Leishmaniosi umana, quanto è contagiosa?

La leishmaniosi umana è una malattia che può essere trasmessa in modi diversi da quelli a cui siamo abituati. In questo articolo scopriremo come si trasmette e cosa fare per prevenirla.
Leishmaniosi umana, quanto è contagiosa?
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

La leishmaniosi umana è una malattia di una certa gravità, nel suo genere piuttosto contagiosa, che provoca diversi problemi di salute pubblica. Ha una maggiore incidenza in 88 Paesi del mondo, tra cui l’Italia. Colpisce 14 milioni di persone a livello globale, con 2 milioni di casi nuovi ogni anno.

Nonostante sia considerata una delle sette malattie tropicali più gravi a livello globale, la leishmaniosi è un disturbo spesso trascurato e dimenticato. Secondo quanto riportato sul sito del Ministero della Salute, in Italia sia la leishmaniosi viscerale sia la leishmaniosi cutanea sono endemiche in alcune aree e sono causate da Leishmania infantum.

Cos’è la leishmaniosi umana?

La leishmaniosi umana è una malattia contagiosa, causata da diverse specie di protozoi del genere Leishmania. Questi protozoi, chiamati anche parassiti, sono organismi microscopici che hanno bisogno di un vettore affinché avvenga il contagio.

Un vettore è un animale che trasmette agenti patogeni da una persona o un animale infetto a una persona sana. Vale a dire che la malattia non viene trasmessa tramite contatto diretto, quanto piuttosto in presenza di un secondo organismo che trasporta il microrganismo.

In genere, questi vettori sono invertebrati, come zanzare, pulci,  pidocchi e zecche. Nel caso della leishmaniosi, il protozoo Leishmania viene trasmesso dalla puntura della zanzara flebotomo, detta anche mosca della sabbia (sandfly).

Questa particolare zanzara si infetta a seguito dell’ingestione del sangue di una persona o di un animale infetto. Una volta entrato nell’organismo, il parassita non causa alcun sintomo al vettore; semplicemente si sviluppa e prolifera.

In presenza di un numero sufficiente di parassiti, questi si muovono verso la bocca e la faringe della zanzara, in modo da essere iniettati alla prossima puntura. Quando la mosca della sabbia punge un altro essere umano o un animale, avviene il contagio.

Nonostante le difese del corpo umano si attivino, il patogeno non muore. Anzi, si riproduce all’interno dei macrofagi del sangue e dei tessuti, che finiscono per rompersi e per rilasciare i protozoi nel sangue, dove altri macrofagi si infettano e il ciclo prosegue.

La mosca della sabbia è il vettore della leishmaniosi umana.
Il vettore responsabile del contagio di leishmaniosi umana è noto come mosca della sabbia, anche se in realtà è una zanzara.

Dove si trovano questi vettori?

Alla mosca della sabbia piacciono caldo e umidità, per cui si trova facilmente in zone tropicali e subtropicali. Ciononostante, essa vive anche nel bacino del Mediterraneo.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la leishmaniosi umana è influenzata dagli interventi dell’uomo sull’ambiente, nonché dai cambiamenti climatici. I fattori di rischio sono i seguenti:

  • Condizioni socioeconomiche. La povertà aumenta il rischio di leishmaniosi umana, poiché implica ambienti domestici in scarse condizioni igieniche. Ciò facilita lo sviluppo delle larve e la rigenerazione delle zanzare contagiose.
  • Malnutrizione. Il deficit di proteine, ferro, vitamine e minerali indebolisce il sistema immunitario, favorendo la diffusione e il decorso della malattia.
  • Mobilità della popolazione. Gli insediamenti delle popolazioni in aree un tempo boschive, ovvero l’habitat delle mosche della sabbia, coincidono con un rapido incremento dei casi.
  • Interventi ambientali. La deforestazione, la costruzione di dighe, i sistemi di irrigazione e l’urbanizzazione favoriscono i contatti tra il vettore e gli umani.
  • Cambiamenti climatici. la Leishmania è molto sensibile agli sbalzi climatici. Le variazioni di temperatura e umidità nelle diverse zone fanno sì che le mosche migrino verso luoghi in cui prima non abitavano.

Quali sono i sintomi della leishmaniosi umana?

Esistono almeno 20 specie di protozoi del genere Leishmania che possono essere trasmesse tramite vettori. In base alla specie in questione e alla sua capacità di invadenza del corpo, si accusano alcuni sintomi piuttosto che altri, contraendo diverse varianti della patologia. Le tre forme più diffuse sono le seguenti:

  • Leishmaniosi cutanea: quando l’infezione resta circoscritta all’area cutanea della puntura. È nota anche come “bottone d’Oriente” e di solito interessa la costa del Mediterraneo. Nel punto in cui si è stati punti compare una lesione sotto forma di protuberanza ulcerosa, che a volte guarisce da sola lasciando una cicatrice.
  • Leishmaniosi mucocutanea: il parassita può diffondersi dalla pelle alle mucose, colpendo in particolare il tratto respiratorio superiore. Si manifesta con gonfiore, arrossamento e ulcere delle mucose.
  • Leishmaniosi viscerale: il parassita può migrare verso le viscere. Gli organi interni più spesso coinvolti sono il midollo osseo, i linfonodi, il fegato e la milza.
Lesioni da leishmaniosi cutanea.
La lesione cutanea da leishmaniosi è localizzata nell’area della puntura della zanzara vettore.

Come possiamo prevenire il contagio da leishmaniosi umana?

La leishmaniosi umana è contagiosa nella misura in cui esista il vettore. Non è possibile affermare con certezza l’effettiva trasmissione tra esseri umani, eccetto in casi sporadici registrati, ad esempio, con persone che condividono siringhe per iniettarsi droga. D’altra parte, le trasfusioni di sangue sono assolutamente sicure, visto che prevedono numerosi controlli.

Ma in un luogo in cui vi sono persone infette vi saranno più zanzare infette, e questo si tradurrà in un aumento delle probabilità di contagio. Parlare di leishmaniosi umana come di malattia contagiosa è dunque corretto solo in presenza del vettore.

Proprio per questo la prevenzione consiste nell’evitare di essere punti dalla zanzara flebotomo, in particolare quando si viaggia in Paesi in cui la malattia è diffusa. A tale scopo si consiglia di:

  • Spruzzare gli indumenti con prodotti antizanzare e antiparassitari, come la permetrina.
  • Indossare calzini, camicie a maniche lunghe, pantaloni lunghi e camicie attillate per evitare che la zanzara possa entrare in contatto con la pelle.
  • Evitare attività all’aria aperta nelle zone tropicali tra il tramonto e l’alba, ovvero quando le zanzare sono più attive.

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