La fisioterapia pediatrica è definita come una branca della sanità, in particolare della chinesiologia e della fisioterapia, rivolta ai bambini. Si occupa della diagnosi, il trattamento e la cura di pazienti pediatrici con ritardi nello sviluppo o disturbi del movimento.
La definizione di questa disciplina può essere più ampia, come vedremo più avanti, poiché ne possono trarre beneficio anche pazienti affetti da altre patologie legate alla chinesiologia. Anche la stimolazione precoce può sfruttare la fisioterapia pediatrica.
Oltre a ciò, è comune usare diversi sinonimi, il che aumenta la confusione. Non è sbagliato, di fatto, parlare di “chinesiologia infantile” o “terapia fisica infantile”. Questi termini fanno riferimento agli stessi professionisti e alla stessa area sanitaria.
Fin dal suo esordio, sebbene recente, è stata rivolta ai bambini con disturbi dello sviluppo motorio causati da patologie neurologiche. Possiamo citare, ad esempio, paralisi cerebrale o torcicollo congenito.
Al secondo posto per gravità e numero di pazienti, si trovano le patologie ortopediche-traumatologiche, come scoliosi o deformazioni del piede. Seguono per rilevanza le malattie respiratorie, quali l’asma e la fibrosi cistica.
Una definizione più ampia dell’area di azione della fisioterapia pediatrica suggerisce che qualsiasi malattia che limiti il rapporto tra il bambino e l’ambiente circostante è trattabile in questo contesto. Ciò significa includere anche aspetti dell’esistenza che vanno oltre la dimensione patologica. Per ogni area di azione, la fisioterapia pediatrica propone diversi approcci:
- Stimolazione neuromotoria.
- Fisioterapia respiratoria.
- Psicomotricità.
- Trattamento posturale.
- Bendaggio funzionale.
Beneficiari della fisioterapia pediatrica
In quanto disciplina sanitaria pediatrica, questo tipo di fisioterapia è rivolta ai bambini. Nello specifico, possiamo suddividerli in tre gruppi ben distinti:
- Bambini e adolescenti con diverse patologie dalle ripercussioni evolutive e motorie, con cause diverse:
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- Neurologiche: spina bifida, paralisi cerebrale.
- Respiratorie: asma, fibrosi cistica, bronchiolite.
- Muscolo-scheletriche: lussazione congenita dell’anca, plagiocefalia, acondroplasia.
- Genetiche: sindrome di Down, sindrome di Wolf.
- Neuromuscolari: distrofia di Duchenne, atrofia muscolare spinale.
- Bambini che necessitano di osservazione medica, perché ad alto rischio di disturbi dello sviluppo. Lo scopo è monitorare la crescita per prevenire gravi complicazioni.
- Bambini non affetti da una patologia specifica e per i quali vengono proposti interventi educativi, soprattutto come misura preventiva.
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Il ruolo del fisioterapista pediatrico
La fisioterapia pediatrica non equivale alla tradizionale chinesiologia rivolta agli adulti. Il fisioterapista infantile è una figura specializzata in età pediatrica.
Questi in genere procede con una valutazione iniziale del bambino o dell’adolescente. Stabilirà quindi i limiti motori, cognitivi, sensoriali e ambientali del paziente nel contesto di sviluppo.
Una volta effettuata la valutazione, il professionista delineerà gli obiettivi di un possibile trattamento. Questi ultimi vengono solitamente concordati tra il fisioterapista e la famiglia, oltre al medico curante che ha richiesto la visita specialistica.
Sulla base degli obiettivi, verrà stabilito un programma di lavoro. La formazione professionale del fisioterapista infantile gli permetterà di scegliere le tecniche più appropriate per il singolo paziente, sempre in abbinamento al gioco. L’aspetto ludico è un pilastro fondamentale della fisioterapia pediatrica.
La collaborazione tra la famiglia e il professionista risulta determinante a mano a mano che si realizzano le sedute. Ecco perché si distingue tra interventi diretti (eseguiti dal fisioterapista) e interventi indiretti (eseguiti dalla famiglia).
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Il ruolo della famiglia
La famiglia rappresenta un elemento essenziale dell’approccio terapeutico. Il trattamento, di fatto, risulta incompleto in assenza della partecipazione attiva degli adulti che trascorrono la maggior parte del loro tempo con il piccolo paziente.
Deve essere chiaro che il professionista incontra il bambino o l’adolescente soltanto durante le sedute, ma questi trascorre il resto del tempo con i membri della sua famiglia. Alla luce di ciò, parte del successo dei trattamenti dipende dal coinvolgimento e dalla costanza dei genitori.
Dopo gli interventi diretti del fisioterapista, dunque si prosegue con gli interventi indiretti da parte dei familiari a casa. Questi ultimi, indicati dal professionista, completano il piano di intervento.
Il coinvolgimento della famiglia nell’ambito della fisioterapia infantile è particolarmente importante nei primi anni di vita del bambino. In altre parole, quando la stimolazione precoce getterà le basi per lo sviluppo futuro fino all’età adulta.
Risultano essenziali, pertanto, una comunicazione e comprensione fluide e continuative tra il fisioterapista e i genitori. Entrambe le parti dovranno essere d’accordo e a proprio agio. Il tutto al fine di garantire il benessere e la salute del bambino, fulcro della terapia.
Bibliografia
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