Neonato prematuro: quanto dura la degenza in ospedale?

Un parto pretermine genera nei genitori dubbi e stress. Il neonato dovrà rimanere in ospedale fino a quando non si troverà in buono stato di salute. Conoscete i fattori che determinano il tempo di degenza in ospedale?
Neonato prematuro: quanto dura la degenza in ospedale?
Sergio Alonso Castrillejo

Revisionato e approvato da il farmacista Sergio Alonso Castrillejo.

Ultimo aggiornamento: 05 novembre, 2022

Sono molti i dubbi che assalgono i genitori a seguito di un parto pretermine. Per esempio, si chiederanno senz’altro quanto tempo dovrà trascorrere in ospedale il neonato prematuro. Ogni caso è diverso e richiede una diagnosi personalizzata, ma è comunque possibile individuare alcuni modelli generali.

Nelle righe che seguono parliamo del parto prematuro e del tempo di degenza in ospedale necessario. Queste informazioni aiutano a chiarire alcuni dubbi dei genitori, che vivono questa fase con paura e incertezza.

Il parto pretermine o prematuro

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il parto prematuro consiste nella nascita tra la ventesima e la trentasettesima settimana di gestazione. Può avere gravi conseguenze per la salute del bambino a breve e a lungo termine, e presenta un alto rischio di mortalità perinatale.

Secondo quanto riportato nell’articolo pubblicato sulla Revista latino-americana de enfermagem, alcuni fattori associati al parto pretermine sono:

  • Anemia.
  • Alti livelli di catecolamina nelle urine della madre.
  • Tabagismo.
  • Rottura prematura delle membrane (RPM).
  • Ipertensione arteriosa (HTA).
  • Emorragia vaginale.
  • Infezioni del tratto urinario.
  • Cure prenatali assenti o inadeguate.
  • Età della madre inferiore ai 20 anni o superiore ai 35 anni.
  • Volume insufficiente di liquido amniotico (oligoidramnios).
  • Precedenti di aborto indotto.
  • Preeclampsia.
  • Gravidanza gemellare.

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L’assistenza ospedaliera al neonato prematuro

Neonato tra le braccia della madre.
Dopo un parto prematuro, l’incubatrice consente al neonato di portare a termine il suo corretto sviluppo.

Per assicurare la salute e la sopravvivenza del neonato prematuro, l’assistenza medica è fondamentale. Lo dimostrano le diverse statistiche relative alle risorse di ogni paese, come segnala uno studio pubblicato sulla rivista Reproductive Health. Quali sono le cure previste?

  • Allattamento materno immediato e sostegno tramite l’alimentazione.
  • Permanenza nell’incubatrice per assicurare l’equilibrio termico e ridurre al minimo il rischio di infezioni.
  • Cure igieniche del cordone ombelicale e della pelle del neonato.
  • Assistenza o rianimazione respiratoria se necessario.
  • Trattamento immediato in caso di complicazioni (infezioni, itterizia, ecc.).

Grazie ai progressi compiuti in campo medico, oggi viene incoraggiato anche il legame affettivo tra i genitori e il neonato mediante l’impiego di diverse tecniche. Tra queste, si segnala il metodo mamma canguro, di cui parliamo qui di seguito nel dettaglio.

Metodo mamma canguro

Come sottolinea una rassegna di studi pubblicata dalla Cochrane Library, il metodo mamma canguro è una tecnica di assistenza al neonato prematuro che si basa sul contatto pelle a pelle con la madre e su tutto ciò che quest’ultima può offrire al bambino: alimentazione (allattamento materno esclusivo, a patto che sia possibile), stimolazione e protezione. Anche il padre o un’altra persona adulta possono applicare questa tecnica.

Pur trovandosi in ospedale, è possibile offrire al piccolo un trattamento molto più umano e naturale. Vengono soddisfatte i suoi bisogni di temperatura, alimentazione e protezione, così come le questioni affettive (bisogno di sicurezza e amore). Al tempo stesso, i genitori stabiliscono un legame emotivo con il figlio.

Il metodo mamma canguro contribuisce ad accorciare i tempi di degenza in ospedale. Dopo le dimissioni, i genitori possono continuare a usare questa tecnica in casa, a seconda dei progressi del bambino, ma sempre sotto controllo medico a domicilio per il tempo necessario.

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Quali sono i tempi di degenza ospedaliera per il neonato prematuro?

Bambino prematuro nell'incubatrice.
Tra i parametri presi in considerazione per concedere le dimissioni vi sono la temperatura e il peso del bebè.

Ai genitori il tempo trascorso in ospedale sembrerà un’eternità. Dopo lo shock iniziale del parto inaspettatamente precoce, iniziano a sommarsi le difficoltà quotidiane e l’impazienza. Ciononostante, deve essere chiaro che l’ospedale è il luogo migliore in cui può trovarsi il bambino prematuro.

Sono molti i fattori che determinano il tempo di degenza ospedaliera del piccolo. Tra questi, la sua capacità di respirare e alimentarsi, la temperatura corporea e il peso. In tal senso, il bambino potrà essere dimesso solo dopo aver raggiunto i 2 kg di peso, in genere ciò avviene in un lasso di tempo compreso tra le 2 e le 4 settimane.

Come indicato in uno studio pubblicato sulla rivista Matronas profesión, i tre requisiti che devono essere soddisfatti affinché il bebè possa andare a casa sono:

  • Mantiene la temperatura corporea stabile senza l’aiuto dell’incubatrice per un periodo di 1 o 2 giorni.
  • Si alimenta senza l’ausilio di sonde, che sia tramite allattamento materno o biberon.
  • Mette su peso regolarmente e ha raggiunto i 2 kg.

Ogni bambino è unico e il suo sviluppo dipende da un grande numero di fattori. In ogni caso, dovrà ricevere l’assistenza medica necessaria in qualunque momento, a livello fisico ed emotivo.


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