
Il Voltaren è il nome commerciale dato a un principio attivo (sostanza chimica che scatena un effetto nell’organismo) conosciuto come…
Avrete già sentito parlare dei farmaci generici e, probabilmente, ne fate ampio uso. Ecco alcune curiosità che dovreste sapere su questi medicinali.
Spesso quando ci rechiamo in farmacia, il farmacista ci propone l’acquisto di medicinali alternativi a quelli richiesti. Si tratta dei cosiddetti farmaci generici che mantengono le stesse proprietà e principi attivi dei farmaci di marca, ma a un prezzo inferiore.
Riguardo ai farmaci generici esistono molti miti e leggende urbane che vi aiuteremo a sfatare in questo articolo. Qui di seguito troverete alcune domande tipiche relative a questi medicinali di cui si sente parlare spesso, ma che in realtà nessuno conosce a fondo.
Nell’etichetta dei farmaci generici deve sempre essere presente la sigla EG che sta per “Equivalente Generici”. Questa sigla permette di distinguerli, insieme ad altri dettagli come il nome e la confezione.
Nonostante siano stati previsti dalla legge in Italia sin dal 1996, i farmaci generici sono ancora avvolti da molte polemiche e alcuni miti che spiegheremo in questo articolo. Nel 2006 da “generici” passarono a essere indicati come “equivalenti”, per assicurare ai consumatori che tali medicine avessero una chiara specificità.
Rappresentano un indiscusso vantaggio in termini di prezzi, non prevedendo costi di ricerca, né di marketing o pubblicità; possono quindi applicare tariffe più contenute.
La principale differenza tra questi farmaci rispetto ai marchi più noti riguarda anzitutto l’aspetto. Tuttavia, ciò non implica che l’efficacia dei farmaci generici sia inferiore, anzi si tratta della stessa medicina, ma una è presentata e venduta dopo un lungo processo di ricerca e in maniera più “commerciale”.
La seconda differenza che potete facilmente notare riguarda il nome della medicina. Il farmaco generico sarà denominato in base al principio attivo che contiene. Un esempio di questo è il popolare paracetamolo.
Nelle farmacie italiane, infatti, il prodotto più comunemente venduto ha il nome di Tachipirina. Ma, come appena spiegato, le versioni generiche utilizzeranno proprio lo stesso nome della formula principale. E ciò si applica a qualsiasi medicinale.
I farmaci generici possono essere commercializzati solo quando scade il brevetto del farmaco originale, previa autorizzazione del Ministero della salute.
Sì, la qualità è la stessa. Le principali differenze sono quelle che abbiamo visto nel precedente paragrafo e non hanno nulla a che fare con l’efficacia del farmaco.
Esiste una garanzia di qualità del farmaco, dal momento che i farmaci generici e di marca sono soggetti agli stessi processi di controllo. Inoltre, entrambi devono essere autorizzati dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) o dall’Agenzia europea per i medicinali (EMEA).
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Il Ministero della salute è l’autorità competente che stabilisce il prezzo massimo di questi medicinali. Garantisce che il prezzo sia notevolmente inferiore a quello del brevetto originale.
Possiamo tranquillamente affermare dunque che i farmaci generici sono meno costosi di quelli di marca. Questo perché non hanno bisogno di ammortizzare i costi di ricerca. Ma, lo ribadiamo, il fatto che siano meno costosi non significa che siano di peggiore qualità, poiché a livello chimico sono identici.
Sulla base della domanda precedente, possiamo dire che il principale vantaggio di questi farmaci è il risparmio del prezzo finale di vendita al pubblico. Tenete presente che possono presentare prezzi più bassi fino al 60% rispetto ai farmaci originali.
Questa differenza di prezzo è dovuta al fatto che i farmaci generici non hanno un impatto sugli investimenti fatti dall’azienda farmaceutica per realizzare ricerche e sperimentare il farmaco. Chi commercializza i farmaci generici si limita a riprodurre una formula chimica e a rispettare norme e controlli imposti dallo Stato e dall’Unione Europea.
No, non è affatto vero. Le quantità di principio attivo e l’efficacia del farmaco generico sono assolutamente identiche al farmaco originale. Quello che si può evidenziare, in alcuni casi, è una variabilità del 20% a livello di assorbimento del medicinale.
Tuttavia, questa variazione si verifica con qualsiasi farmaco, generico o meno. Riguarda infatti il concetto di biodisponibilità, ovvero la capacità del sangue di entrare nella circolazione sanguigna senza subire modifiche. Per farvi capire meglio, un farmaco introdotto con una siringa in vena presenta un livello di biodisponibilità del 100%. Una supposta, una pillola o un composto effervescente sarà sicuramente inferiore.
Ciò significa che, sebbene la quantità totale di principio attivo sia esattamente la stessa, l’assorbimento può variare. E questo è precisamente ciò che viene preso in considerazione in tutti gli studi prima della commercializzazione dei farmaci generici.