
Si parla di ipossiemia arteriosa quando la quantità di ossigeno trasportata dalle arterie è più bassa del normale. Si tratta…
I diversi tipi di paralisi cerebrale variano a seconda dei sintomi, della parte del corpo interessata e della gravità del disturbo. Si tratta di una condizione complessa che non ha una buona prognosi, ma che continua a essere oggetto di ricerca per migliorare la qualità di vita del paziente.
Classificare i diversi tipi di paralisi cerebrale esistenti facilita l’approccio e la diagnosi. Ciò, tuttavia, non diminuisce la gravità di questa condizione, soprattutto a causa della sua insorgenza in età infantile.
In medicina la paralisi cerebrale include un gruppo di disfunzioni che alterano la mobilità muscolare a causa di danni cerebrali localizzati. A ciò si aggiungono altre condizioni più variabili a carico del sistema nervoso.
In questo articolo esaminiamo i diversi tipi di paralisi cerebrale per comprendere meglio questo disturbo. I criteri di classificazione prevedono da un parte la postura acquisita dalla persona a causa della condizione, dall’altra la parte del corpo interessata. Infine, possono essere classificati anche in base alla gravità.
Questo gruppo di paralisi cerebrali si basa sulla postura assunta in genere dalla persona. Nello specifico è coinvolto il tono muscolare, la cui alterazione provoca spasmi, movimenti involontari o atassia.
È il tipo più comune di paralisi cerebrale. I muscoli sono sottoposti a uno sforzo eccessivo, per cui non rispondo ai segnali. Il paziente non riesce camminare e trascina a malapena gli arti inferiori.
Un’andatura comune in questi casi è l’incrociamento a “forbice“, in cui si incrocia un arto inferiore davanti all’altro in modo teso, ovvero senza piegare le ginocchia. Questa paralisi porta alla perdita di massa muscolare, per cui le fibre muscolari riducono il loro volume.
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Il paziente presenta scarsissimo tono muscolare. Le fibre non mantengono la contrazione e la persona non può stare in piedi, gli arti sono ciondolanti, privi di forza.
Al di là dei movimenti, il rischio principale in questo interessa le vie aeree, poiché la meccanica respiratoria può essere gravemente compromessa.
Si manifesta attraverso il movimento scoordinato di tutto il corpo. I muscoli si contraggono e si rilassano involontariamente negli arti superiori e inferiori.
Per quanto riguarda il viso, tali contrazioni interessano soprattutto la lingua, ma anche le espressioni facciali cambiano bruscamente in seguito a uno spasmo.
È simile alla paralisi ateoide, ma si verifica meno frequentemente. I movimenti sono involontari e disordinati. Sono presenti problemi di coordinazione, equilibrio e andatura. Per la persona è difficile mantenere l’equilibrio, sia seduta sia in piedi.
Il tipo misto non è altro che un mix dei sintomi sopra descritti. Il protocollo di intervento risulta difficile in questi casi, poiché i medici devono decidere in quale gruppo classificare questa disfunzione.
A seconda di quale parte del corpo presenta il maggior numero di sintomi e in base alle varie manifestazioni, la paralisi cerebrale può essere classificata in modo diverso. In questo senso, sono presenti i seguenti tipi:
Questo criterio di classificazione dei diversi tipi di paralisi cerebrale si basa su consensi internazionali che hanno la loro massima espressione nel Gross Motor Function Classification System (GMFCS). Si tratta di un accordo internazionale che include l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Sulla base di questi criteri, possiamo parlare dei seguenti tipi:
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Non esiste una classificazione migliore di altre dei diversi tipi di paralisi cerebrale. Ognuna risponde a criteri specifici; alcune sono più utili per definire i piani di riabilitazione, mentre altre per stabilire l’approccio medico.
In ogni caso, risulta importante una diagnosi accurata che permetta lo sviluppo di un piano di riabilitazione appropriato per migliorare la qualità della vita. Ciò è possibile grazie a fisioterapia, sostegno psico-sociale, rete di supporto e trattamenti medici.