Inoltre, realtà violente come il bullismo ci spingono a restare chiusi nel nostro piccolo mondo, uno spazio controllato ma solitario. Questa predisposizione all’isolamento può dar luogo a vari inconvenienti, tra cui i disturbi del sonno.
Relazione tra solitudine e insonnia
Quando un gruppo di ricercatori del King’s College (Regno Unito) realizzò un test su sonno e abitudini quotidiane, la premessa era dimostrare l’esistenza di una relazione tra insonnia e stile di vita basata sull’incidenza di alcuni fattori: le aspettative, però, vennero deluse.
La ricerca analizzava elementi come la situazione lavorativa, l’avere figli, il consumo di alcol e la predisposizione genetica. Risultò che nessuno degli elementi in questione causava direttamente l’insonnia, tranne uno: la sensazione di solitudine.
È stato scientificamente dimostrato, quindi, che le persone che si sentono sole hanno il 25% in più di probabilità di soffrire di tale disturbo. Preoccupa anche il fatto che lo studio che riportò tale esito fosse stato condotto esclusivamente su giovani, la cui età oscillava tra i 18 e i 19 anni.
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Vittime di maltrattamenti e insonnia
La tendenza a soffrire d’insonnia è ancora più evidente tra le persone che durante l’infanzia sono state vittime di violenze o abusi. Il maltrattamento, la violenza e il bullismo fanno scattare l’isolamento che, a sua volta, si ripercuote negativamente sul sonno di chi ne è vittima.
Tale considerazione dovrebbe farci riflettere su quanto influisce il trauma sul sonno dell’individuo. Essere vittime di maltrattamenti provoca stress, confusione e ansia e può causare una serie di alterazioni psicologiche. Quella descritta non è certo l’unica ricerca condotta sull’argomento.
Una tendenza che si ripete negli adulti
Nel 2011, un altro gruppo di scienziati realizzò uno studio simile in una zona rurale del Sud Dakota (Stati Uniti). La ricerca fu condotta su 95 adulti, i quali, pur non vivendo in completo isolamento, si sentivano “soli”. La ricerca non diede come esito l’esistenza di un nesso determinante tra solitudine e insonnia.
Ciò nonostante, fu rilevato che la maggior parte degli intervistati soffriva di un fenomeno chiamato sonno frammentato, ossia l’interruzione frequente del sonno notturno.
In entrambi i casi, gli esiti delle ricerche si sono avvicinate alla stessa conclusione: il sentimento di solitudine provoca insonnia ed esercita ripercussioni negative sulla salute umana.
Ipotesi antropologica
I ricercatori del primo studio ipotizzano che la relazione tra insonnia e solitudine sia una risposta evolutiva dell’essere umano. Secondo tale prospettiva, la solitudine si traduce, nella psiche dell’individuo che la sperimenta, in una sensazione di vulnerabilità e insicurezza.
È possibile che il cervello, nel percepire l’isolamento, metta in moto un meccanismo di difesa, lotta e fuga. Questo spiegherebbe la necessità delle persone che vivono questa particolare condizione di alzarsi continuamente durante la notte.
Si tratterebbe, dunque, di un meccanismo di difesa che scatta quando si soffre di solitudine. Tale processo colpisce in particolare i giovani diventati indipendenti da poco e i migranti.
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Imparare a essere indipendenti
Il risultato di entrambe le ricerche conferma l’importanza di imparare a essere indipendenti e la sua influenza sul percorso di sviluppo di ogni individuo.
Essere preparati fin dall’adolescenza al cambiamento faciliterà il passaggio a un nuovo contesto nell’età adulta e, a tal proposito, i genitori giocano un ruolo fondamentale.
Come si possono aiutare i giovani a essere più indipendenti? Ogni genitore avrà certamente il suo metodo, ma è essenziale mettere i giovani nella condizione di sapersi gestire da soli.
Al tempo stesso, però, la sensazione di vicinanza e condivisione è essenziale nella costruzione della propria stabilità da parte dei giovani che diventano indipendenti. Intrattenere spesso conversazioni telefoniche o via chat può essere d’aiuto per la stabilizzazione emotiva dei ragazzi.
Può essere una buona idea anche far visita ai propri figli durante il fine settimana. In questo modo, chi si sente solo si renderà conto di non esserlo poi così tanto, e la propria fiducia e stabilità emotiva ne usciranno rafforzate.
Come combattere solitudine e insonnia
Paradossalmente, l’era della comunicazione è la più segnata dalla solitudine in tutta la storia dell’umanità. Quello che “socialmente” avvicina gli esseri umani dovrebbe al giorno d’oggi essere riscattato per il nostro benessere fisico ed emotivo.
Le vittime di violenza, i migranti, le persone in stato di vedovanza, gli anziani e i giovani che diventano indipendenti sono i soggetti più vulnerabili all’isolamento.
Bibliografia
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