La mononucleosi è contagiosa? Come prevenirla?

La mononucleosi segue i criteri di molte altre malattie virali. Possiamo prevenire la sua diffusione? La principale misura di prevenzione consiste nell'evitare il contatto con la saliva di un individuo malato.
La mononucleosi è contagiosa? Come prevenirla?
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

La mononucleosi è contagiosa? Questa malattia è conosciuta anche come mononucleosi infettiva o malattia del bacio, nomi che rimandano alla sua trasmissione da una persona all’altra.

Si è tuttavia diffusa l’idea che la mononucleosi sia contagiosa solo attraverso il bacio, ma questo non ne rappresenta l’unico mezzo di trasmissione. Come altre malattie virali, il virus è presente nelle goccioline di saliva, quindi può essere trasmesso anche attraverso starnuti, tosse o il contatto con oggetti contenenti i resti di questo liquido biologico.

Cos’è la mononucleosi?

La mononucleosi è una malattia virale che colpisce con una certa frequenza la popolazione in generale. Nella maggior parte dei casi tende a guarire da sola, senza lasciare conseguenze.

Può presentarsi a qualsiasi età e in qualsiasi periodo dell’anno. È tuttavia più comune tra gli adolescenti e i giovani adulti. Chi ne è colpito, in genere acquisisce l’immunità all’agente infettivo.

Questa infezione è conosciuta anche come la malattia del bacio, denominazione tuttavia imprecisa. Pur essendo contagiosa, non lo è alla pari di altre malattie virali. È dunque impensabile una possibile epidemia di mononucleosi data la sua bassa trasmissibilità.

In ogni caso, la principale misura di prevenzione consiste nell’evitare di entrare in contatto con la saliva di una persona affetta dalla malattia. Questa raccomandazione dovrebbe essere seguita soprattutto dalle donne in gravidanza, da chi soffre di immunodeficienze e da chi ha subito un trapianto.

Propagazione del virus della mononucleosi.
La mononucleosi è contagiosa, ma non presenta un’alta trasmissibilità.

La mononucleosi è contagiosa

Il virus di Epstein-Barr (EBV) rappresenta la causa della mononucleosi. Dopo aver contratto il virus, le sue tracce virali rimangono nel corpo della persona per il resto della sua vita. Nonostante ciò, la mononucleosi è contagiosa solo in momenti specifici.

La malattia ha un periodo di incubazione che va dalle quattro alle sette settimane. Dopo questo lasso di tempo, i sintomi si manifestano e durano fino a un mese circa. In questa fase esatta, la mononucleosi è contagiosa con relativa facilità, motivo per cui si raccomanda l’isolamento preventivo del paziente.

In alcuni casi, sia nei bambini sia negli adulti, la malattia non provoca sintomi dopo il periodo di incubazione. Si possono accusare solo un po’ di debolezza e spossatezza, ma niente di più. Alcuni, addirittura potrebbero confondere questi sintomi con la normale stanchezza dovuta alle attività quotidiane, lo stress lavorativo o alla mancanza di sufficiente riposo.

Le persone asintomatiche trasmettono il virus senza sapere di averlo. Nella maggior parte dei casi non è stata eseguita nessuna diagnosi medica. In assenza di sospetti, non è possibile eseguire nessun controllo.

Vi sono ancora dubbi riguardo al periodo di tempo necessario affinché la malattia non sia più contagiosa. L’opinione più diffusa, tuttavia, è che la potenziale contagiosità sia presente fino a 12 mesi dopo la fine dei sintomi. La trasmissione non è però esclusa fino a 18 mesi dopo il decorso della mononucleosi infettiva.

Come si manifesta la mononucleosi?

I tipici sintomi della malattia sono febbre e spossatezza. Si tratta in genere dei primi sintomi a comparire e degli ultimi a sparire. Sono comuni anche mal di gola, mal di testa, tonsillite, linfonodi e milza gonfi.

In genere non vi sono complicazioni durante il decorso della mononucleosi. Se si verificano, presentano un certo grado di gravità e richiedono particolare attenzione. Alcune complicazioni potrebbero essere le seguenti:

  • Ingrossamento della milza: in casi estremi potrebbe rompersi.
  • Disturbi epatici: i più comuni sono l’ittero e l’epatite.
  • Deficit neurologici: come la meningite o la sindrome di Guillain-Barré e l’encefalite di Epstein-Barr.
Analisi del virus di Epstein-Barr.
Il virus di Epstein-Barr è il principale agente che causa la mononucleosi, ed è conosciuto con il suo acronimo EBV nel test eseguito.

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Dato che la mononucleosi è contagiosa, cosa fare quando viene diagnosticata?

Attualmente non esiste un trattamento specifico per curare la mononucleosi infettiva. La raccomandazione classica e più importante è quella di riposare e idratarsi spesso, soprattutto nella fase più acuta. Possono essere assunti farmaci antinfiammatori e analgesici, prescritti dal medico.

Durante il decorso della patologia, è importante evitare sforzi fisici e gli sport di contatto; la milza potrebbe rompersi a causa di uno sforzo o in seguito un urto. Ovviamente, è anche importante limitare il contatto con altre persone per prevenire il contagio.

Poiché la mononucleosi è contagiosa, non dovrebbero essere condivisi gli oggetti personali, il cibo e le bevande. Il periodo di cura è lungo, ma seguendo le raccomandazioni date, è possibile limitare la trasmissione tra i contatti stretti.


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