Febbre Q: sapete di cosa si tratta?

In genere la febbre Q si risolve senza complicazioni. Solo in alcuni casi lascia strascichi che possono convertirsi in epatite, polmonite, endocardite o meningite. 
Febbre Q: sapete di cosa si tratta?

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

Febbre Q è il nome che si dà a un tipo di infezione batterica, trasmissibile dagli animali all’uomo. Fu individuata per la prima volta nel 1935 e deve questo nome alla difficoltà iniziale di capirne la natura. La lettera Q deriva dalla parola “query”, in inglese “domanda”, quindi “malattia in fase di accertamento”.

La ricerca individuò nel batterio Coxiella burnetii l’agente eziologico della febbre, un batterio presente negli animali da fattoria come le mucche, le capre, gli ovini e altri mammiferi. Negli animali, tuttavia, in genere non causa problemi di salute.

Sebbene si riscontrino casi di febbre Q in ogni stagione, questi si concentrano soprattutto in primavera e nei primi mesi dell’estate. Il momento culminante sono le settimane tra aprile e maggio.

Origine della febbre Q

Febbre Q, donna a letto con termometro

In genere la febbre Q è una malattia lieve, simile all’influenza. Esiste, tuttavia, anche una forma grave che causa danni a cervello, cuore, fegato e polmoni.

Il batterio Coxiella burnetii, responsabile della febbre, alberga principalmente nel materiale residuo del parto degli animali come la placenta e il liquido amniotico. Si trova anche nel latte, nelle urine e nelle feci degli animali infetti.

In alcuni casi l’infezione si trasmette anche senza contatto diretto con gli animali, inalando polvere contaminata con materiale organico oppure mediante il consumo di latte non pastorizzato infetto.

Caratteristiche e sintomi

Si stima che ogni dieci persone che contraggono il batterio, solo cinque avvertono sintomi. In genere i sintomi si presentano due o tre settimane dopo l’esposizione all’agente eziologico. Le manifestazioni più comuni della febbre Q sono:

  • Febbre con brividi e sudore.
  • Mal di testa e dolori muscolari.
  • Nausea, vomito e/o diarrea.
  • Stanchezza.
  • Dolore al petto e/o addominale.
  • Tosse secca.
  • Perdita di peso.

I sintomi possono essere lievi o gravi. Se l’infezione passa ai polmoni o al fegato, può causare polmonite o epatite. Nelle donne in gravidanza esiste un certo rischio di aborto spontaneo.

Circa cinque pazienti su cento sviluppano una febbre Q cronica con recidive a distanza di mesi o addirittura anni dall’infezione iniziale. Si tratta, in questo caso, di un problema grave che mette a rischio la vita, poiché in genere può raggiungere una o più valvole cardiache.

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Fattori di rischio

Ragazzo raffreddato con coperta e tisana

Il batterio ha come vettore preferenziale gli animali da fattoria e domestici, ma è stato anche isolato in esemplari selvatici e nelle zecche. Il principale fattore di rischio è il contatto diretto o indiretto con gli animali infetti.

È più esposto al rischio di contagio, quindi, chi lavora a contatto con gli animali come gli addetti all’allevamento o al macello, i veterinari, gli ispettori del settore zootecnico, etc. Le statistiche indicano, inoltre, che gli uomini sono più soggetti a contrarre questa malattia.

La fascia d’età più interessata è quella che va dai 30 ai 70 anni. È molto raro che la febbre Q colpisca i bambini e, quando avviene, esordisce con i sintomi della polmonite.

Altri dati sulla febbre Q

Presentano maggiore rischio di sviluppare una forma cronica di febbre Q le persone che presentano:

  • Una storia clinica con disturbi delle valvole cardiache
  • Anomalie dei vasi sanguigni
  • sistema immunitario debole
  • gravidanza

Al momento non è possibile vaccinarsi contro la febbre Q, pertanto adottare misure preventive è il modo migliore per evitare il contagio. Per tutti, invece, è valido il consiglio di non consumare latte non pastorizzato di qualsiasi animale.

Per chi lavora a contatto con gli animali o vive in campagna, è necessario prestare attenzione ai sintomi della febbre e recarsi subito dal medico. Infine chi fa parte della categoria ad alto rischio per motivi di salute dovrebbe evitare il contatto con gli animali.


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  • Roca, B. (2007, November). Fiebre Q. In Anales de medicina interna (Vol. 24, No. 11, pp. 558-560). Arán Ediciones, SL.


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