Influenza suina H1N1: sintomi, cause e terapie

I primi casi di influenza suina H1N1 sono stati riportati negli Stati Uniti. In poco tempo si è estesa a diversi Paesi del mondo. Anche se la pandemia è stata scongiurata, ancora oggi il virus è in circolazione, ma il vaccino contro questa influenza previene il contagio.
Influenza suina H1N1: sintomi, cause e terapie

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

L’influenza suina H1N1, comunemente conosciuta come influenza suina, è un’infezione causata da un virus. In un primo momento si pensava che questa malattia fosse simile all’influenza che colpisce i maiali e che si trasmettesse all’essere umano mediante il contatto regolare con questi animali.

Con il passare del tempo si è scoperto che il virus dell’influenza suina H1N1 in realtà è una combinazione di elementi virali propri dei maiali, degli uccelli e degli umani. Nel 2009 scoppiò un focolaio di questa malattia, per poi diffondersi al resto del mondo, trasformandosi in una pandemia.

Nel 2010 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiarò la fine della pandemia. Eppure, il virus dell’influenza suina H1N1 non è scomparso. Attualmente è considerato un virus che provoca la comune influenza umana e non ha più fatto esplodere dei focolai. Il vaccino antinfluenzale può, inoltre, prevenire questa infezione.

Quali sono le cause?

Cause di influenza suina.
Questa malattia si trasmette facilmente.

L’influenza suina H1N1 è dovuta a un particolare ceppo influenzale. Nella maggior parte dei casi il contagio avviene tra persone e non tra animale e persona. Oltre a ciò, è importante sottolineare che questa malattia non si contrae a causa del consumo della carne di maiale, come si tende a pensare.

La trasmissione avviene attraverso la saliva o le particelle di muco. Si verifica quando una persona inala droplets contaminati, emessi da tosse o starnuti di persone contagiate.

Al tempo stesso, è possibile essere contagiati dall’influenza suina H1N1 quando le gocce infette cadono su una superficie. Se un’altra persona entra in contatto con la persona infetta e poi si tocca occhi, naso e bocca può essere contagiata dal virus.

Fattori di rischio dell’influenza suina

Nel caso del primo focolaio dell’influenza suina H1N1 i più colpiti furono i bambini sopra i 5 anni e i giovani. Questa situazione non è molto comune, visto che proprio queste fasce di popolazione sono di solito meno vulnerabili all’effetto dei virus.

Attualmente, i fattori di rischio che inducono il contagio da influenza H1N1 sono gli stessi di qualunque altro ceppo influenzale. Maggiore è il contatto con le persone infette, più possibilità ci saranno di contrarre la malattia. D’altra parte, chi è maggiormente a rischio di complicazioni sono i seguenti gruppi:

  • Persone sopra i 65 anni.
  • Minori di 5 anni.
  • Adulti giovani e persone sotto i 19 anni sottoposte a terapia con aspirina a lungo termine.
  • Persone con sistema immunitario debilitato.
  • Chi soffre di malattie croniche come asma, diabete mellito, patologie cardiache o malattie neuromuscolari.

Sintomi dell’influenza suina H1N1

I sintomi dell’influenza suina H1N1 sono molto simili a quelli dell’influenza stagionale. Possono manifestarsi uno o più tra i seguenti sintomi:

  • Tosse.
  • Mal di gola.
  • Congestione o gocciolamento del naso.
  • Lacrimazione o arrossamento degli occhi.
  • Mal di testa.
  • Dolori al corpo.
  • Affaticamento.
  • In alcuni casi, febbre e brividi.
  • Diarrea.
  • Nausea e vomito.

Come nel caso della comune influenza, anche questa tipologia può provocare gravi complicazioni. Allo stesso modo, in alcuni casi peggiora i sintomi di patologie croniche preesistenti.

Possibili complicazioni dell’influenza suina

Nei bambini piccoli l’infezione dell’influenza suina H1N1 può provocare sintomi come i seguenti:

  • Difficoltà respiratorie o respirazione affannata.
  • Irritabilità.
  • Tonalità della pelle bluastra.
  • Incapacità di interagire o di svegliarsi.
  • Tosse intensa e febbre alta.
  • Eruzione cutanea.

Nel caso degli adulti, tra i sintomi gravi ci sono i seguenti:

  • Difficoltà respiratorie o sensazione di mancanza di aria.
  • Sensazione di compressione o fitte al petto o all’addome.
  • Nausea improvvisa e/o confusione.
  • Vomito intenso e continuo.
  • Forte tosse e febbre alta.

La patologia può sfociare in polmonite, insufficienza respiratoria, sintomi neurologici gravi (come le convulsioni) o aumento della gravità delle malattie croniche, come asma o patologia cardiaca.

Esami diagnostici

L’influenza suina H1N1 è molto simile alla comune influenza (o stagionale), per cui sono necessari esami per arrivare a una diagnosi certa. In un primo momento un criterio differenziale dice che l’H1N1 si manifesta con sintomi associati alla digestione, come dolore addominale e vomito.

Tuttavia, l’unico modo per verificare la presenza dell’influenza suina è con un’analisi di laboratorio. Per eseguirla viene prelevato un campione di muco con un tampone, che è una versione un po’ più grande di quelli che abbiamo in casa. Questo campione viene analizzato per determinare la presenza o meno della patologia.

Terapie a disposizione

Trattamento farmacologico.
La maggior parte della terapia farmacologica agisce sui sintomi.

Attualmente il vaccino antinfluenzale stagionale protegge dal virus dell’influenza suina H1N1. La somministrazione avviene mediante iniezione o aerosol ed è efficace per far fronte all’agente infettivo.

Se una persona non è vaccinata la malattia può essere trattata con gli stessi antivirali con cui si combatte la comune influenza. L’effetto principale è di ridurre i sintomi. Sono molto efficaci e si ingeriscono nelle prime 48 ore, una volta diagnosticata la malattia.

D’altra parte, in caso di contagio il consiglio è riposare molto, in modo che il sistema immunitario possa concentrarsi sull’infezione. Inoltre è importante bere liquidi in abbondanza per prevenire la disidratazione e assumere analgesici per ridurre i fastidi.

Prevenzione e consigli

Il modo migliore per prevenire l’influenza suina H1N1 è somministrare il vaccino antinfluenzale una volta l’anno. La somministrazione è consigliata a tutte le persone sopra i 6 mesi di età. Negli adulti anziani è ancor più un’esigenza.

Inoltre, è importante prendersi cura del contatto con persone infette. In caso di contagio, è opportuno rimanere in casa e coprirsi la bocca e il naso per tossire e per starnutire. Si potrà uscire di casa solo 24 ore dopo essere guariti dalla febbre.

In linea di massima il consiglio è lavare spesso le mani, mantenere igienizzate le superfici di casa, soprattutto se in casa qualcuno è infetto. Evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani sporche.

Le donne in gravidanza, gli adulti al di sopra dei 65 anni, i bambini al di sotto dei 5 anni o chi soffre di patologie croniche devono evitare il contatto con i maiali, anche durante le sagre o simile.

Una malattia che è meglio monitorare

I virus sono da sempre una sfida per l’umanità. Come nel caso dell’influenza suina H1N1, spesso fanno la loro comparsa all’improvviso, senza alcun controllo. Dunque, sarebbe opportuno fare delle misure di prevenzione delle abitudini di vita.

I vaccini sono ottimi strumenti per lottare contro il virus, per cui sarebbe opportuno che tutti avessero fatto i richiami dei vaccini e che mantenessero tutte le misure di prevenzione per evitare qualsiasi tipo di contagio.


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