CBD (cannabidiolo): che cos'è e cosa dice la ricerca?

Gli effetti sulla salute del cannabidiolo (CBD) sono oggetto di interesse per la ricerca scientifica. Attualmente è considerato un coadiuvante contro il dolore, l'ansia e alcuni disturbi neurologici.
CBD (cannabidiolo): che cos'è e cosa dice la ricerca?
Franciele Rohor de Souza

Revisionato e approvato da la farmacista Franciele Rohor de Souza.

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

Il CBD (o cannabidiolo) è uno dei componenti attivi più rilevanti della marijuana (cannabis). Tuttavia, non contiene tetraidrocannabinolo (THC), che è la sostanza psicoattiva solitamente associata alla pianta.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il CBD non si associa all’abuso o alla dipendenza nell’uomo. Al contrario, gli vengono attribuite proprietà medicinali.

Il CBD si ottiene dalla Cannabis sativa, che a sua volta comprende due sottoclassi: la marijuana e la canapa. In genere, il CBD si ottiene dalla canapa, visto che la marijuana è illegale in molti stati. Possiamo trovarla sotto forma di olio, compresse, caramelle gommose e spray. In questo spazio approfondiremo i suoi principali utilizzi e i possibili effetti indesiderati.

Quali sono gli usi e i benefici del CBD?

Di solito il CBD è commercializzato sotto forma di olio. Quest’ultimo andrà versato in gocce sottolinguali e ivi mantenuto per circa un minuto.

Come dicevamo, è disponibile anche in altre presentazioni, ad esempio saponi e prodotti di bellezza. L’unico prodotto approvato dalla Food and Drug Administration, però, è un olio commercializzato con il nome di “Epidiolex” e che viene utilizzato in alcune forme di epilessia.

Ad oggi il meccanismo di azione del CBD non è del tutto chiaro. In ogni caso, è nota la sua bassa affinità con i recettori dei cannabinoidi nel cervello, il che spiega la sua differenza con il THC.

Si pensa che agisca sui recettori oppioidi che regolano il dolore. Inoltre, sembra intervenire anche sui recettori della glicina, associati agli ormoni del benessere.

Quali sono i suoi benefici? Cosa dicono al riguardo gli studi scientifici? Vietare la cannabis ha ostacolato notevolmente le ricerche sugli effetti di questa pianta. Ciononostante, sono stati condotti studi importanti, che supportano alcuni dei suoi utilizzi medici. Vediamoli in dettaglio.

Sollievo dal dolore

Del cannabidiolo si stanno studiando particolarmente gli effetti analgesici. Secondo una ricerca pubblicata su Journal of Pain Research, il CBD può ridurre il dolore cronico poiché interferisce con l’attività del recettore endocannabinoide, il quale interviene nella regolazione di diverse funzioni, come l’appetito, il dolore e la risposta del sistema immunitario.

Inoltre, uno studio sui topi divulgato da Frontiers in Pharmacology ha registrato che l’iniezione di CBD produce una ridotta risposta al dolore prodotto da incisione chirurgica. Simili risultati sono stati osservati in un altro studio sui topi, che ha dimostrato come l’uso orale del CBD possa effettivamente ridurre dolore e infiammazione del nervo sciatico.

Ad oggi sono necessari ulteriori studi sugli umani per valutare il CBD come alleato contro diversi tipi di dolore. Attualmente la maggior parte degli studi coinvolgono il THC, il che impedisce di conoscere esattamente gli effetti del CBD da solo.

Donna con mal di orecchio.
L’utilizzo del CBD a finalità analgesiche è il più promettente, soprattutto nei casi di dolore cronico e intenso.

Ridotta ansia e depressione

L’olio di CBD è diventato un noto coadiuvante negli stati di ansia e depressione. Si pensa possa influire sulla stimolazione della serotonina (chiamata anche ormone del benessere).

A tal proposito, uno studio pubblicato su Brazilian Journal of Psychiatry ha realizzato delle interessanti scoperte. Un gruppo di partecipanti di sesso maschile, dopo aver assunto CBD per via orale, ha mostrato una riduzione dell’ansia.

Analogamente, un caso studio riportato su Permanent Journal sostiene che quest’olio può essere un complemento sicuro in caso di insonnia e ansia nei bambini con disturbo post-traumatico da stress. Inoltre, in uno studio pubblicato su British Journal of Pharmacology questa sostanza ha mostrato effetti antidepressivi.

Proprietà neuroprotettive

Un certo numero di studi associa l’uso del CBD con benefici sui pazienti con disturbi neurologici. Nello specifico, secondo i ricercatori,  questa sostanza agisce sopra il sistema endocannabinoide e su altri sistemi responsabili dell’invio di segnali al cervello; proprietà che potrebbe essere utile contro la sintomatologia dell’epilessia e della sclerosi multipla.

The New England Journal of Medicine suggerisce la stessa conclusione: l’olio di CBD si è dimostrato utile nella riduzione dell’attività convulsiva nei bambini con sindrome di Dravet, un disturbo dell’epilessia. Inoltre, un articolo pubblicato su Journal of Psychopharmacology assicura che questo composto aiuta a migliorare la qualità di vita dei pazienti con malattia di Parkinson.

