Quali sono le emozioni di base o universali dell'essere umano?

Alla fine del XX secolo, Paul Ekman catalogò i 6 tipi di emozioni di base che sperimenta l'essere umano. Oggi scopriamo insieme quali sono e le loro caratteristiche.
Quali sono le emozioni di base o universali dell'essere umano?

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

Le emozioni sono reazioni psicofisiologiche che sviluppiamo automaticamente di fronte a determinati eventi. Sono condizionate da molti fattori, come l’ambiente culturale, la personalità dell’individuo o le sue esperienze passate. Ciononostante, diversi autori hanno catalogato alcune emozioni di base o universali che tutti gli esseri umani condividono.

Naturalmente, non esiste un modello unico che tenti di spiegare quali siano le emozioni primarie, ma uno dei primi e dei più famosi è quello di Paul Ekman, lo studioso che ha individuato un totale di 6 emozioni primarie, sebbene in studi successivi abbia ampliato questo numero. Oggi vi mostriamo questo modello e quali sono le caratteristiche di ogni emozione.

Quali sono le emozioni di base (o universali)

Come sottolinea Ekman nelle sue opere, ogni emozione è caratterizzata da distinzioni uniche e condivise. Nel primo caso, caratteristiche come le loro manifestazioni fisiologiche e gli eventi che le precedono consentono di differenziarle. Nonostante ciò, condividono caratteristiche come un evento imprevisto, breve durata, insorgenza rapida e coerenza tra le risposte.

Tenete presente che le emozioni non sono entità a sé, ma fanno parte dei cosiddetti stati emotivi, che consentono di creare connessioni. Nonostante il fatto che le emozioni siano automatiche (non possiamo forzarle o svilupparle a piacimento), Ekman propone la consapevolezza emotiva come metodo per tenerle sotto controllo.

Fatte queste premesse, presentiamo ora le 6 emozioni fondamentali che, secondo l’autore, tutti gli esseri umani condividono.

1. La rabbia

Le emozioni di base includono la rabbia
Per quanto cerchiamo di evitarla, la rabbia è un’emozione di base che può essere solo controllata. Si presenta naturalmente dalla prima infanzia.

Anche se a volte cerchiamo di nasconderla o sminuirla, la rabbia è un’emozione universale, nonché una delle emozioni primarie più potenti. Si manifesta attraverso sentimenti come irritabilità, frustrazione, ostilità o risentimento.

Questa emozione innesca una serie di reazioni fisiologiche interne ed esterne che ne consentono la differenziazione. Ad esempio, quando siete arrabbiati, la pressione arteriosa si innalza, la frequenza cardiaca aumenta e il corpo produce adrenalina. Quest’ultima è di particolare interesse, ed è ciò che ha portato all’associazione di questa emozione al meccanismo di difesa (risposta naturale di lotta e fuga).

Per quanto riguarda le risposte con cui si manifesta all’esterno, si evidenziano il cipiglio, la postura rigida, il tono di voce che aumenta, il rossore del viso, lo sguardo penetrante e le azioni violente come i colpi.

La rabbia è una manifestazione naturale, possiamo anche classificarla come sana. Quando sentiamo di non avere il controllo su di essa può diventare pericolosa per gli altri o per l’individuo stesso.

2. La sorpresa: le emozioni di base dell’essere umano

La sorpresa è un’altra delle emozioni fondamentali definite da Ekman. La sviluppiamo in situazioni impreviste, e non sempre è legata ad un aspetto positivo. In effetti, ci sono tre possibili manifestazioni di questa emozione: neutra, piacevole e spiacevole.

Questa distinzione è molto importante, poiché la maggior parte delle persone la associa alla gioia o alla felicità. Tuttavia, un evento imprevisto che provoca dispiacere o paura è ugualmente una manifestazione di sorpresa. Tra le sue caratteristiche fisiologiche esterne si evidenziano:

  • Innalzamento delle sopracciglia.
  • Apertura totale delle palpebre.
  • Leggero abbassamento della mascella.
  • Reazione gestuale che accompagna la situazione (può essere uno spasmo, un salto, un urlo o altro).

