelica comincia a socializzare, è attenta quando la maestra parla e conversa animatamente con lei e con i compagni.
Ogni bambino ha il proprio ritmo
Un’esperienza di questo tipo è stata vissuta da moltissimi genitori, bambini, insegnanti e specialisti. Si sa che ogni bambino segue il proprio ritmo, però non è raro che una forte preoccupazione ci faccia vedere problemi dove non ci sono.
L’inizio della scuola porta difficoltà di ogni tipo, ma la maggior parte di esse si risolve a tempo debito. Il periodo prescolare è divertente, i bambini imparano giocando e gli insegnanti hanno un atteggiamento materno e confidenziale.
Mano a mano che i bambini crescono, le materie si complicano, i compiti si moltiplicano e le relazioni con i compagni di classe presentano nuove sfide. Il bambino diventa più cosciente delle proprie capacità e limiti. Alcuni si adattano facilmente, altri con maggiore difficoltà.
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A che età si diagnostica un disturbo dell’apprendimento?
Non mancano certamente gli specialisti che sostengono che prima si individua il problema, meglio è. È anche vero, però, che con i bambini troppo piccoli si corre il rischio di esagerare nella diagnosi. Inoltre, è lo specialista che diagnostica il disturbo dell’apprendimento, in genere tra i 7 e gli 8 anni di età.
I disturbi dell’apprendimento interessano il meccanismo di elaborazione delle informazioni. Ad esempio, il bambino acquisisce in ritardo ritardo le abilità di lettura e la scrittura e ha difficoltà in matematica.
Capisce il tema proposto, ma non riesce a esporlo con proprietà. Questo non pregiudica soltanto il rendimento scolastico, ma anche la capacità di mettersi in relazione con gli altri.
Primi segnali di disturbo dell’apprendimento
Nei bambini sotto i 5 anni, i segnali che indicano un problema nell’apprendimento sono i seguenti:
- Il bambino ha difficoltà nelle attività motorie come scrivere, camminare, ritagliare, strappare, chiudere gli abiti con zip o bottoni, allacciare le scarpe.
- Fa fatica a seguire istruzioni semplici che vengono percepite come molto complesse.
- Tarda a parlare, ha problemi di pronuncia delle parole, fa fatica a imparare parole nuove.
- Apprende con difficoltà a leggere, a studiare matematica, l’alfabeto, i giorni della settimana, i colori e le figure geometriche.
- Ha difficoltà a concentrarsi o a mantenere l’attenzione.
- Si sente frustrato o svogliato nelle attività scolastiche o in altri contesti di vita familiare o sociale.
Segnali di disturbo dell’apprendimento nel bambino più grande
- Soffre di disturbi del sonno o alimentari.
- A scuola si annoia, non ha interesse.
- Si comporta male o è aggressivo.
- Ha difficoltà a identificare o esprimere i suoi sentimenti.
- Non vuole parlare dei suoi studi e ci mette molto tempo a fare i compiti.
Confermato: mio figlio ha un disturbo dell’apprendimento
I bambini con disturbo dell’apprendimento sono dotati di un’intelligenza normale, a volte superiore alla media, ma fanno fatica a esprimere quello che sanno. A volte, alcune materie li mettono in difficoltà e si sentono frustrati o arrabbiati.
L’insieme di queste emozioni si ripercuote negativamente sulla loro autostima. Possono addirittura cadere nella depressione; sanno molto bene quello che vogliono dire, scrivere o fare, ma hanno difficoltà a metterlo in atto.
In alcuni casi, i bambini con disturbo dell’apprendimento presentano problemi come la dislessia, la discalculia o entrambe. Questo, senza dubbio, facilita una diagnosi precisa. Inoltre, possono mostrare poca attenzione, ma ciò non significa che abbiano un vero e proprio disturbo da deficit di attenzione.
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Come posso aiutare mio figlio?
- Il primo passo è capire e accettare che il disturbo dell’apprendimento è a vita.
- La maestra aiuta a individuare i sintomi e a creare un contesto favorevole all’apprendimento, ma non può stabilire una diagnosi.
- Una diagnosi precoce e un intervento adeguato esercitano un impatto molto positivo sul rendimento scolastico di vostro figlio.
- I test per individuare questo problema sono realizzati dallo specialista: uno psicologo, un neuropsichiatra infantile, uno psichiatra o un pediatra specializzato.
- I bambini che soffrono di disturbo dell’apprendimento imparano. Concentratevi sulle abilità e sulle preferenze. Questo alimenta l’autostima.
- I castighi e i rimproveri non funzionano in questo caso: al contrario, possono acuire il problema.
- Quando vostro figlio ha un momento di rabbia o una crisi di pianto perché si sente frustrato, restategli vicino. Ditegli quanto lo amate e riconoscete lo sforzo che compie per ottenere qualcosa che per lui non è facile.
Per le mamme e i papà
Crescere un figlio con un disturbo dell’apprendimento è stressante. Se sentite il bisogno di un sostegno psicologico, cercatelo. Anche vostro figlio trarrà vantaggio dal vostro benessere.
E, per favore, non paragonate mai vostro figlio con problema di apprendimento a un bambino che non lo ha, tanto meno con il fratello. Vostro figlio ve ne sarà per sempre grato.
Bibliografia
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