Salute cardiaca

L’olio di CBD sembra essere una terapia integrativa utile a ridurre il rischio di patologie cardiache. Qual è il collegamento con il cuore? Una ricerca pubblicata su JCI Insight spiega che questo prodotto contribuisce ad abbassare la pressione arteriosa, soprattutto se associata a eccessivi livelli di stress e ansia. Questo fa sì che il cuore pompi al meglio.

Ulteriori possibili benefici

Il CBD è ancora protagonista di un’ampia varietà di studi. Si pensa che in futuro avrà un ruolo importante nello sviluppo di nuovi farmaci. Ecco altri possibili benefici:

  • Azione antipsicotica: uno studio su Schizophrenia Research indica che il cannabidiolo contribuisce a ridurre i sintomi psicotici nei pazienti con schizofrenia e altri disturbi mentali.
  • Acne: un articolo presente su The Journal of Clinical Investigation suggerisce che il CBD contribuisce a ridurre un’eccessiva produzione di sebo ed evita l’attivazione di citochine infiammatorie, fattori associati all’acne.
  • Sintomi del cancro: anche i pazienti oncologici sembrano trarre benefici importanti dall’olio di CBD. Le evidenze riportano che questa sostanza favorisce il sollievo dal dolore causato dalla malattia. Inoltre, uno studio su Journal of Clinical Oncology ha dimostrato la sua capacità di ridurre nausea e vomito indotti dalla chemioterapia.
  • Abuso di sostanze stupefacenti: una studio di revisione pubblicato su Substance Abuse Research sostiene che il CBD riduce la dipendenza dalla morfina e i comportamenti di astinenza da eroina. Secondo i ricercatori, questa sostanza modificherebbe i circuiti cerebrali coinvolti nella dipendenza.
  • Diabete: studi sugli animali suggeriscono un potenziale effetto antidiabetico del CBD, con una riduzione dell’incidenza del diabete fino al 56%.

Rischi ed effetti indesiderati del CBD

È fondamentale tenere conto del fatto che l’uso di CBD comporta il rischio di effetti secondari. Secondo uno studio di ricerca clinica condivisa, pubblicato su Cannabis and Cannabinoid Research, le reazioni avverse possono variare di caso in caso.

Tra i sintomi più comuni:

  • Sonnolenza.
  • Bocca asciutta.
  • Nausea.
  • Vomito.
  • Ansia.
  • Variazioni dell’appetito.
  • Vertigini.
  • Diarrea.
  • Sbalzi di umore.

Dovrà fare particolare attenzione chi soffre di malattie epatiche. L’olio di CBD, infatti, aumenta le transaminasi nel fegato, il che può diventare controproducente. In questo caso diventa essenziale consultare previamente il medico. Si sconsiglia di utilizzarlo in gravidanza e durante l’allattamento, poiché si sospettano possibili  problemi di sviluppo nel feto.

Interazione del CBD

Gli studi suggeriscono che il CBD potrebbe interferire con diversi farmaci, tra i quali quelli per l’epilessia. Assumerlo insieme a questi farmaci potrebbe aumentare la sua tossicità o ridurne l’efficacia, dal momento che interferiscono con i citocromi P450 (CYP), enzimi che permettono il metabolismo dei principi attivi.

Alcune delle interazioni farmacologiche del cannabidiolo sono le seguenti:

  • Farmaci immunosoppressori come Sandimmun (ciclosporina).
  • Antibiotici macrolidi, come claritromicina e telitromicina.
  • Farmaci contro l’emicrania.
  • Analgesici oppioidi.
  • Farmaci a base di rifampicina.
  • Anticonvulsivi, come Tegretol (carbamazepina) e Trileptal (oxcarbazepina).
  • Farmaci antiaritmici.
  • Antipsicotici.
  • Antidepressivi atipici, come Remeron (mirtazapina).
  • Sedativi con benzodiazepine.
Cbd ed epilessia.
Il CBD può interagire con i farmaci antiepilettici, per cui, in questi casi, le dosi di somministrazione vanno attentamente calibrate.

Dosaggio raccomandato di CBD

Attualmente non sono state stabilite delle linee guida sull’uso corretto di CBD. L’olio, in generale, si assume sotto la lingua. La dose raccomandata varia tra i 5 e i 25 milligrammi. Tuttavia, bisogna consultare il medico per stabilire il dosaggio, a seconda delle esigenze individuali.

Una volta introdotto l’olio sotto la lingua (una o più gocce), il consiglio è di trattenerlo per 30 o 60 secondi. In altre presentazioni, come nella formula spray, in compresse o in caramelle masticabili, i consigli sul consumo sono diversi.

Ultime raccomandazioni per l’uso di CBD

Oltre a stabilire con il medico quale sia il dosaggio opportuno di CBD, conviene acquistarlo in un negozio affidabile e leggere attentamente l’etichetta. Alcune formulazioni riportano la dicitura “a spettro completo”, il che indica che contengono altri composti della pianta della cannabis, come le proteine, i flavonoidi, i terpeni e la clorofilla. Si pensa che questa presentazione offra ulteriori benefici.

Alcune formulazioni, inoltre, contengono THC, come lo spray Sativex, che è stato approvato in alcuni paesi come coadiuvante per lenire il dolore associato alla sclerosi multipla. La scelta di formulazioni con THC dipende dal medico e dalla disponibilità del prodotto, a seconda delle leggi vigenti.


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