
Il gonfiore addominale è un disturbo comune. Di solito le sue conseguenze non sono gravi, ma può abbassare di certo…
Il dito a scatto è un problema che può colpire il movimento della mano in misura significativa. Si consiglia di consultare un medico non appena compaiono i primi sintomi in modo da migliorare la prognosi.
Il dito a scatto è un disturbo che limita il movimento del dito e che impedisce di piegarlo. Accade spesso, infatti, che resti bloccato e che per tenderlo o piegarlo sia necessario uno scatto, come una molla che viene tesa e poi rilasciata.
Questo disturbo si deve a un problema a carico dei tendini lunghi, chiamati anche flessori. Questi scorrono lungo una sorta di tunnel che li circonda, detto guaina del tendine. Quando questa guaina si irrita e si infiamma, il tunnel si restringe e rende più difficile l’esecuzione del movimento.
Nei casi più gravi, il dito a scatto rimane bloccato nella posizione della flessione ed è impossibile muoverlo. Il suddetto disturbo è noto anche con il nome di tendinite dei tendini flessori o tenosinovite dei tendini flessori; è più frequente nelle donne e nelle persone affette da diabete.
Il dito a scatto può presentarsi in qualunque dito della mano, compreso il pollice. In genere interessa più dita, anche in entrambe le mani. Il decorso è progressivo e, di solito, ha inizio con un dolore alla base del dito. I sintomi iniziali del dito a scatto sono generalmente i seguenti:
Se il disturbo progredisce, il dito resta bloccato in posizione di flessione e si tende in maniera improvvisa. Nelle fasi più avanzate, rimane del tutto bloccato e non è possibile tenderlo di nuovo.
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Per formulare la diagnosi il medico si basa sull’esame fisico del paziente. Il “clic” prodotto durante l’esecuzione di un movimento del dito è considerato il segno caratteristico di questo disturbo.
Si chiederà al paziente di aprire e chiudere la mano e verranno osservati anche il palmo e la base delle dita, esaminando le manifestazioni di dolore e i segnali del blocco. Dopo di che, è possibile confermare la diagnosi.
Il trattamento del dito a scatto dipende dalla fase e dal tempo trascorso tra l’inizio della patologia e la visita medica. In termini generali, esistono tre metodi di approccio: farmacologico, terapia fisica e intervento chirurgico.
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I medicinali vengono impiegati per calmare il dolore e ridurre l’infiammazione. Grazie a essi, è possibile agevolare il movimento. In genere, vengono prescritti antinfiammatori non steroidei, come ibuprofene, naproxene e altri simili. Lo scopo è migliorare i sintomi, ma non risolve il problema.
È possibile trattare il dito a scatto anche mediante la fisioterapia, in particolare nel seguente modo:
Quando i farmaci e la terapia fisica non funzionano, bisogna ricorrere all’intervento chirurgico. In alcune occasioni, prima dell’intervento vengono provate le seguenti procedure:
Se queste tecniche non hanno successo, si ricorre all’intervento chirurgico. Si tratta di un intervento ambulatoriale che prevede un’incisione nell’area interessata allo scopo di tagliare la guaina del tendine. Il rischio maggiore è rappresentato dall’infezione o dall’inefficacia.
Alcune persone tendono a sviluppare più facilmente il dito a scatto. I fattori di rischio conosciuti sono i seguenti:
Il dito a scatto è un disturbo che può ridurre la qualità della vita in misura notevole. Si consiglia di adattarsi alle nuove condizioni evitando di afferrare in modo continuato macchinari oppure oggetti. Se è impossibile, bisogna valutare l’impiego di protezioni efficaci.
Nessuno dei trattamenti disponibili è efficace al 100%. Tuttavia, un’alta percentuale di pazienti migliora le proprie condizioni in seguito alle iniezioni a base di corticosteroidi; inoltre, molti interventi chirurgici hanno successo. La prognosi, quindi, è piuttosto buona.