Lesione della cuffia dei rotatori e riabilitazione

Il progetto riabilitativo ideale è quello che favorisce la guarigione di tendine e osso e che previene l'irrigidimento della spalla.
Lesione della cuffia dei rotatori e riabilitazione

Ultimo aggiornamento: 20 novembre, 2020

La cuffia dei rotatori è un gruppo di muscoli e tendini che coinvolge l’articolazione della spalla. Una lesione della cuffia dei rotatori può provocare un dolore acuto alla spalla, che spesso peggiora dormendo sul lato infortunato.

Il rischio di soffrire di una lesione della cuffia dei rotatori aumenta con l’età.

Sintomi di logoramento della cuffia dei rotatori

Il dolore associato a una lesione della cuffia dei rotatori può manifestarsi in diversi modi, come:

  • Dolore sordo in profondità della spalla.
  • Disturbi del sonno, soprattutto se si dorme sulla spalla infortunata.
  • Diventa difficile pettinarsi o toccarsi la schiena.
  • È accompagnata da debolezza al braccio.

Fasi della terapia dopo una lesione della cuffia dei rotatori

Dolore a causa della lesione della cuffia dei rotatori

La riabilitazione postoperatoria, ovvero successiva all’intervento chirurgico alla cuffia dei rotatori, deve partire da un’approfondita conversazione tra il medico traumatologo e il medico che si occuperà della riabilitazione.

Il progetto di riabilitazione ideale sarebbe quello che meglio permette al tendine di cicatrizzarsi con l’osso e di prevenire l’irrigidimento della spalla.

Tuttavia, poiché ciascun paziente e ogni infortunio della cuffia dei rotatori è un caso a sé stante, è importante che la riabilitazione sia su misura, allo scopo di ottenere un buon risultato.

Riabilitazione personalizzata

Le fasi della riabilitazione devono essere pensate in base alle esigenze del singolo paziente e in funzione a:

  • Tipologia ed entità della lesione.
  • Qualità dei tessuti.
  • Metodo chirurgico scelto.
  • Sicurezza dell’intervento di riparazione.
  • Età.
  • Livello di attività.
  • Obiettivi personali di ciascun paziente.

I pazienti con infortuni gravi o massivi hanno maggiori probabilità di incorrere in ricadute e, quindi, devono seguire un protocollo riabilitativo più lento per preservare i risultati dell’intervento chirurgico subito.

In caso contrario, i pazienti con fattori di rischio nello sviluppo di rigidità della spalla in postoperatorio richiedono una mobilitazione tempestiva per prevenire questa complicazione.

Le fasi della riabilitazione si basano sulla valutazione periodica dello stato di salute del paziente. Inoltre, bisogna aggiungere un programma di esercizi da fare in casa, in ogni fase della riabilitazione.

Programmi di riabilitazione dopo la lesione della cuffia dei rotatori

Esistono due tipi di programma:

1. Di conservazione

Nel programma di conservazione le fasi del trattamento vengono ritardate di 2-4 settimane, allo scopo di minimizzare lo stress dei tessuti e favorire la loro cicatrizzazione.

In un primo momento, i pazienti con età superiore ai 50 anni, con fratture massicce di più di un tendine e/o con una cattiva qualità dei tessuti, richiedono un programma di intervento di conservazione.

2. Accelerato

Nel programma accelerato si anticipano le fasi del trattamento di 2-4 settimane, in quanto non c’è alcun rischio di danneggiare le strutture riparate o perché è richiesto un inizio tempestivo.

I pazienti con età inferiore ai 50 anni, con fratture di piccola entità di uno solo dei tendini della cuffia dei rotatori e con una buona qualità dei tessuti, sarebbero i più idonei a un programma di terapia standard o accelerata.

Tappe di riabilitazione dopo la lesione della cuffia dei rotatori

Nel caso in cui la riabilitazione interessi il post-intervento sulla cuffia dei rotatori in artoscopia, ci sono quattro fasi:

Intervento alla spalla

Fase 1: immediato post-operatorio

Conservazione e tutela dei risultati del periodo immediatamente successivo al post-operatorio, da 0 a 4 settimane. Questa fase prevede le seguenti linee guida:

  • Stecca per immobilizzare la spalla in leggera adduzione e rotazione interna.
  • Dormire con la stecca, su poltrona reclinabile e con un cuscino sotto il braccio.
  • Rimuovere la fasciatura solo per andare in bagno e per eseguire gli esercizi.
  • Crioterapia.
  • Esercizi pendolari.
  • Esercizi attivi di gomito/polso/mano, in intervallo articolare completo.
  • Allungamento della colonna cervicale.

Fase 2: protezione e mobilizzazione attiva assistita

Progressione dal range di movimento passivo precoce fino a un range di movimento attivo funzionale, dalle 4 alle 10 settimane.

  • A 4 settimane di distanza: mobilizzazione passiva, in decubito supino.
  • Dopo le 6 settimane: mobilizzazione passiva completa, iniziando da mobilità attiva-assistita e attiva.
  • Dopo 8 settimane: esercizi per la mobilità scapolo-toracica, isometrici submassimali, a catena cinetica chiusa ed esercizi propriocettivi, a catena cinetica aperta.

Fase 3: potenziamento precoce

Inizio del potenziamento muscolare, che va dalle 10 alle 14 settimane. Gli obiettivi da raggiungere sono i seguenti:

  • Mobilità attiva completa.
  • Ripristino della forza, della potenza e della resistenza muscolare.
  • Controllo neuromuscolare e propriocettivo.
  • Potenziamento della muscolatura periscapulare.
  • Graduale recupero delle normali attività quotidiane.

Fase 4: potenziamento avanzato

Fino al raggiungimento dei livelli di funzionalità precedenti all’infortunio. Dalle 14 alle 22 settimane. Gli obiettivi sono:

  • Mobilità attiva completa e priva di dolore.
  • Ritorno alle attività sportive.
  • Recupero della forza, della potenza e della resistenza muscolare.
  • Ripresa di tutte le attività.

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