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Anche se la diagnosi precoce resta comunque la miglior arma per frenare l'artrosi, ogni scoperta in questo campo garantirà alle persone che ne soffrono una miglior qualità di vita.
Notizie dalla scienza: secondo lo specialista in malattie reumatiche Francisco Blanco, dell’Università Internazionale Menéndez Pelayo di Madrid (Spagna), tra cinque o dieci anni riusciremo ad avere una cura capace di frenare l’artrosi, in modo da poter garantire ai pazienti una migliore qualità di vita.
Anche se resta il fatto che, ad oggi, è ancora impossibile debellare questa malattia cronica e invalidante, per fortuna la scienza raggiunge piccoli traguardi che promettono bene e ci riempiono di speranza.
Proprio come spiegano gli esperti, oggigiorno è consuetudine diagnosticare l’artrosi quando ormai il 30% delle articolazioni è già stato danneggiato. È evidente che, se riuscissimo a giocare d’anticipo, la realtà sarebbe, senza ombra di dubbio, alquanto diversa.
Le ricerche condotte in questo ambito negli ultimi anni stanno dando grandi risultati. A seguire vogliamo spiegarvi cosa potrebbe accadere entro breve tempo.
Sarà davvero possibile frenare il progredire di questa malattia? Secondo le ultime notizie dalla Scienza, sembrerebbe proprio di sì, o almeno così vogliamo sperare.
L’artrosi colpisce nel 52% dei casi le donne e solo nel 29% dei casi gli uomini. Comincia a dare i primi sintomi ad un’età compresa tra i 54 e i 60 anni e, in generale, segue questo schema:
Secondo i dati forniti dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il 28% della popolazione mondiale soffre di artrosi. Si calcola addirittura che l’80% delle persone al di sopra dei sessant’anni soffra di qualche disturbo associato a questa malattia.
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Come possiamo notare, l’artrosi è una malattia dall’incidenza piuttosto elevata. Tutti noi conosciamo almeno un familiare o un amico che ne soffre. Siamo consapevoli anche del fatto che molti dei nostri lettori devono convivere con questa malattia, soffrendo in silenzio.
Dall’Istituto di Ricerca Biomedica di La Coruña (Spagna), INIBIC, ci arriva la notizia che, probabilmente, tra cinque o dieci anni vedremo l’artrosi in un altro modo.
Secondo il reumatologo Francisco Blanco, direttore scientifico dell’INIBIC, sono stati fatti moltissimi progressi per quanto riguarda lo studio dell’artrosi.
Potendo contare su una diagnosi precoce, saremo in grado di frenare questa malattia. Gli esperti prevedono che, tra cinque o dieci anni, disporremo di terapie efficaci in grado di farlo.
L’artrosi, di norma, tende a seguire sempre lo stesso iter di sviluppo: vengono liberate determinate sostanze che attaccano e distruggono poco a poco il tessuto sano.
Se inoculassimo un agente specifico, dunque, potremmo frenare l’avanzamento della malattia.
L’artrosi costituisce la malattia reumatica più diffusa, oltre ad essere la quarta causa di invalidità. Si tratta, perciò, di una patologia molto grave: non è semplicemente un disturbo che colpisce la popolazione anziana.
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Sono in molti, infatti, ad associare l’artrosi con la vecchiaia. Tuttavia, è necessario un cambio di mentalità al riguardo, dobbiamo guardare in faccia la realtà: ci troviamo di fronte ad una malattia invalidante che colpisce persone con una vita attiva.
Le istituzioni sanitarie sono consapevoli di questo problema così grande che risulta di vitale importanza poter sconfiggere l’avanzamento dell’artrosi e garantire buone condizioni di vita a tutti i pazienti.
Sappiamo bene che, anche se ci si abitua a tutto, un’esistenza accompagnata dal dolore cronico e dalla continua sofferenza non è degna di chiamarsi vita.
Seguiremo da vicino gli sviluppi di questa ricerca, nella speranza di poter presto condividere con voi i nuovi sviluppi.