Paracetamolo

Il paracetamolo è un para-amminofenolo analgesico e antipiretico molto efficace per i dolori moderati e per combattere la febbre.
Paracetamolo
Alejandro Duarte

Revisionato e approvato da il biotecnologo Alejandro Duarte.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Il paracetamolo è uno dei farmaci più conosciuti, prescritti e consumati al mondo. Appartiene al gruppo dei farmaci analgesici e antipiretici. Viene utilizzato principalmente per combattere il malessere generale e la febbre. Benché sia anche usato per alleviare il mal di testa. Questo farmaco viene metabolizzato a livello epatico.

In tal senso, in questo articolo parleremo del meccanismo d’azione del paracetamolo, dei suoi effetti sull’organismo, della farmacocinetica, del metabolismo, degli effetti collaterali e di altri aspetti di rilievo.

1. Meccanismo d’azione

Il paracetamolo ha effetti analgesici e antipiretici. Vediamo, a seguire, come agisce in tal senso.

Effetto analgesico

Di fatto, il paracetamolo agisce inibendo la sintesi delle prostaglandine. Queste molecole, insieme ad altre, sono responsabili della sensazione di dolore. In tal senso, bloccandone la sintesi, il paracetamolo aumenta la soglia di percezione del dolore.

Effetto antipiretico

Nello specifico, la febbre rilascia le citochine IL-1β, IL-6, IFNα y β y TNfα, che aumentano la sintesi di PGE2 a livello periventricolare nell’area preottica dell’ipotalamo, il che aumenta il AMPc e fa salire la temperatura corporea. Pertanto, inibendo la sintesi delle prostaglandine a questo livello, il paracetamolo diminuisce la temperatura corporea, e con essa la febbre.

Il motivo per cui il paracetamolo non è un antinfiammatorio ma un analgesico e antipiretico, è che inibisce solamente la COX 3, situata a livello centrale. Di conseguenza, l’inibizione della sintesi delle prostaglandine non avviene a livello periferico e non può agire come antinfiammatorio.

Struttura del paracetamolo

2. Farmacocinetica del paracetamolo

Il paracetamolo è un farmaco che viene assorbito bene per via orale, che è pertanto la principale via di somministrazione. Lo svantaggio di questo percorso è che subisce un effetto epatico di primo passaggio, ovvero vi è una perdita di una frazione della quantità iniziale del farmaco prima che raggiunga la circolazione generale per distribuirsi in tutto l’organismo.

Se somministrato per via rettale si evita l’effetto di primo passaggio in maniera soddisfacente. Di fatto, esistono preparati somministrabili per via endovenosa, che è il metodo più efficace, ma il meno utilizzato, per via dei problemi legati a questa tipologia di somministrazione (è necessario che venga eseguito da personale medico qualificato, ed è fastidioso per il paziente).

Aspetti importanti del paracetamolo

  • È un acido debole con PKa = 9,5 per il suo gruppo idrossile aromatico.
  • Il suo grado di unione alle proteine ​​plasmatiche è basso, inferiore al 10%
  • La biodisponibilità è elevata, prossima al 100%, tranne quando somministrato per via orale, in questo caso è del 75-85% per l’effetto di primo passaggio.
  • Il volume di distribuzione è di circa 0.9-1 L/kg
  • La dose terapeutica varia da 10 a 15 mg/kg ogni 4-6h.
  • La sua emivita è di 2-4 ore, la quale si protrae nei bambini, negli anziani e nei pazienti con disfunzione epatica

3. Metabolismo del paracetamolo

Il metabolismo del paracetamolo avviene di fatto nel fegato nel citocromo P-450. In tal senso, più del 95% del farmaco viene metabolizzato per questa via e il resto viene eliminato attraverso le urine, senza biotrasformazione. All’interno del metabolismo del fegato, il farmaco può subire due trasformazioni, la glucuronazione e la solfoconigazione.

Solo il 5% dei prodotti coniugati del paracetamolo presentano una tossicità legata alla trasformazione da parte del cit-p-450. Si attiva, in tal senso, un metabolita tossico del farmaco, il NAPQI (N-acetil-p-benzochinoneimmina) che è la casua dell’epatotossicità caratteristica di questo medicinale.

Inoltre, quando la dose di paracetamolo è terapeutica, la quantità di NAPQI risulta purificata dalla coniugazione con il glutatione e viene eliminata attraverso l’urina. Il problema si verifica quando i depositi di glutatione vengono diminuiti di un 70% o più e il NAPQI non può essere coniugato.

Pertanto, il metabolita NAPQI produrrà un legame covalente con il doppio strato lipidico di epatociti producendo una necrosi centrolobulare.

Riproduzione fegato

Di fatto, per combattere l’avvelenamento da paracetamolo si può ricorrere a:

  • Lavanda gastrica.
  • Carbone attivo.
  • N-acetilcisteina per neutralizzare il NAPQI.

4. Effetti collaterali

Come per tutti i farmaci, in alcuni casi il paracetamolo può produrre effetti avversi:

Comuni

  • Difficoltà di respirazione.
  • Difficoltà di deglutizione.
  • Infiammazione della pelle accompagnata da prurito.
  • Gonfiore del viso, della lingua o della gola.

Rari

  • Edema.
  • Febbre.
  • Cefalee.
  • Diarrea.
  • Vertigini.
  • Allergie.
  • Nausea.
  • Vomito.
  • Emorragia.
  • Stato confusionale.
  • Alterazioni della vista.
  • Malessere generale.
  • Dolore addominale.
  • Sovradosaggio e intossicazione.
  • Alterazione della funzione epatica con itterizia.

Pertanto, se riscontrate qualcuno di questi effetti avversi, dovete interrompere l’assunzione del farmaco e consultare tempestivamente un medico.

5. Interazioni

Il paracetamolo è un farmaco che viene metabolizzato a livello epatico, per cui, le interazioni con altri composti sono legate al fatto che esse ne favoriscano (induzione) o impediscano (inibizione) la corretta assimilazione. In tal senso i risultati sono due:

  • Se ne inibisce il metabolismo e aumentano i suoi coniugati tossici. Ciò può anche causare intossicazione.
  • Che venga metabolizzato più velocemente del normale (induzione) e che pertanto la dose debba essere aumentata per essere efficace.

Come esempio del primo caso, il consumo di alcol e la somministrazione di isoniazide aumenta considerevolmente l’epatotossicità. Queste sono alcune delle possibili interazioni con diversi farmaci:

  • Può aumentare l’effetto degli anticoagulanti orali.
  • Oppure diminuire l’effetto per via di: diuretici, lamotrigina, zidovudina.
  • Può aumentare la tossicità del cloramfenicolo.
  • O anche causare un aumento dell’assorbimento con metoclopramide e domperidone.
  • Riduzione dei livelli plasmatici a causa degli estrogeni.
  • Infine può avere un effetto ridotto da anticolinergici e colestiramina.

6. Indicazioni del paracetamolo

Febbre

Il farmaco è indicato in caso di:

  • Febbre.
  • Dolore, che può essere da lieve a moderato.
  • Pazienti affetti da gotta che assumono il probenecid.
  • Trattamento con anticoagulanti orali.
  • Nei pazienti minori d’età, predisposti alla sindrome di Reye.
  • Ulcera gastrica e gastrite. Per evitare l’assunzione di ibuprofene, che danneggia più facilmente lo stomaco.

Di fatto, il paracetamolo può essere acquistato in farmacia senza prescrizione medica. Tuttavia, non esitate a consultare il vostro medico o farmacista per verificare se è il farmaco più adatto al vostro caso.


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