Principio di Alzheimer: è possibile fermare il processo?

È possibile arrestare il processo degenerativo provocato dal morbo di Alzheimer? Rivediamo insieme i primi sintomi e quali misure è possibile adottare per rallentarne l'avanzamento.
Principio di Alzheimer: è possibile fermare il processo?

Ultimo aggiornamento: 02 agosto, 2022

Il morbo di Alzheimer è una delle patologie la cui diagnosi, negli ultimi decenni, ha subito un notevole incremento. Inizialmente, una persona che presenta un principio di Alzheimer può manifestare una lieve confusione e problemi nel ricordare alcune cose.

In seguito, con il tempo, può arrivare a dimenticare chi sono le persone importanti della sua vita e perfino subire drastici cambiamenti di personalità. Il fatto è che, effettivamente, questa malattia comporta serie conseguenze per il paziente e i suoi familiari. Per questa ragione, molte persone si domandano se, di fronte a un principio di Alzheimer, non sia possibile arrestare il processo degenerativo.

Cos’è l’Alzheimer?

Il nostro cervello agisce come una centrale di controllo del corpo: interpreta gli stimoli interni ed esterni e trasmette ordini che generano risposte. Ha quindi la responsabilità di coordinare tutte le sue funzioni, come, per esempio, avere sete, camminare, rimanere immobili, ricordare, parlare, ecc.

L’Alzheimer è una malattia neuronale degenerativa che comporta numerosi sintomi di demenza. Il termine “demenza” indica un gruppo di disturbi cerebrali che causano la perdita delle abilità intellettive e sociali.

Tra queste competenze si trovano la capacità cognitiva e la memoria, come indica una guida alla malattia pubblicata dal Centro per l’Alzheimer Fondazione Reina Sofía.

Invecchiando, i neuroni si deteriorano e muoiono, cosa che comporta la riduzione di molte funzioni cerebrali. Per questa ragione, gli anziani sono più vulnerabili alla demenza.

Ciononostante, anche se questa malattia viene associata all’invecchiamento, in realtà può colpire anche persone giovani che presentano dei fattori di rischio. Secondo uno studio pubblicato in Cell, tra questi fattori sono compresi: alterazioni genetiche, condizioni neurodegenerative e disturbi infiammatori, che portano a un invecchiamento non salutare.

Sintomi associati all’Alzheimer

Uomo anziano pensieroso.
L’Alzheimer attraversa diverse fasi: si tratta infatti di una malattia degenerativa progressiva.

Con l’avanzare di questo processo degenerativo dei neuroni, molti pazienti manifestano un profondo cambiamento nel loro comportamento quotidiano e nella loro personalità. La Alzheimer’s Association (AA) ha redatto un elenco intitolato I 10 segni e sintomi precoci dell’Alzheimer, con il quale ci comunica quali sono i segnali più frequenti. Ve li elenchiamo nelle righe che seguono,  in modo che possiate riconoscerli:

  1. Perdita di motivazione.
  2. Difficoltà a interpretare le immagini.
  3. Perdita della nozione di spazio e tempo.
  4. Difficoltà nell’esecuzione di compiti usuali.
  5. Difficoltà nella risoluzione di problemi semplici.
  6. Cambiamenti di umore, comportamento o personalità.
  7. Problemi con il linguaggio scritto o parlato.
  8. Cambiamenti di memoria che ostacolano le attività quotidiane.
  9. Collocamento di oggetti in luoghi strani e difficoltà nel trovarli.
  10. Difficoltà nel prendere decisioni e perdita della capacità di giudizio.

Cause associate all’Alzheimer

Uomo che soffre di Alzheimer.

Ancora non c’è consenso medico sulle cause che risvegliano il processo degenerativo dell’Alzheimer. Tuttavia, oltre all’invecchiamento, in una guida chiamata Informazioni di base sul morbo di Alzheimer pubblicata dall’AA sono indicati i seguenti fattori di rischio:

  • Cattive abitudini alimentari.
  • Sovrappeso, diabete e colesterolo alto.
  • Tabagismo, alcolismo e sedentarietà.
  • Problemi cardiovascolari, come ipertensione arteriosa.
  • Consumo di sostanze chimiche tossiche, come gli stupefacenti.
  • Precedenti di familiari che sono stati colpiti dalla malattia; in questo caso, le probabilità aumentano se a soffrirne è stato più di un familiare.
  • Poca o nessuna attività sociale, che porta a un deterioramento progressivo del cervello.
  • Danni cerebrali causati da incidenti, traumi o malattie.

È possibile arrestare un principio di Alzheimer?

 

Quando si parla di arrestare un principio di Alzheimer, generalmente si  cerca di evitare o rallentare il progredire dei sintomi. Inoltre, si tenta di prevenire la malattia limitando i fattori di rischio.

Nelle righe che seguono, in base ai fattori di rischio citati prima, elenchiamo alcuni cambiamenti di abitudini che ci aiutano a prenderci cura della mente e del corpo. Tuttavia, tenete conto che queste modifiche nello stile di vita non possono sostituire in nessun caso il trattamento medico.

  • Seguire un’alimentazione equilibrata, evitando cibi in eccesso e calorie vuote.
  • Praticare esercizio fisico regolarmente (almeno 30 minuti al giorno), come consiglia l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
  • Mantenere una buona gestione del peso corporeo per prevenire sovrappeso e malattie cardiovascolari.
  • Consumare cibi ricchi di vitamina C e sostanze antiossidanti.
  • Bere alcolici con moderazione (o, meglio, evitarlo completamente), non fumare e non consumare sostanze tossiche.
  • Ridurre i livelli di stress con attività come meditazione e yoga.
  • Saper rispettare i momenti di riposo e di divertimento.
  • Dormire otto ore al giorno e mantenere una buona qualità del sonno.
  • Mantenere relazioni sane e frequentare ambienti positivi.
  • Avere una buona stima di sé ed evitare i pensieri negativi.
  • Se necessario, sottoporsi a trattamento psicanalitico.
Principio di Alzheimer: donna anziana che accarezza un giovane.

Il principio di Alzheimer deve essere controllato da un medico professionista

Oltre ai fattori chiave per prevenire l’avanzamento dell’Alzheimer che sono stati citati in precedenza, è di fondamentale importanza affidarsi alla guida e alla supervisione di un medico fin dall’identificazione dei primi sintomi.

Infatti, è fortemente raccomandato anche sottoporsi a una visita medica preventiva. In questo modo sarà possibile modificare le abitudini che, a giudizio del professionista, potrebbero accelerare il deterioramento cognitivo cerebrale.


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