La sindrome del bambino viziato è anche nota come riccopatia o con il termine inglese affluence, (opulenza, ricchezza) e non è prerogativa solo dei figli della gente molto ricca. Si riferisce al fatto di dare al figlio tutto quello che chiede, senza che gli costi il minimo sforzo. Una situazione che, in generale, si presenta nelle famiglie che hanno un alto reddito.
Eppure è un pattern comportamentale che si riscontra anche in famiglie di classe media, dove i genitori cercano (in maniera inconsapevole, il più delle volte) di supplire la propria assenza fisica ed emotiva con i beni materiali.
Il punto è che i bambini, in realtà, non chiedono beni materiali, bensì chiedono che il genitore risponda ai loro bisogni affettivi, alimentando il rapporto. Per questo motivo bisogna dare ai piccoli delle dimostrazioni e condividere con loro attività e giochi.
Oltretutto, esagerare con i regali e accettare tutte le loro richieste non è uno dei migliori modi per educarli. Cosa succederà quando saranno da soli ad affrontare la società?
Qual è l’origine della definizione “sindrome del bambino viziato”?
Anche se questo disturbo non è riconosciuto da una diagnosi clinica da parte di nessun ordine di psichiatria e psicologia a livello mondiale, il suo uso si afferma a partire dagli anni ’90. Affluence è il termine con cui si è diffusa la definizione di questa patologia dopo essere stato sviluppato nel libro The Golden Ghetto: The Psychology of Affluence.
In questo libro, l’autrice Jessie H. O’Neil fa riferimento a come i figli troppo viziati dalle famiglie ricche hanno una condotta irresponsabile e carenza di empatia. Questo è una conseguenza diretta del viziare il bambino eccessivamente, iperproteggendolo e sostituendo la mancanza di tempo con regali e denaro.
La polemica sul caso di affluenza che coinvolse “Ethan Couch”
Questo termine è scarsamente documentato e non compare in nessuna versione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Più che una patologia, viene considerata un’epidemia sociale da consumismo e materialismo eccessivi”, stando a un articolo del 2015.
Il termine ha acquisito importanza perché nel 2013 un giovane nordamericano di 16 anni, Ethan Couch, che guidava in stato di ebrezza ad alta velocità, provocò un incidente in cui rimasero uccise quattro persone, mentre nove rimasero ferite. L’accusa chiese 20 anni di carcere, ma la pena venne ridotta a dieci anni di libertà vigilata e a un anno di trattamento psicologico in una clinica. Secondo la difesa, il giovane soffriva di “affluenza”.
Nonostante la possibilità che gli era stata concessa, il giovane violò i termine della libertà vigilata con un tentativo di fuga in Messico, azione per la quale la madre venne arrestata, con l’accusa di favoreggiamento e complicità.
Attualmente Couch è sottoposto a coprifuoco alle ore 21:00 e deve usare un bracciale che misura i livelli di alcol e droga. Nel 2024 si concluderà la sua condizione e l’opinione pubblica ritiene che l’abbia fatta franca.
Come capire se stiamo fomentando la “sindrome del bambino viziato” nei nostri figli?
Non è indispensabile possedere tanto denaro per soffrire di questa sindrome. Di fatto sono sempre più frequenti i casi di “riccopatia” nei bambini e negli adolescenti della classe media.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Sociology, oggi i genitori, per via delle loro responsabilità o per via dello sforzo necessario per garantire stabilità economica, non dedicano tempo sufficiente all’educazione dei figli.
Questo li porta molto spesso a offrire loro regali materiali per riempire questo vuoto, con le conseguenze che questo atteggiamento comporta.
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Primi segnali
Uno dei primi segnali della “sindrome del bambino ricco”, secondo diverse ricerche, lo troviamo quando il bambino lamenta di annoiarsi molto spesso. Questo succede malgrado abbia la stanza piena di giocattoli e tutti i dispositivi tecnologici di ultima generazione.
Quando vogliamo che il bambino si calmi e smetta di fare capricci proponendogli un oggetto materiale, stiamo alimentando questo comportamento. Lo stesso vale anche se lo premiamo ogni volta che fa un favore a qualcuno o perché si è comportato bene.
Un’altra maniera di fomentare questo atteggiamento è comprandogli regali costosi, anche se non c’è nessuna occasione speciale o procrastinare spese utili alla famiglia per accontentare un capriccio del bambino. Queste attitudini da parte dei genitori danno origine alla “sindrome del bambino viziato”, mettendo in pericolo la sua salute emotiva e fisica.
Conseguenze per la sua salute fisica ed emotiva
Oltre ai segnali appena menzionati, questi studi di ricerca parlano anche di un’altra serie di “sintomi” o di caratteristiche per presentano i giovani affetti dalla sindrome del bambino ricco:
Come fa questa sindrome a danneggiare nostro figlio?
- Bassa autostima e perdita di motivazione.
- Sono incapaci di tollerare le frustrazioni, perché credono di meritarsi ogni cosa.
- Non affrontano i propri problemi. Pensano che verranno sempre mamma e papà a risolvere tutto.
- La loro incoscienza li porta a essere irresponsabili e a essere indisciplinati.
- Manifestano alti livelli di stress e ansia di fronte alla mancanza di rendimento scolastico.
- Hanno difficoltà a mantenere armonia nelle relazioni con i propri compagni.
- Sono irritabili e suscettibili anche per motivi di poca importanza e diventano molto tristi.
- Spesso cedono a condotte autolesioniste come l’abuso di alcol e droghe.
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Possiamo evitarlo?
È di vitale importanza spiegare al bambino lo sforzo che compiono i genitori per mantenere uno stile di vita più agiato. E anche che per ottenere le cose bisogna lavorare, e a volte molto duramente. È importante anche insegnare l’importanza di risparmiare il denaro.
Nel suo libro La famiglia è competente, il terapeuta di famiglia Jesper Juul afferma che i bambini devono comprendere che hanno responsabilità in casa che devono portare a termine, senza bisogno di essere premiati per questo motivo.
È importante insegnare loro che devono apparecchiare, portare fuori la spazzatura e aiutare a ordinare e pulire la stanza. Queste attività rinforzano il loro valore.
È importante coinvolgere il bambino nella vita reale. Deve apprendere a dare il giusto valore a quello che possiede e a coltivare il rispetto per gli altri. Come genitori non dobbiamo essere iperprotettivi con i figli. Al contrario, dobbiamo offrire loro gli strumenti che li aiutino a risolvere i loro propri problemi.
Essere fermi con i figli è un atto d’amore. In questo modo staremo offrendo loro l’opportunità di un corretto sviluppo etico ed emotivo. Amate vostro figlio anche quando gli ponete dei limiti. Dovranno sforzarsi per ottenere quello che desiderano.
Infine. bisogna tenere a mente che le frustrazioni sono parte dell’apprendimento, e sapere come affrontarle è fondamentale. In questo modo fomenterete lo sviluppo delle capacità emotive e psicologiche e li renderete adulti più felici.
Bibliografia
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