Honjok, l’arte di vivere in solitudine

L'"honjok" è una solitudine scelta. La persona decide di vivere in solitudine per conoscere se stessa e coltivare il suo autentico mondo interiore.

Honjok, l'arte di vivere da soli.

Honjok è uno stile di vita solitario nato in Corea del Sud nell’ultimo decennio come un modo per far fronte alle pressioni e alle norme sociali sudcoreane. Queste vogliono che i giovani si sposino e mettano su famiglia.

Queste norme sociali impongono agli uomini di essere dei professionisti di successo, il cui lavoro consenta loro di supportare il loro gruppo. Mentre le donne dovrebbero dare la priorità alla famiglia, nonostante abbiano un’ampia formazione accademica e competenze per inserirsi nel mondo del lavoro.

In questo contesto, sempre più giovani sudcoreani (per lo più donne) scelgono di fuggire da questi schemi culturali maschilisti e optano per l’honjok, ovvero la solitudine come stile di vita. Vediamo in cosa consiste.

Cos’è l’honjok?

Il termine honjok è un gioco di parole formato da due concetti: hon, che significa “solo”, e jok, che si riferisce a “tribù”. In questo senso, viene tradotto come “tribù di uno”.

Il movimento è emerso alla fine dell’ultimo decennio in Corea del Sud, come risposta alle pressioni culturali sessiste che determinano in anticipo i ruoli che gli uomini e le donne devono svolgere nella società. Ora, il concetto si riferisce a una solitudine volontaria; la persona decide consapevolmente di vivere in solitudine per conoscere se stessa e coltivare il suo autentico mondo interiore.

Per i fautori di questo movimento, la solitudine dell’honjok non possiede le connotazioni negative spesso attribuite allo scegliere di stare da soli. Proprio perché si tratta di una scelta volontaria.

Inoltre, offre loro alcuni vantaggi, come i seguenti:

  • La possibilità di avere più soldi a disposizione.
  • Conoscere in profondità le proprie preferenze e interessi.
  • Offrire alternative al modello tradizionale sudcoreano, in cui il concetto di tribù è il bene più alto.

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Stare da soli vs. sentirsi soli

La solitudine è un fenomeno al quale di solito viene attribuita una connotazione negativa. Bisogna però imparare a distinguere tra la solitudine imposta (ovvero sentirsi soli pur essendo circondati da tante persone perché veniamo rifiutati dagli altri) e la solitudine volontaria (quando decidiamo di stare da soli per coltivare il nostro mondo interiore e godere dell’individualità).

A questo proposito, la psicoterapeuta americana Francie Healey, autrice del libro Honjok: l’arte di vivere da soli, afferma che la solitudine deve essere vista come un’opportunità per stare con se stessi ed esplorare il significato della propria vita. Sebbene all’inizio possa essere percepita come un’esperienza spiacevole, la Healey considera l’honjok un percorso verso la consapevolezza di .

vita in solitudine
La vita in solitudine non deve essere vista come qualcosa di negativo, se la persona ha preso questa decisione in maniera volontaria e ponderata.

Tipi di honjok: vari modi per godersi la solitudine

Il movimento honjok è diventato sempre più popolare in Corea del Sud, al punto che sono emerse 3 tipologie:

  1. Hon-bap: si riferisce al piacere di mangiare da soli in un ristorante, senza prestare attenzione agli sguardi o alle opinioni degli altri.
  2. Hon-nol: è la soddisfazione di fare attività di svago da soli. Questa categoria include andare da soli a teatro, al cinema, fare shopping o viaggiare da soli.
  3. Hon-sul: è l’atto di bere da soli. In questo caso, i coreani di solito lo praticano a casa.

Benefici di una solitudine volontaria

Quando impariamo a stare da soli e iniziamo a goderci questa esperienza, possiamo sperimentare i seguenti benefici.

Maggiore conoscenza di sé

Un ottimo modo per conoscere noi stessi è stare da soli. È in questi momenti che possiamo rivolgere lo sguardo verso l’interno e approfondire pregi, paure, limiti e risorse.

Maggiore autosufficienza

La vita da soli ci insegna anche ad essere più autosufficienti. Ebbene , impariamo a farci carico di compiti e responsabilità senza dipendere dagli altri. Questo genera soddisfazione e senso di realizzazione.

Rafforzamento dell’autostima

Vivere da soli ci permette anche di aumentare la nostra autostima, dal momento che smettiamo di dipendere dall’opinione degli altri e iniziamo ad agire a favore delle nostre vere preferenze e necessità. In altre parole, ci mettiamo al primo posto.

Tuttavia, questo non significa lasciarsi trasportare dall’arroganza e dalla presunzione. Al contrario, una buona autostima significa andare d’accordo con se stessi e con gli altri.

Una vita sociale più sana

Francie Healey ha avuto l’opportunità di parlare con i giovani che praticano l’honjok e molti di loro hanno riferito di avere rapporti più sani e positivi con le altre persone.

Apparentemente, imparare a stare da soli ci aiuta a valorizzare la nostra individualità e quella degli altri. Questo è essenziale per costruire relazioni sane.

Maggiore creatività

La solitudine fa emergere le idee e la creatività. Inoltre, nella misura in cui ci connettiamo con noi stessi, possiamo esprimere il mondo interiore. Ad esempio, attraverso la pittura, la scrittura o la musica.

Dipingi da solo.
La creatività può essere potenziata in solitudine, in modo da metterci in contatto con le nostre emozioni più profonde.

Come praticare l’honjok

La solitudine volontaria può essere una bella sfida, anche per coloro che non vogliono soddisfare l’aspettativa sociale di sposarsi e farsi una famiglia.

In questo senso Francie Healey consiglia di iniziare poco a poco, dedicando qualche minuto della giornata a cose semplici, come prestare attenzione alla respirazione, coltivare la creatività e sviluppare abitudini sane come la meditazione o mindfulness.

Consiglia anche di tenere un diario o annotare i tuoi pensieri. Questi ci aiutano a essere più riflessivi e a lavorare sull’autocoscienza, soprattutto quando soffriamo di stress o ansia.

Da parte sua, Healey conclude che idealmente queste attività non dovrebbero essere solo un hobby, ma dovrebbero diventare priorità.

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Il bisogno di solitudine

Prima di concludere, è opportuno tenere presente che, così come è necessario relazionarsi con gli altri, è fondamentale anche dedicare il giusto spazio a noi stessi. Anche nella vita di coppia o di famiglia.

Pertanto, indipendentemente dal nostro desiderio di formare una famiglia o meno, è essenziale imparare a stare da soli. È un percorso che garantisce la conoscenza di sé, l’amor proprio e le relazioni sane.

Bibliografia

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  • Healey F. Honjok. El arte de vivir en soledad. Barcelona: Timun Mas; 2020.
  • Bavoleo B, Chaure D, Benítez M. Corea ante un nuevo cambio de época: aproximaciones desde el Sur Global. Argentina: Universidad nacional de la Plata; 2022.
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