Ipocondria da Coronavirus, tutto quello che c'è da sapere

L'ansia provocata dalla pandemia da COVID-19 è una sfida per tutti. Ipocondria e Coronavirus è un accostamento che richiede comprensione e la guida costante di uno psicoterapeuta.
Ipocondria da Coronavirus, tutto quello che c'è da sapere
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

Un fenomeno a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane è quello dell’ipocondria da Coronavirus. Reazione che si manifesta a diversi livelli. Nei casi più lievi, si limita al sospetto di aver contratto il virus e all’interpretazione esagerata di qualunque sintomo compatibile, come un semplice starnuto.

Nelle forme più gravi, si ha la certezza di essere malati, arrivando perfino a sviluppare sintomi vari, pur essendo sani in realtà. Questa condizione causa un’intensa sofferenza, poiché si è convinti di essere malati ma non curati come di dovere.

La pandemia ha portato conseguenze di diverso ordine, e tra queste, effetti psico-emotivi. Il bombardamento delle notizie, lo stato generalizzato d’allarme contribuiscono a incrementare uno stress più o meno costante. Questo porta facilmente al fenomeno dell’ipocondria.

Ipocondria da Coronavirus

Ipocondria, uomo freddoloso

L’ipocondria si definisce come disturbo mentale la cui principale caratteristica è la paura di ammalarsi. Questo timore porta chi ne soffre a prendere costantemente in considerazione le proprie sensazioni fisiche e a interpretarle come sintomi di malattia.

In molti casi l’ipocondria porta a sviluppare veri e propri sintomi fisici, in genere dolori localizzati fino, addirittura, alla paralisi. L’intenzione di una persona ipocondriaca non è ingannare gli altri; ha, in realtà, la certezza di essere malata.

Il COVID-19 è un fattore addizionale di paura, oltre a essere una presenza costante. In una situazione simile è naturale assistere a un aumento di casi di ipocondria. In altre parole, la pandemia è un elemento che aggrava i sintomi degli ipocondriaci.

Pandemia e ansia

L’ansia è una condizione che si esprime in modi diversi, dando luogo a vari disturbi. Il più comune è un timore sproporzionato nei confronti del futuro, sentirsi sotto minaccia e avere la certezza di essere sul punto di subire un grave danno.

In condizioni normali, una persona ansiosa teme per il futuro a fronte di un pericolo vero o immaginato. Nella situazione che stiamo vivendo, tuttavia, il rischio è presente e potrebbe, in effetti, arrecare un serio danno.

A ciò si aggiunga l’incertezza generale poiché, almeno in questo momento, non si intravede una via d’uscita sicura da questa situazione. Tutti, chi più chi meno, stiamo soffrendo, ma le persone ansiose – e tra queste gli ipocondriaci – sono particolarmente vulnerabili.

Somatizzazione e ipocondria da Coronavirus

Anziano con paura del COVID-19

Una persona psicologicamente stabile prova una ragionevole preoccupazione per la situazione attuale. Accoglie con ansia gli aggiornamenti sul contagio e sul numero di vittime, ma in seguito riesce a recuperare il normale stato mentale e a occupare la mente con altro.

Quando il germe dell’ansia è già presente, anche se non in modo necessariamente patologico, si può avere difficoltà a gestire situazioni come questa. Ad esempio, una reazione può essere un ossessivo interesse per l’argomento oppure la somatizzazione della malattia; percepire, quindi, i sintomi del COVID-19 pur in assenza di una base oggettiva.

Nel secondo caso è molto probabile che la conferma avvenga tramite un termometro, dalla tosse o un raffreddore. Spesso ci si rende conto del proprio errore di valutazione, ma ciò non toglie che si possa tornare a ripetere lo stesso schema.

L’ipocondria è una condizione più grave poiché la capacità di valutare la situazione risulta alterata; è difficile, quindi, in questo stato trarre una conclusione ragionevole. Più probabilmente, l’ipocondriaco sente di essere un vero malato, oltretutto vittima dell’indifferenza degli altri che non confermano la diagnosi e non lo curano.

Come combattere l’ipocondria?

Alle misure che stiamo adottando, come l’isolamento domiciliare, il distanziamento e l’igiene, dobbiamo aggiungerne un’altra: la cura della mente. Momenti come questi mettono a dura prova l’equilibrio tra ragione ed emozioni. 

Potrebbe interessarvi anche: Consigli per dormire bene in quarantena

Si tratta di un aspetto da proteggere, soprattutto non lasciandoci travolgere dalle notizie catastrofiche. Non si tratta, ovviamente, di chiudere gli occhi e fingere che non sia successo niente, ma di delimitare un tempo da dedicare alle informazioni e un tempo per rivolgere la nostra mente ad altro. Respirare, fare sport e meditare può aiutare molto.

Come comportarsi con una persona ipocondriaca? È importante non contraddire le sue convinzioni perché ciò aumenterebbe la sua sensazione di non essere protetta. Affidatevi, piuttosto, ai consigli di uno psicoterapeuta e aiutate il vostro caro a seguirne le prescrizioni.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • de León, S. P., Arévalo-Ramírez, M., Santiago-Ventura, Y., González, J., & Muñoz, M. D. C. L. (2010). PERCEPCIÓN DEL RIESGO, IMPACTO EMOCIONAL, EFECTO DE LOS MEDIOS DE INFORMACIÓN Y CUMPLIMIENTO DE LAS RECOMENDACIONES SANITARIAS EN LA CONTINGENCIA POR INFLUENZA A-H1N1. Comité Ejecutivo de la Asociación (2010-2011), 8.
  • Natenzon, C. (1995). Catástrofes naturales, riesgo e incertidumbre. Serie de Documentos e informes de investigación, 197, 1-21.
  • Ortiz, M. F. B., & Tarreros, Á. P. Salud mental y crisis sanitarias.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.