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Procrastinare, perché lo facciamo?

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Procrastinare è l'abitudine di rimandare. Quali fattori influenzano questa tendenza a non fare subito le cose? Si tratta di ansia, disorganizzazione o cattiva gestione del tempo?
Procrastinare, perché lo facciamo?
Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

Di sicuro vi siete sentiti dire “non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”. Procrastinare significa proprio rinviare qualcosa a un altro momento ed è una tendenza che accomuna molte persone.

Chi ha l’abitudine di procrastinare spesso non può evitare di rimandare le cose. È come se intervenisse una forza maggiore che non ha nulla a che vedere con la pigrizia, ma con altri fattori.

Fattori che portano a procrastinare

Come abbiamo già anticipato, procrastinare significa ritardare il compimento di un obbligo o lo sviluppo di un’azione.

Quando questo atteggiamento diventa un’abitudine, si parla di disturbo del comportamento che potrebbe anche richiedere un supporto psicologico come trattamento.

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1. Ansia

Uomo sposta le lancette di un orologio

Molte persone tendono a procrastinare perché non sanno gestire in maniera adeguata le loro emozioni e lo stress che provano finisce per trasformarsi in ansia.

Questi individui hanno una personalità ansiosa, si distraggono, possono vedere un progetto come troppo grande o interminabile ed è per questo che decidono di procrastinare quello che dovrebbero fare.

A volte, non si tratta nemmeno di avere altre cose di cui occuparsi. Anzi, queste persone tendono a perdere tempo o a dedicarsi a cose insignificanti invece di portare a termine le priorità.

Le persone ansiose tendono a procrastinare attraverso l’autoinganno o scuse come ad esempio:

  • “Ora non sono concentrato, lo farò domani quando sono più ispirato”.
  • Non mi sento molto bene, mi dedicherò a cose più ‘meccaniche’ e svolgerò le attività importanti quando starà meglio“.
  • “Ho altre cose che posso completare ora, mi dedicherò a queste e lascerò quella più importante alla fine”.

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In altre parole, chi è ansioso cerca la ricompensa immediata per scacciare la sensazione scomoda che prova. Tuttavia, a lungo andare, farà fatica a gestire questa abitudine.

2. Mancanza di organizzazione

Quando parliamo di procrastinazione, è probabile che chi tende a rimandare abbia un serio problema di organizzazione.

Ognuno di noi deve cercare il modo di organizzarsi al meglio, considerando il fatto che siamo tutti diversi.

Ad ogni modo, è necessario tenere sempre in considerazione a quali cose dare la priorità.

Ci sono diverse cose che possiamo rinviare a un secondo momento, magari perché possiamo pianificarle o affidarle ad altre persone.

In genere, però, rimandiamo sempre le cose che hanno la priorità assoluta. Una buona organizzazione può mettere fine a questa abitudine e ad impedirci di trovarci con l’acqua alla gola.

Per pianificare le cose, possiamo fare riferimento alla loro priorità utilizzando la matrice di Eisenhower o Covey per gestire correttamente il tempo a disposizione.

Il modello di Eisenhower prevede quattro quadranti la cui classificazione viene fatta in base all’importanza e all’urgenza. Ricorrere a questa matrice può aiutare ad abbandonare l’abitudine di procrastinare.

Quadranti di Covey per la gestione del tempo

3. L’errore di sottovalutare il tempo

Amici che parlano

Sottovalutare il tempo è qualcosa che accomuna le persone ritardatarie. Pensano di avere più tempo di quello che hanno realmente a disposizione per fare qualcosa prima di un appuntamento con gli amici, ad esempio.

Chi procrastina tende a sottovalutare il tempo e questa tendenza è supportata da scuse o dall’autoinganno.

Per esempio, una persona che ha l’abitudine di procrastinare pensa di potere portare a termine un progetto in due giorni.

Tuttavia, possono sorgere complicazioni, dubbi o problemi che alterano il tempo a disposizione.

È per questo che poi si manifesta lo stress, la scadenza non viene rispettata e il lavoro non è fatto come si dovrebbe. Tutto questo porta a dei risultati poco gratificanti.

Affinché questo non accada, è importante tenere presente la matrice di Eisenhower precedentemente menzionata.

Risulterà utile per dedicarsi alle cose urgenti, eliminando l’ansia e la tendenza a sottovalutare il tempo a disposizione.

Se ci liberiamo di un compito che non ci motiva, possiamo dedicarci a qualcosa di meno importante, ma che ci fa sentire di aver fatto dei progressi.


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