NutriScore: etichettatura nutrizionale

NutriScore presenta una serie di limitazioni nella pratica. Si tratta comunque di un'ottima iniziativa che permette di confrontare cibi della stessa tipologia.
NutriScore: etichettatura nutrizionale
Daniel Baldó Vela

Scritto e verificato l'infermiere Daniel Baldó Vela.

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

NutriScore è una etichettatura nutrizionale che classifica gli alimenti in base alla loro salubrità. In Italia, tuttavia, questo sistema è stato fortemente criticato.

Nelle righe che seguono spieghiamo in cosa consiste il sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia e perché non è stato ben accolto nel nostro paese.

L’evoluzione di NutriScore fino a raggiungere vari paesi europei

L’algoritmo alla base di NutriScore è stato creato nel 2005 da un gruppo di ricerca dell’Università di Oxford con l’obiettivo di regolamentare la pubblicità rivolta ai bambini.

In seguito, nel 2015, osservando che la sua applicazione in determinati prodotti dava risultati incompatibili con le raccomandazioni nutrizionali della salute pubblica, il Consiglio superiore della sanità pubblica francese ha stabilito i criteri per realizzare un algoritmo che avrebbe dato risultati coerenti su qualsiasi prodotto.

L’ultima modifica è stata apportato non molto tempo fa e la “colpa” è della Spagna. L’algoritmo NutriScore ha dato all’olio d’oliva un punteggio negativo sebbene si tratti di un prodotto sano. La Francia ha preso in considerazione la richiesta spagnola rimuovendo l’olio d’oliva dall’elenco dei prodotti insalubri.

Sistema nutriscore come interpretarlo.
Eroski, catena di supermercati spagnoli, ha iniziato a includere questa etichettatura nei suoi prodotti a marchio nel gennaio 2019, diventando la prima azienda a utilizzare NutriScore in territorio spagnolo.

Come funziona NutriScore?

Il risultato finale è un sistema di etichettatura nutrizionale semplificato, che informa il consumatore in modo chiaro, semplice e diretto.

L’etichettatura viene mostrata sul fronte di ogni prodotto identificandolo con un colore che va dal verde (più sano) al rosso (meno sano), passando attraverso tre opzioni intermedie. Inoltre, ogni colore è associato a una lettera (A-E) per aiutare i daltonici.

Questa classificazione è il risultato di un’operazione matematica in cui calorie, zuccheri, sale e grassi saturi sono penalizzanti; le fibre e le proteine danno invece punteggi più alti.

Nutriscore scala.
Il sistema NutriScore utilizza lettere e colori per classificare gli alimenti in base alla loro salubrità.

NutriScore: un buon punto di partenza, con alcune limitazioni

A priori, si tratta di un’ottima strategia per selezionare gli alimenti sani se non si gode di una vasta conoscenza nutrizionale. Tuttavia, il sistema presenta ancora alcune limitazioni che, se non vengono prese in considerazione, potrebbero portarci a scegliere cibi malsani pensando che non lo siano. 

Il governo italiano, di fatto, ha criticato il sistema per aver semplificato eccessivamente le informazioni nutrizionali e ridotto gli alimenti complessi ai singoli ingredienti.

NutriScore si applica solo agli alimenti contenenti più di un ingrediente

Una mossa saggia e non significa che i cibi senza etichetta siano peggiori, al contrario. Tuttavia, se questa premessa non è chiara, potremmo procedere con una interpretazione erronea: “se non ha l’etichetta Nutriscore, è meno sano”. 

L’applicazione della nuova etichettatura nutrizionale è volontaria

Al momento, ogni azienda è libera di scegliere se applicare o meno l’etichetta Nutriscore sui propri prodotti. Se un’azienda ha deciso di non aderire al sistema non è né positivo né negativo.

Tuttavia, si potrebbe pensare che la qualità dei loro prodotti sia uguale a quella degli alimenti che non presentano etichettatura (frutta, verdura, uova, etc). 

Coca Cola, PepsiCo, Nestlé, Mars, Unilever e Mondelez nel 2017 hanno rifiutato l’applicazione di NutriScore e hanno deciso di creare l’Evolved Nutrition Label (ENL). Quest’ultimo è un sistema tricolore che, dopo un’analisi quantitativa, dà un punteggio per porzione e non per 100 grammi. Ciò significa che i loro prodotti, nonostante la pessima composizione nutrizionale, ottengono buoni punteggi.

NutriScore non penalizza la presenza di dolcificanti

Ciò significa che una bibita light, seppur insalubre, rientra nella stessa categoria di altri prodotti che invece sono salutari. Lo stesso vale per gli yogurt zuccherati che hanno lo stesso punteggio degli yogurt al naturale. 

Bisogna ricordare che la presenza di dolcificanti artificiali è dannosa per il microbiota intestinale, poiché ne altera la composizione e la diversità, come afferma un articolo pubblicato sulla rivista Food and Chemical Toxicology.

Ciò ribadisce l’idea che NutriScore è utile solo per confrontare diverse opzioni della stessa famiglia (tipi di cereali), prodotti diversi della stessa marca (cereali al cioccolato di marche diverse) o prodotti diversi che condividono l’occasione di consumo (cereali, biscotti, muffin, ecc.).

Non premia la presenza di grassi sani

Sebbene i grassi monoinsaturi abbiano mostrato un potente effetto cardioprotettivo e gli omega-3 effetti antinfiammatori, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Biochemical Society Transactions, la loro presenza non ottiene un punteggio positivo nella formula Nutriscore. 

NutriScore non considera la qualità delle proteine

Sappiamo che le proteine vengono sommate e questo è corretto. Tuttavia, sembra che la qualità delle stesse non abbia rilevanza.

NutriScore non tiene conto del valore biologico (se la proteina contiene o meno tutti gli aminoacidi essenziali) o della sua digeribilità (quantità di proteine disponibili per l’uso da parte dell’organismo).

Non tutte le proteine sono uguali e NutriScore non ne tiene conto. 

Il nuovo sistema di etichettatura nutrizionale potrebbe produrre risultati incoerenti

Nella pratica, sembra che NutriScore possa fornire risultati incoerenti. Ciò avviene in particolare quando vengono valutati positivamente alcuni cereali ricchi di zucchero nonostante l’elevata quantità di fibre.

L’elevato contenuto di fibre fa sì che il risultato finale propenda verso il lato verde della scala, ma la realtà è molto diversa.

Un buon punto di partenza che necessita di miglioramenti

NutriScore è un buon punto di partenza a favore della salute pubblica e i suoi limiti non sono così gravi da condannarlo.

Uno studio condotto nel 2018 su 12000 volontari provenienti da diversi paesi ha concluso che NutriScore era stato indispensabile per identificare l’opzione più salutare all’interno della stessa categoria di prodotti. Ecco alcuni consigli per l’uso: 

  • Il cibo fresco, nonostante non presenti un’etichetta, sarà sempre l’opzione migliore. 
  • Non utilizzate il sistema per fare un confronto qualsiasi, bensì per confrontare diverse opzioni dello stesso prodotto o tipologia di prodotto (diversi tipi di cereali o bibite, ad esempio) o per confrontare diversi prodotti riconducibili alla stessa occasione (dolci, snack per una festa di compleanno, etc). 
  • Se dovete scegliere tra un prodotto naturale o zuccherato, sarà sempre meglio quello naturale a prescindere dall’etichetta.

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