La causa del Coronavirus è il pipistrello?

I pipistrelli hanno un sistema immunitario molto forte, in grado di resistere ad alte cariche virali e di trasportare varie malattie letali per l'uomo. Tra queste, l'ebola, la SARS, la rabbia e il COVID-19.
La causa del Coronavirus è il pipistrello?

Ultimo aggiornamento: 04 maggio, 2020

Il Ministero della salute, citando come fonte l’OMS,  indica nel pipistrello un probabile reservoir ecologico di SARS-CoV-2. Una delle ipotesi più accreditate a livello internazionale è che il pipistrello sia la causa del Coronavirus.

Questo chirottero è stato il principale oggetto di studio dall’inizio della pandemia. I pipistrelli hanno un sistema immunitario molto forte, in grado di resistere ad alte cariche virali e di trasportare varie malattie letali per l’uomo. Tra queste, l’ebola, la SARS e la rabbia.

Studi come quello pubblicato sulla rivisita Nature Microbiology sottolineano che tale resistenza nei pipistrelli può essere attribuita alla loro capacità di ridurre le risposte infiammatorie.

I virus RNA a singolo filamento, come il virus del COVID-19, tendono a provocare reazioni molto forti nel sistema immunitario, che possono portare a complicazioni. Si ipotizza che limitando la propria risposta infiammatoria, i pipistrelli possano essere sì portatori di vari virus, ma in modo per lo più asintomatico.

Prima di entrare nel dettaglio, tuttavia, è necessario ribadire l’enorme importanza del pipistrello per il nostro ecosistema. Cibandosi di insetti, è un importante strumento di controllo dei parassiti. Agisce, inoltre, come impollinatore, disperdendo semi e altre sostanze volatili.

Occorre quindi una riflessione ecologica, dal momento che potrebbe essere l’assenza di regolamentazione nel commercio di animali esotici, tra le altre cose, ad aver favorito questa pandemia. Una volta chiarito questo punto, possiamo chiederci cosa implichi questa scoperta e quali termini dobbiamo conoscere per capirla meglio. Ve lo spieghiamo in questo articolo.

Ospiti e reservoir: il pipistrello

Un ospite è quell’organismo al cui interno vive un simbionte. Si possono distinguere, in generale, due tipi di ospite:

  • Primario: quello in cui il parassita sviluppa gran parte della sua esistenza, crescita e riproduzione. Gli adattamenti dell’agente patogeno, a spese dell’organismo ospite, hanno il principale scopo di massimizzare la propria riproduzione ed espansione senza causarne una morte rapida.
  • Secondario: ospita il parassita solo nella fase iniziale di sviluppo. È legato all’espansione e trasmissione dell’agente patogeno all’ospite primario. Agisce, quindi, da ponte.

I due tipi di ospite si ritrovano facilmente nel ciclo vitale di parassiti più complessi. Per esempio, la larva che vive all’interno di una specie animale e che in seguito viene espulsa nell’ambiente acquatico infetta un’altra specie dove si sviluppa come parassita adulto.

Questo processo diventa più confuso quando si parla di virus. Il loro ciclo vitale è molto semplice e dipende in massima parte dal sistema immunitario della specie ospite. Pertanto è più corretto parlare di ospite serbatoio o reservoir.

Un reservoir o serbatoio è un ospite primario; ospita un agente patogeno o un parassita che può anche occasionalmente invadere il corpo umano o quello di un’altra specie utile per la sua economia.

Arriviamo, quindi, all’affermazione iniziale; le evidenze suggeriscono che i pipistrelli sono stati il primo reservoir per il coronavirus che causa il COVID-19.

Nuovo coronavirus
Il Coronavirus è un virus RNA che è mutato per passare a specie diverse.

Il pangolino, secondo sospettato come causa del Coronavirus

Abbiamo l’inizio, ovvero il pipistrello, e abbiamo la fine, ovvero l’uomo. Ma cosa c’è nel mezzo? Affinché la malattia causata da questo virus ci raggiunga, è necessario un serbatoio intermedio che faccia da ponte tra i pipistrelli e l’essere umano. Due specie di solito non in contatto.

È il pangolino il probabile serbatoio secondario di infezione. Di recente sono state scoperte sequenze di altri Coronavirus in trenta campioni di carne di pangolino. I Coronavirus isolati in questi tessuti hanno mostrato una somiglianza genetica compresa tra l’85 e il 92% con il SARS-CoV-2. Questi dati mostrano una relazione più che plausibile tra COVID-19 e pangolini.

In Cina il commercio di carne di pangolino è illegale. Il suo consumo ha creato probabilmente un contatto tra il primo ospite, il pipistrello (che condivide l’ecosistema con questo mammifero) e l’uomo. Resta ancora da chiarire il rapporto diretto tra pangolino e COVID-19, ma più fonti lo indicano come secondo reservoir.

Uomo con pangolino sulla testa
Il pangolino è il possibile anello di congiunzione tra pipistrello ed essere umano.

Pipistrelli e pangolini: è necessaria una riflessione

Questi dati ci portano inevitabilmente a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente. Il commercio di specie selvatiche e l’invasione degli ecosistemi non danneggiano solo gli animali, ma anche l’uomo. Da secoli, abbiamo a disposizione gli animali da allevamento. La caccia e il traffico illegale di specie selvatiche sono totalmente inutili nella nostra società.

La migliore strategia contro le pandemie è evitare, innanzitutto, l’esposizione al virus. Inasprendo le leggi sul traffico di animali esotici evitiamo di esporci a possibili attacchi di malattie che ancora non conosciamo.


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