Joan Massagué potrà essere ricordato come l’uomo che ha scoperto l’origine delle metastasi del tumore. Un eccezionale progresso scientifico che ci consente di spiegare il modo in cui le cellule atipiche del cancro si installano in altri organi.
Questo scienziato spagnolo è a capo di un gruppo di ricerca nel prestigioso Sloan Kettering Institute, New York, dove da molto tempo vengono svolte ricerche sulle neoplasie. Questa nuova scoperta fa pare di un lungo cammino intrapreso molti anni fa.
È riuscito a spiegare che per produrre le metastasi le cellule tumorali replicano il meccanismo con cui il corpo sana le ferite. Come spiegheremo in questo articolo, la medicina aveva un’opinione diversa in merito.
Si tratta di una scoperta importantissima, dal momento che 9 malati oncologici su 10 muoiono a causa delle metastasi. La pubblicazione della ricerca sulla rivista Nature Cancer conferma che c’è la speranza di ridurre questo tasso di letalità.
Come vedremo nelle righe che seguono, il fulcro della scoperta si basa sulla capacità del tumore di produrre la molecola L1CAM, la stessa sostanza che i tessuti danneggiati del corpo sviluppano per sanare le ferite.
Che cosa sono le metastasi?
Per prima cosa, spieghiamo cosa si intende per metastasi, per meglio capire in cosa consiste la scoperta del Dottor Joan Massagué.
La metastasi consiste nella comparsa di un tumore primario in un organo o un tessuto differente da quello in cui si è formato in origine. Le cellule migrano dal sito originale del tumore per installarsi in un altro punto.
Sebbene possa sembrare un meccanismo logico e prevedibile nel decorso di un tumore, le ricerche in merito concordano nell’affermare che non è così facile formare delle metastasi.
Una cellula deve essere in grado di separarsi dal tumore primario, viaggiare attraverso l’organismo, raggiungere una sede che la riceva e annidarsi correttamente. Se solo uno di questi passaggi viene a mancare, non si producono metastasi.
Le diverse neoplasie tendono a generare metastasi in punti specifici. Per esempio, il tumore al seno tende a diffondersi nelle ossa e nei polmoni. Anche il tumore alla prostata dà origine a tumori secondari di natura ossea.
Nel fegato di solito si annidano i tumori del polmone e del colon. A ogni modo, qualunque tessuto può diventare il recettore di una neoplasia.
Potrebbe interessarvi leggere anche: Metastasi alle ossa: sintomi e trattamento
Che cosa pensavamo di sapere sulle metastasi
La scoperta di Joan Massagué sull’origine delle metastasi sgombera il campo da alcune convinzioni passate in medicina. In un certo senso, si tratta di una completa rivoluzione nelle conoscenze scientifiche.
Si riteneva che il cancro possedesse una componente genetica che risultava favorevole alla formazione delle metastasi. L’idea, dunque, era che le cellule tumorali migravano a causa della loro capacità di mutazione, collegandosi così a un altro tessuto.
A partire dagli anni Ottanta, questa teoria è stata messa in discussione, seppur generalmente accettata. Un ricercatore di nome Harold Dvorak parlava delle metastasi come di processi patologici che non riuscivano a guarire correttamente, il che si collega alla scoperta di Joan Massagué e il suo gruppo di ricerca.
Secondo il nuovo paradigma inaugurato da questa ricerca, l’origine delle metastasi è attribuita a una riprogrammazione cellulare, ma non a una mutazione. Ciò significa che le cellule tumorali non mutano, ma attaccano o reprimono geni di cui si sono già impossessate, per poi migrare e annidarsi un altro punto.
Una volta riprogrammate, alcune cellule omologano il proprio comportamento a quello delle cellule staminali. Per questo motivo, diventano affini a un tessuto diverso.
Vi consigliamo di leggere anche: Le basi genetiche del cancro: cosa c’è da sapere?
Che cosa ha scoperto Joan Massagué sull’origine delle metastasi
Il gruppo di ricerca di Joan Massagué studia le metastasi da diversi anni. Prima di indagare l’origine di questo meccanismo, i ricercatori sapevano che solo l’1% di tutte le cellule neoplastiche è in grado di migrare e formare metastasi.
Una prevalenza così bassa ha indotto gli scienziati a interrogarsi sul motivo per cui poche cellule siano capaci di svolgere questa azione. Sono così arrivati a studiare la molecola L1CAM, di cui era già nota la produzione delle cellule metastatiche.
La sostanza L1CAM non viene prodotta nei tessuti sani del corpo, ma nelle cellule epiteliali danneggiate. Il corpo umano utilizza la molecola L1CAM per sanare le ferite, riunendo tra loro le cellule.
Le metastasi esprimono la L1CAM per ottenere aderenza, simulando, in un certo senso, il meccanismo di cicatrizzazioni. Alla luce di ciò, il gruppo di ricerca ha definito il meccanismo delle metastasi come la riparazione di una ferita che non è tale, in un punto che non è stato danneggiato.
Un secondo studio condotto dal Dottor Joan Massagué, anch’esso pubblicato su Nature, conferma che le metastasi sono il risultato della riprogrammazione cellulare. Oltre alla molecola L1CAM, le cellule metastatiche producono altre molecole identiche a quelle che il corpo usa per sanare le ferite e formare cicatrici.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Raveh, Shani, Nancy Gavert, and Avri Ben-Ze’ev. “L1 cell adhesion molecule (L1CAM) in invasive tumors.” Cancer letters 282.2 (2009): 137-145.
- Altevogt, Peter, Kai Doberstein, and Mina Fogel. “L1CAM in human cancer.” International journal of cancer 138.7 (2016): 1565-1576.
- Kiefel, Helena, et al. “L1CAM: a major driver for tumor cell invasion and motility.” Cell adhesion & migration 6.4 (2012): 374-384.