Questa emozione è caratterizzata dall’essere la più breve di tutte. Di solito si manifesta in una frazione di secondo, dopodiché viene accompagnata da sentimenti complementari (gioia, paura e così via). Per tutto questo, è una delle emozioni di base meno potenti.

3. Disgusto

È una reazione di repulsione e si ritiene si sia evoluta come meccanismo per preservare la salute. Ad esempio, alcuni autori affermano che abbiamo sviluppato il disgusto come meccanismo di prevenzione delle malattie. Si distingue attraverso le seguenti manifestazioni:

  • Reazione automatica di allontanamento dall’oggetto o dalla situazione che genera disgusto.
  • Conati di vomito e nausea.
  • Viso corrucciato.

Potrebbe non piacervi qualcosa che state guardando, annusando o gustando; anche, ma in misura minore, qualcosa che state sentendo. Potreste anche sentirvi disgustati evocando situazioni ipotetiche nella vostra mente, come la morte o la putrefazione.

Questa sensazione può durare solo pochi secondi o diverse ore. Questa emozione di base può dare il via libera ad altre, come la rabbia. Ad esempio, la rabbia può svilupparsi in una situazione di disgusto morale (azioni riprovevoli o cattive, come veder maltrattare un animale).

4. Tristezza

La tristezza è uno stato emotivo caratterizzato da una sensazione di abbattimento. Questa sensazione è spesso accompagnata da svogliatezza, disinteresse, dolore e disperazione. In generale, è un’emozione transitoria, anche se in manifestazioni prolungate può portare alla depressione. Si distingue per:

  • bassi livelli di energia.
  • Bisogno di ritirarsi dagli altri.
  • Sconvolgimento emotivo
  • Sensazione di vuoto o di inutilità.
  • Episodi di pianto.

Si può sviluppare tristezza per molte ragioni: l’assenza di piacere, il dolore per l’abbandono di una persona cara, il senso di colpa, il fallimento o la frustrazione, la solitudine, l’ingiustizia e molte altri. Sebbene sia una delle emozioni di base più forti, è anche una delle più facili da nascondere. Questo non accade con la rabbia o la gioia, per esempio.

5. Felicità

Le emozioni di base includono la felicità
La felicità è così desiderata che, almeno nella società odierna, richiede un investimento considerevole di tempo e risorse.

La gioia è l’opposto dell’emozione precedente. In alcuni contesti è descritta come godimento o felicità. In ogni caso si riferiscono alla stessa sensazione: quella in cui si avverte soddisfazione, benessere e gratificazione. Tra le sue manifestazioni fisiologiche troviamo:

  • Sorrisi o espressioni del viso legate alla beatitudine.
  • Postura del corpo rilassata ed espressiva.
  • Tono di voce acuto, eloquio veloce.

La felicità è uno stato transitorio, quindi di solito non dura a lungo. Può essere sviluppata, come tutte le altre emozioni, dalle cose che ci accadono ma anche da eventi che riportiamo alla mente. È una delle emozioni di base più ricercate.

6. Paura

La paura è l’ultima delle 6 emozioni di base. Si è evoluta come strumento di sopravvivenza, per affrontare il pericolo e preservare l’integrità dell’essere umano. In questo senso, la paura è un’emozione perfettamente razionale.

È caratterizzata da un aumento della frequenza cardiaca, dalla rigidità dei muscoli, dalla necessità di proteggersi, fuggire o scappare dalla situazione (chiudendo gli occhi, in quest’ultimo caso). Non tutti la vivono allo stesso modo, in quanto esistono diversi gradi di sensibilità. In generale, le paure irrazionali sono classificate come fobie.

In seguito, Ekman inserì il disprezzo come settima emozione universale. Tuttavia, le sei precedenti sono le più studiate e accettate dagli esperti. Non è possibile classificarle come buone o cattive, poiché sono tutte considerate naturali e del tutto valide da manifestare.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Ekman, P. An argument for basic emotions. Cognition & emotion. 1992; 6(3-4): 169-200.
  • Oaten, M., Stevenson, R. J., & Case, T. I. Disgust as a disease-avoidance mechanism. Psychological bulletin. 2009; 135(2): 303.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.