Night Eating Syndrome: le abbuffate notturne

Il profilo di una persona affetta da Night Eating Syndrome non è poi così raro. Questo disturbo, infatti, si riscontra in circs 1 persona su 100, un'incidenza piuttosto elevata.
Night Eating Syndrome: le abbuffate notturne
Elisa Morales Lupayante

Revisionato e approvato da la pedagoga in educazione fisica e nutrizionista Elisa Morales Lupayante.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Vi è mai capitato di farvi un’abbuffata nottuna? Le persone che soffrono della Night Eating Syndrome (NES) si svegliano nel mezzo della notte con un desiderio irrefrenabile di mangiare.

Tuttavia, queste abbuffate sono limitate esclusivamente alle ore notturne, mentre durante il giorno la persona ha una costante sensazione di inappetenza o cerca di mantenere un’apparenza di dieta salutare.

Il profilo di una persona affetta da Night Eating Syndrome non è poi così raro. Questo disturbo, infatti, si riscontra in circs 1 persona su 100, un’incidenza piuttosto elevata.

Night Eating Syndrome: cosa sono le abbuffate notturne?

Le abbuffate sono un problema serio caratterizzato dalla presenza di due fattori:

  • Si mangia una quantità di cibo chiaramente superiore a quella che mangerebbe la maggior parte delle persone in circostanze simili.
  • È accompagnata da una sensazione di mancanza di controllo. Ovvero, non si può smettere di mangiare, né controllare la quantità o la qualità di ciò che si sta mangiando.

1. Quali sono le caratteristiche di una persona affetta da NES?

Abbuffate notturne
Le persone affette dalla Night Eating Syndrome soffrono di problemi di ansia, stress o disturbi alimentari.

Oggigiorno, i disturbi alimentari più conosciuti sono l’anoressia e la bulimia. Tuttavia, sono molte di più le persone che soffrono di abbuffate notturne rispetto a quelle affette dalle due patologie più famose.

Le persone che soffrono di NES, in generale, hanno difficoltà a controllare le proprie emozioni e spesso soffrono anche di altri disturbi come:

  • Ansia.
  • Depressione.
  • Insonnia.
  • Bassa autostima.

Secondo la psicologa Montse Bascuas, le persone che soffrono di Night Eating Syndrome sono spesso affette da obesità. Questi soggetti, tipicamente, concentrano nella cena la percentuale maggiore dell’apporto energetico giornaliero.

Il 20% delle persone obese ammette di avere un aumento dell’appetito soprattutto di notte e più de 75% degli intervistati si alza per mangiare. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione che, anche se è più frequente nelle persone obese, questo disturbo si presenta anche nelle persone normopeso.

2. Quali sono i sintomi associati alla NES?

I sintomi e le fasi sono chiare e si ripetono identiche in tutte le persone affette da questo disturbo alimentare. Innanzitutto, come abbiamo già detto, le persone affette da NES non mangiano niente o quasi niente durante la giornata, perché non sentono lo stimolo della fame.

In genere, si sentono di buon umore di mattina, ma via via che la giornata trascorre iniziano a sentirsi più giù di morale. Inoltre, è molto frequente che questi pazienti soffrano di disturbi del sonno.

Gli alimenti più consumati sono quelli ricchi di carboidrati. Fra questi:

  • Dolci
  • Lieviti
  • Pane
  • Riso e pasta
  • Altri

Infine, bisogna sottolineare che queste persone, in genere, sono coscienti di avere un problema e proprio per questo tendono a sentirsi giù di morale e a soffrire di sensi di colpa. La patologia in genere peggiora nei momenti di stress.

Come evitare la Night Eating Syndrome?

Terapia per curare la night eating syndrome
La terapia permetterà di riconoscere e trattare la causa alla base delle abbuffate notturne.

Anche se le ricerche riguardo le cause di questa sindrome sono ancora in corso, è stato appurato che, come prima cosa, non è conveniente affrontare il problema dal punto di vista del sovrappeso, nel caso in cui i pazienti rientrino in questa tipologia.

Questa differenza, rispetto ad altri disturbi alimentari, deriva dal fatto che le persone affette da questo disturbo non sentono necessariamente una preoccupazione legata al peso o al proprio aspetto fisico. In altre parole, non sono insoddisfatti del proprio corpo.

Per questa ragione, la priorità è quella di capire l’origine dell’ansia provata dal soggetto e perché cerca di placarla con il cibo. La soluzione in genere prevede un approccio multidisciplinare dove intervengono esperti in psicologia, psichiatria e nutrizione.

I consigli che vi diamo qui di seguito riguardano approcci diversi a seconda della specialità:

1. Dal punto di vista nutrizionale

La cosa migliore da fare è seguire 4 semplici regole:

  • Dieta: è importante che il paziente segua una dieta adeguata e adatta alla sua condizione personale.
  • Sport: praticare esercizio fisico almeno 30 minuti al giorno.
  • Riposo: una corretta igiene del sonno è fondamentale per la salute, sia in quantità che in qualità.
  • Svago: ridurre lo stress dedicando tempo alle attività o persone che ci fanno sentire bene è fondamentale per la salute.

2. Dal punto di vista psicologico

L’approccio psicologico più adatto in questi casi è di tipo cognitivo-comportamentale, con cui si aiuta a mettere in ordine alcuni pensieri e a gestire i momenti di stress e di ansia legati alla patologia del paziente.

Conclusoni sulla Night Eating Syndrome

La Night Eating Syndrome è un disturbo molto più comune di altri disturbi alimentari più conosciuti, come l’anoressia o la bulimia.

È importante stabilire un approccio multidisciplinare per poter guarire, concentrandosi innanzitutto sul trattamento dell’ansia che scatena le abbuffate notturne.

Contattate uno specialista se pensate di soffrire di un disturbo alimentare o se state soffrendo elevati livelli di ansia e stress.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Lopez Minguez J., Gómez Abellán P., Garaulet M., Timing of breafkast, lunch, and dinner. Effects on obesity and metabolic risk. Nutrients, 2019.
  • Hannou SA., Haslam DE., McKeown N., Herman MA., Fructose metabolism and metabolic disease. J Clin Invest, 2018. 128 (2): 545-555.
  • Lao XQ., Liu X., Deng HB., Chan TC., et al., Sleep quality, sleep duration, and the risk of coronary heart disease: a prospective cohort study with 60,586 adutls. J Clin Sleep Med, 2018. 14 (1): 109-117.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.