I parassiti alimentari sono microrganismi che possono mettere in pericolo la salute degli esseri umani. Vengono ingeriti attraverso la dieta e sono capaci di colonizzare alcune parti dell’apparato digerente e generare tossine nocive.
È importante sapere quali sono i più comuni e conoscere le misure necessarie per evitare di consumarli. Le intossicazioni alimentari sono una delle cause più frequenti di visita al pronto soccorso.
Questi eventi sono spesso provocati da cattive abitudini igieniche che conducono all’ingestione di agenti patogeni responsabili dell’insorgenza di disturbi digestivi.
Alcuni parassiti, inoltre, possono provocare stati allergici e coinvolgere organi vitali, come il fegato. Quali altri pericoli causano? Nelle righe che seguono affrontiamo l’argomento in dettaglio.
Pericoli rappresentati dai parassiti alimentari
Spesso i parassiti alimentari vengono consumati senza che la persona ne sia consapevole viste le loro minuscole dimensioni. È anche possibile che nel cibo siano presenti solamente le uova dell’agente patogeno, destinate a schiudersi all’interno dell’apparato digerente umano e poi provocare un danno a breve termine.
Quest’ultimo potrebbe essere uno dei casi più difficili da trattare, dal momento che il parassita si insedia all’interno del soggetto e causa un problema di salute cronico. Va sottolineato che questi organismi possono svilupparsi in alimenti molto diversi. Possono comparire in prodotti freschi, ma anche all’interno di cibi in scatola.
Accade con una relativa frequenza di trovarli in carni che non sono state adeguatamente trattate, compresi alcuni pesci. Una volta sviluppatisi all’interno dell’organismo, potrebbero essere trasmessi tramite il contatto, soprattutto in presenza di una scorretta igiene delle mani.
Principali parassiti alimentari
Un articolo pubblicato su Advances in Food and Nutrition Research afferma che i parassiti trasmessi attraverso gli alimenti sono tra gli agenti patogeni più trascurati, a causa della loro complessità e della loro grande prevalenza in popolazioni emarginate.
Ciononostante, negli ultimi anni la loro diffusione si è estesa ad altre categorie e sono stati associati a sintomi inattesi.
Quali sono i più comuni? Come possiamo ridurre il rischio di contaminazione? Rispondere a questi interrogativi è molto importante.
Taenia solium
È conosciuta anche come “verme solitario” o “tenia del maiale”. Si tratta di un microrganismo presente soprattutto nella carne di maiale che non è stata trattata correttamente oppure sanificata durante il processo di macellazione.
In seguito al consumo di alimenti contaminati, all’interno dell’intestino possono svilupparsi diverse tenie. Queste ultime possiedono l’aspetto di vermi e ingeriscono i nutrienti che la persona assume attraverso la dieta.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Parasite Immunology, la tenia può causare progressivo dimagrimento con conseguente stato di denutrizione.
Echinococcus granulosus
Si tratta di un parassita che in genere vive nell’intestino dei cani. Tuttavia, è stato dimostrato che può essere trasmesso anche agli esseri umani a causa del consumo di carne contaminata di altri animali, come quella di maiale.
È responsabile di un consumo proteico che riduce la biodisponibilità degli aminoacidi per il sostentamento umano. Di conseguenza, compromette la salute in misura significativa.
Potrebbe interessarvi leggere anche: Contaminazione crociata degli alimenti: come evitarla?
Toxoplasma gondii
Questo protozoo può causare lo sviluppo della toxoplasmosi nell’essere umano. Si tratta di un microrganismo che vive principalmente nei gatti e il cui passaggio alle gestanti ha effetti indesiderati sul feto.
Il trattamento prevede una serie di farmaci che agiscono sulla sintesi dell’acido folico. Hanno così un impatto negativo sul ciclo vitale e riproduttivo del parassita.
Nel quadro clinico della toxoplasmosi si segnalano i sintomi influenzali, come la febbre. Questa malattia può essere persino mortale nel caso delle persone immunodepresse.
Infine, alcune ricerche assicurano che l’infezione da questo patogeno aumenta a medio termine il rischio di schizofrenia.
Strategie per ridurre i rischi
Uno dei meccanismi più efficaci per ridurre il rischio di infezione da parassiti alimentari è adottare sane misure di igiene alimentare. In tal senso, bisogna eseguire un corretto lavaggio dei prodotti da consumare freschi, tranne per la carne.
Allo stesso modo, è bene accertarsi che l’alimento raggiunga al suo interno elevate temperature durante la cottura; si tratta, di fatto, di un efficace meccanismo per eliminare gli agenti patogeni eventualmente presenti.
Non bisogna condividere utensili per la manipolazione di cibi crudi e cotti. Altrettanto importante è igienizzare alla perfezione le posate, così come lavarsi le mani prima di manipolare gli alimenti.
Nel caso in cui qualche alimento debba essere sottoposto a congelamento, si consiglia in un secondo momento di eseguire lo scongelamento in frigorifero evitando di lasciare il prodotto a temperatura ambiente; ciò promuove la schiusa di uova eventualmente presenti all’interno o sulla superficie.
Vi consigliamo di leggere anche: Sicurezza alimentare: intervista a Gemma del Caño
Attenzione ai parassiti alimentari
Un’infezione causata da parassiti alimentari è un fenomeno relativamente frequente e che può compromettere seriamente la nostra salute.
Non solo colpisce il metabolismo dei nutrienti o la loro disponibilità, ma può anche provocare danni epatici e causare perfino una reazione di ipersensibilità che può condizionare la nostra vita.
Nel caso delle gestanti, inoltre, alcune intossicazioni sono molto pericolose, dal momento che rappresentano un rischio per il feto. Si consiglia, pertanto, di acquistare solo alimenti di prima qualità, che abbiano superato i controlli sanitari e che siano dotati delle opportune certificazioni.
Al tempo stesso, è di fondamentale importanza sottoporre gli alimenti a completa cottura, in modo da assicurarsi che gli eventuali agenti patogeni presenti al loro interno vengano distrutti.
Infine, vanno adottati metodi di conservazione sicuri e in grado di mantenere i cibi in buono stato per evitare la riproduzione dei parassiti.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Gonzales I., Rivera JT., Garcia HH., et al., Pathogenesis of taenia solium taeniasis and cysticercosis. Parasite immunol, 2016. 38 (3): 136-46.
-
Robertson, L. J. (2018). Parasites in Food: From a Neglected Position to an Emerging Issue. In Biological Emerging Risks in Foods (pp. 71–113). Elsevier. https://doi.org/10.1016/bs.afnr.2018.04.003
- Almulhim AM., John S., Echinococcus granulosus. StatPerals, 2020.
- Xiao J., Prandovszky E., Kannan G., Pletnikov MV., et al., Toxoplasma gondii: biological parameters of the connection to schizophrenia. Schizophr Bull, 2018. 44 (5): 983-992.